UNA STORIA PARTICOLARE
Un
bacio in più per 2 bimbi polacchi
Due file di donne, uomini e bambini sfilano in costumi d'epoca e si avviano al
palco del Papa. È il momento dell'offertorio, momento intenso di significati
nella celebrazione eucaristica: è il dono al Signore. Ma ci sono anche dei
vestiti diversi da quelli tipici della tradizione ischitana. Che saranno mai? È
un mistero, che s'infittisce quando la coppia con due bambini s'intrattiene più
degli altri davanti a Giovanni Paolo II. Un minuto e mezzo. Che avranno da
dirsi il Papa e questi giovani sposi. Il bambino si libera dalle braccia della
mamma, scende, inciampa e cade. Karol Wojtyla accenna un sorriso, fa cenno con
la mano, accarezza il piccolo, lo abbraccia. E finalmente la coppia scende.
Sotto il palco ecco che si svela il mistero. «Mi chiamo Anna Maciszewska, sono
polacca, sono sposata con un ischitano, questo è mio marito e questo è il
piccolo Emmanuel, ha due anni - Ho salutato il Papa chiamandolo Santo Padre in
polacco. Lui è rimasto sorpreso. Mi ha guardato e subito ha domandato in
polacco, accarezzandomi: «Da dove vieni?». Da Tarnow, ho risposto. E lui mi ha
fatto gli auguri, mi ha benedetto con i bambini e mi ha salutato stringendomi
forte la mano». «Che gioia, che emozione - dice il marito, Mario Patalano,
barman ischitano - Il Papa ci ha guardato a lungo negli occhi». «Però l'altra
bambina è mia - s'intromette un'altra voce straniera - Non potevamo salire
tutti e ho affidato Sara alla mia amica». Polacca anche lei e con costume
tradizionale ischitano? «Macché. Polacco anche il vestito», risponde Eva
Polainska, madre della splendida Sara di due anni e mezzo e moglie del
marocchino Legbir Mudhun. «Questo vestito ha una storia tutta particolare -
riprende Eva - Avevo sognato Giovanni Paolo II che veniva a Ischia. Nel sogno
mi diceva vieni da me. Io rispondevo: ho vergogna negli abiti da lavoro, sono
abiti laceri, noi siamo povera gente. E lui: fa niente. Allora ho capito. Ho
scritto alla mia famiglia e mi sono fatta mandare questi vestiti - continua Eva
- E oggi sono qui. Anche questo è simbolo di Ischia, laboratorio di Pace e di
accoglienza, come dice il Papa, viviamo bene e viviamo insieme, le nostre
tradizioni oggi si sono unite davanti al Papa in nome della Pace e della
convivenza».