“IL MATTINO”

6 Maggio 2002

 

UNA STORIA PARTICOLARE
Un bacio in più per 2 bimbi polacchi


Due file di donne, uomini e bambini sfilano in costumi d'epoca e si avviano al palco del Papa. È il momento dell'offertorio, momento intenso di significati nella celebrazione eucaristica: è il dono al Signore. Ma ci sono anche dei vestiti diversi da quelli tipici della tradizione ischitana. Che saranno mai? È un mistero, che s'infittisce quando la coppia con due bambini s'intrattiene più degli altri davanti a Giovanni Paolo II. Un minuto e mezzo. Che avranno da dirsi il Papa e questi giovani sposi. Il bambino si libera dalle braccia della mamma, scende, inciampa e cade. Karol Wojtyla accenna un sorriso, fa cenno con la mano, accarezza il piccolo, lo abbraccia. E finalmente la coppia scende. Sotto il palco ecco che si svela il mistero. «Mi chiamo Anna Maciszewska, sono polacca, sono sposata con un ischitano, questo è mio marito e questo è il piccolo Emmanuel, ha due anni - Ho salutato il Papa chiamandolo Santo Padre in polacco. Lui è rimasto sorpreso. Mi ha guardato e subito ha domandato in polacco, accarezzandomi: «Da dove vieni?». Da Tarnow, ho risposto. E lui mi ha fatto gli auguri, mi ha benedetto con i bambini e mi ha salutato stringendomi forte la mano». «Che gioia, che emozione - dice il marito, Mario Patalano, barman ischitano - Il Papa ci ha guardato a lungo negli occhi». «Però l'altra bambina è mia - s'intromette un'altra voce straniera - Non potevamo salire tutti e ho affidato Sara alla mia amica». Polacca anche lei e con costume tradizionale ischitano? «Macché. Polacco anche il vestito», risponde Eva Polainska, madre della splendida Sara di due anni e mezzo e moglie del marocchino Legbir Mudhun. «Questo vestito ha una storia tutta particolare - riprende Eva - Avevo sognato Giovanni Paolo II che veniva a Ischia. Nel sogno mi diceva vieni da me. Io rispondevo: ho vergogna negli abiti da lavoro, sono abiti laceri, noi siamo povera gente. E lui: fa niente. Allora ho capito. Ho scritto alla mia famiglia e mi sono fatta mandare questi vestiti - continua Eva - E oggi sono qui. Anche questo è simbolo di Ischia, laboratorio di Pace e di accoglienza, come dice il Papa, viviamo bene e viviamo insieme, le nostre tradizioni oggi si sono unite davanti al Papa in nome della Pace e della convivenza».