“LA REPUBBLICA”

14 novembre 2002

 

 

Pace, diritti umani, carceri
l'appello del Papa ai politici

di Marco Politi

CITTA' DEL VATICANO - Papa Wojtyla risponderà al grido di dolore dei carcerati. Senza invadere il campo del parlamento, senza usare parole che suonino interferenza. Ma parlerà. Nella logica del perdono e della redenzione dei peccatori propria del Vangelo. A poche ore dall'arrivo di Giovanni Paolo II a Montecitorio la conferma trapela dal Vaticano. E tuttavia dalle stanze, dove il pontefice ha terminato di cesellare il suo discorso di quattro pagine, filtra anche l'accenno che il peso del suo intervento cadrà sull'esortazione che l'Italia "nazione diletta" non dimentichi il patrimonio della sua cattolicità e faccia fruttare la 'vitalità' del suo vissuto cristiano.
"Arte, cultura, l'esistenza stessa dell'Italia è intessuta profondamente della tradizione cristiana - dice chi ha potuto leggere il discorso - e di questa eredità il popolo italiano è chiamato a farsi portatore anche nella costruzione dell'Europa e nelle iniziative di pace e giustizia nel mondo intero". Joaquin Navarro, il portavoce vaticano, spiega che con la sua visita il Papa intende "rendere omaggio alla democrazia e alla sintonia storica tutta particolare dell'Italia con l'umanesimo cristiano".
Sarà questione di accenti e di sfumature. Giovanni Paolo II è consapevole che tutto l'arco delle sensibilità e delle culture presenti nel nostro parlamento starà molto attento a verificare che il pontefice non metta il cappello sulla storia d'Italia, ma d'altra parte Wojtyla è abituato a tracciare senza complessi le sintesi storiche che più gli sono congeniali. In mezz'ora di tempo - tanto durerà la sua allocuzione, scontando i tempi lenti di lettura - il pontefice avrà modo di toccare tutta la gamma dei temi che gli sono cari. Dalla pace alla bioetica, dalla difesa della vita alla costruzione dell'Europa, dalla giustizia sociale ai doveri della politica. Riguardo all'Europa, in particolare, Giovanni Paolo II ribadirà il concetto che l'Unione non deve essere considerata come un 'bastione' chiuso in se stesso. "Parlerà della responsabilità che i parlamentari hanno nella ricerca del bene comune", dice monsignor Fisichella, rettore dell'università Lateranense e cappellano del Parlamento. In Vaticano - curiosamente l'Osservatore Romano non annuncia l'evento ai suoi lettori nemmeno con una riga - si tende a mettere in risalto che la visita avviene in una fase di rapporti assai buoni tra Stato e Chiesa. "E' un omaggio d'affetto del Papa all'Italia", affermano i monsignori di Curia. In fondo - si fa notare - idealmente Giovanni Paolo II compirà oggi la sua prima 'visita pastorale' all'Italia intera. "Un evento straordinario" commenta la Radio vaticana. Lo accompagneranno il cardinale Segretario di Stato Sodano, monsignor Sostituto Sandri, il ministro degli Esteri vaticano Tauran e il cardinale Ruini, presidente della Cei. In dono il Papa porterà medaglie. D'oro per Ciampi, Pera, Casini e Berlusconi, d'argento per i parlamentari, di bronzo per funzionari e commessi. Riceverà come souvenir la campanellina d'argento con cui Casini aprirà la seduta.