“IL DENARO”

 

20 Luglio 2002

 

 

Il ruolo delle donne nell’evoluzione del Marocco

 

di Michele Capasso

 

 

Rabat, venerdì 12 luglio 2002. Migliaia di fuochi d’artificio illuminano il cielo di Rabat. Come fantasmi, rischiarate dalle luci multicolori, appaiano le sagome della Medina e della vicina Salé.

Si festeggiano le nozze pubbliche del Re Maometto VI, rinviate a causa del conflitto tra Israele e Palestina.

Per la prima volta, il ruolo della donna assume una pubblica visibilità.

Nella storia del Regno molte testimonianze raccontano il ruolo strategico assunto dalle donne: un esempio fu l’unione tra Moulay Idriss I  e Kenza Al Aourabia. Lalla Kenza fu donna saggia e madre scrupolosa, conferendo a suo figlio Moulay Idriss II una educazione esemplare che lo condusse – quando succedette a suo padre – a realizzare nel Regno una perfetta coesione tra le antiche tradizioni e la forza dell’Islàm nonché a costruire la città di Fès, che divenne capitale del Regno. Altre donne segnarono la storia di questo Paese: la principessa Lalla Aouda, ambasciatrice a Istanbul del Sultano Abou Salem Al Marini; Zhor Al Aoutassia che governò più di un anno la Città di Fès proprio nel mezzo di una profonda crisi e forti ribellioni; Aouda Bint Ahmed Al Mezguiti, madre del Sultano Al Mansour Addahbi, che promosse opere importanti per lo sviluppo delle strade, dei ponti, delle scuole; Meryem Bent Mohamed Cheikh Saadi, che salvò la Kasbah di Marrakech durante i conflitti tra gli emiri Saadiani. La seconda sposa del Sultano Moulay Ismael, Lalla Aicha Al Moubaraka, tenne una fitta corrispondenza con la moglie di Filippo V di Spagna contribuendo non poco allo sviluppo delle relazioni tra i due Paesi. Ogni unione, ogni matrimonio, aveva in Marocco lo scopo di servire l’interesse generale: ma la donna, pubblicamente era invisibile.

Il matrimonio del giovane amico Re Maometto VI con la principessa Lalla Salma si inserisce nell’antica tradizione della dinastia Alaouita ma recepisce la necessità di restituire pubblica dignità e visibilità alla donna. Dice uno storico marocchino: “Oggi il nostro Sovrano ha scritto una pagina nuova nella storia della dinastia Alouita e del Marocco: una pagina che potremmo titolare “Ogni tempo ha i suoi uomini che scrivono nuove pagine”. E quindi posso concludere affermando che siamo di fronte ad un Marocco moderno, in armonia con la nostra epoca, e con un Re che scrive pagine importanti nella storia del suo Regno, con attenzione e determinazione”.

E non meno importanti sono alcune azioni che Maometto VI ha voluto intraprendere in questa occasione.

La prima è la concessione di una grazia a 8425 detenuti, soprattutto vecchi, malati o donne incinte o in fase di allattamento.

La seconda è l’istituzione di corsi di formazione per le donne che desiderano presentarsi alle prossime elezioni parlamentari che si svolgeranno tra pochi mesi.

Il corso si svolge a Casablanca dal 19 al 22 luglio, curato dalla “Associazione Democratica delle Donne Marocchine” (ADFM) e dall’“Istituto Nazionale Democratico per gli Affari Internazionali” (NDI).

Sono segnali importanti che coniugano il lento processo di democratizzazione e modernizzazione del Paese con la valorizzazione delle antiche tradizioni.

Quelle che hanno visto migliaia di artisti, ballerini, cantanti e giocolieri delle differenti regioni riunirsi a Rabat per festeggiare, con le classiche “Fantasie”, il loro Sovrano.

Unica stonatura, tra i tanti ospiti, Bill Clinton con la figlia Chelsea: hanno rifiutato lo splendido thè alla menta e bevuto  gelatissime “Coca-Cola”, così come – da Presidente USA – Clinton fece seguendo, qui a Rabat, il feretro del compianto Re Hassan II.