“IL MATTINO”

6 Maggio 2002

 

 

«La Campania è nel suo cuore»


di Corrado Castiglione


Sua Santità risale lentamente, a fatica, sulla "papa-mobile". S'avvia a lasciare l'isola verde dopo una giornata che resterà indimenticabile per migliaia di ischitani. E non sai se tra i ventisette vescovi campani il più felice sia monsignor Filippo Strofaldi, che sorridente gli siede dappresso nella Mercedes bianca - tessitore di una visita armoniosa come le melodie per chitarra e voce che ha scritto durante una vita intera passata accanto ai giovani - oppure monsignor Domenico Sorrentino, pastore a Pompei, che ha appena "incassato" la promessa di un ritorno di Giovanni Paolo II al tempio della Madonna e di Bartolo Longo. Insomma, non si fa neppure a tempo a cogliere nel profondo l'intensità del messaggio di pace e di speranza consegnato nella splendida cornice dell'azzurro mediterraneo in questo nono appuntamento campano che già comincia una nuova attesa, l'attesa di incontrare ancora una volta quell'uomo vestito di bianco, commovente icona della sofferenza e della forza cristiana insieme. Un annuncio, quello del prossimo ritorno del Santo Padre a Pompei, che per il cardinale Michele Giordano, arcivescovo di Napoli e presidente della conferenza episcopale della regione, "conferma la predilezione che il Papa ha per la Campania e ricambia l'affetto che da sempre lega le nostre genti al soglio di Pietro". Restano in tutti le immagini accumulate forse troppo in fretta, nel giro di pochissime ore, e che andranno rivissute, analizzate, assimilate nelle prossime giornate. Sarà così per gli ischitani, che ora Strofaldi - lo ha esplicitamente affermato - chiamerà ad un supplementare sforzo perché dopo i preparativi di una visita-lampo quanto storica, e con un Sinodo diocesano, provino a mettere a frutto gli insegnamenti del Pontefice avviando una "revisione della vita ecclesiale e civile dell'isola". E sarà così anche per le altre Chiese e le altre città della regione, alle quali il Papa ha chiesto di farsi laboratorio di fede e di accoglienza cristiana. Come dire: Giovanni Paolo II non ha parlato solo agli isolani. Conferma della comunanza, nell'identica missione, tra isola e terraferma che ben si traduce nella figura di Strofaldi, napoletano di nascita e ischitano d'adozione. I vescovi della Campania, capitanati da Giordano e dai suoi "ausiliari" Enzo Pelvi e Filippo Iannone, partono da Napoli di buon mattino dal molo Beverello, a bordo di un aliscafo riservato. Accanto ai presuli alcuni sacerdoti che per anni hanno condiviso le ansie pastorali dell'attuale vescovo di Ischia, napoletano di Sant'Erasmo, prima vice-rettore al Seminario Maggiore (ai tempi del cardinale Corrado Ursi), poi rettore del "Minore", fino all'impegno in una parrocchia del Vomero: tra gli altri, c'è il teologo don Bruno Forte col quale ha condiviso fraternità sacerdotale e... canzoni (è accaduto spesso: lui scriveva le musiche e il "professore" i testi), il confessore di padre Filippo monsignor Paolo Vinaccia, come anche l'amico e parroco a Castelcapuano don Franco Rapullino. E i vescovi "scorteranno" il Papa ovunque, dal palco montato ai piedi del castello aragonese all'esaltante bagno di folla tra i giovani al piazzale del Soccorso, passando per la condivisione del pranzo in episcopio. Colgono le emozioni della gente che applaude, canta e incoraggia l'incedere del Papa. E di lui seguono ammirati le movenze. Come dirà monsignor Strofaldi: Giovanni Paolo II, il Papa pellegrino, l'autentico testimone del nostro tempo e in tutti i campi, lui, come Pietro il pescatore, venuto per confermare e accrescere la fede.
Poco conta se l'ottantaduenne uomo vestito di bianco abbia bisogno per camminare di due persone e di un bastone. Anzi. Poco conta se durante i due discorsi e i colloqui di saluto, la voce del Santo Padre si faccia a tratti flebile, fino al punto da incespicare. Anzi. E quando in una moltitudine di cori e canti di questa terra, tra i festanti incitamenti dei giovani, la "papamobile" si riavvia verso l'eliporto di Casamicciola, i vescovi campani restano per qualche attimo fermi ai loro posti, lì, sul sagrato del santuario del Soccorso, ancora una volta ammirati. Come tutti. Senza parole. Mentre Rapullino commosso sussurra: "Il Signore sceglie i deboli per confondere i forti. E' lui, Giovanni Paolo II, l'esempio, la salda roccia". Poi, tutti i vescovi campani si mettono sulla strada del ritorno. E già sognano il giorno del nuovo incontro. A Pompei. Sarà la decima visita del Papa in terra di Campania. Bisogna arrivare preparati al nuovo evento. Giovanni Paolo II come al solito ha anticipato tutti. Proprio come ha appena fatto con i giovani, quando li saluta con un arrivederci a Toronto, alla prossima Giornata mondiale della Gioventù. E c'è da giurarci: quel ginocchio non riuscirà a fermarlo. O almeno è questo quello che avverti quando lo vedi ormai di spalle. Alla prossima.