"IL GIORNALE DI NAPOLI"

I luglio 1995

( N.77 )

VESUVIO, PENSIAMOCI ADESSO

Di Francesco La Gala

NAPOLI - Convivere con il Vesuvio sviluppando una cultura del rischio vulcanico: è la grande scommessa dei prossimi anni lanciata dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo attraverso la messa a punto del progetto "Vesuvius 2000 ".

Per Giuseppe Luongo, vulcanologo di fama mondiale ed uno tra i maggiori animatori dell'iniziativa (presentata ieri mattina insieme ad altri programmi di ricerca della Fondazione presieduta da Michele Capasso e Predrag Matvejevic presso l'Istituto degli Studi Filosofici e nel pomeriggio a San Sebastiano),la novità di "Vesuvius 2000" è nel coinvolgimento diretto e nella valorizzazione delle competenze locali. "Si tratta di capovolgere una filosofia dell'intervento in occasioni di grandi fenomeni naturali - ha detto Luongo - che fino ad ora ha dominato. Da un lato si è sempre pensato di sfruttare l'accaduto come un'occasione per l'arricchimento e la promozione di una nuova classe dirigente, d'altro canto invece, quando si è parlato di prevenzione si è fatto nell'ottica di una cultura che non esito a definire fascista, eterodiretta, che non ha tenuto conto delle esigenze della popolazione a cui tale opera era rivolta".

Il progetto "Vesuvius 2000" si muove invece sul piano del "contratto di sicurezza" tra utenti ed offerenti, tra i responsabili dell'informazione ed i suoi ricettori. Un contratto che presenta molteplici campi di applicazione e che richiede per la sua attuazione indagini in diverse aree di ricerca.

"Cerchiamo l'interdisciplinalità - ha sottolineato Flavio Dobran, responsabile scientifico del progetto - le nostre ricerche hanno come oggetto la storia delle precedenti eruzioni, il comportamento delle popolazioni dei principali attori sul territorio, la vulnerabilità delle strutture, la predisposizione ad una metodologia per avviare una cultura del rischio, le previsioni degli effetti naturali e di quelli socio-economici, attraverso la simulazione di diversi scenari eruttivi".

A questa attività collaborano e collaboreranno geologi, urbanisti, storici, sociologi, economisti, educatori di molte Università' italiane ed europee, pubblici ufficiali nominati dalle popolazioni locali e soprattutto i residenti delle zone interessate (più di un milione di persone) chiamati ad essere "co-autori della riduzione del rischio vulcanico".

"Vesuvius 2000", oltre ad un opera di ricerca e di prevenzione, la cui attuazione spetterà poi ad altri soggetti, è un progetto che ha una forte impronta socio-economica; Luongo ne ha spiegato il motivo: "I disastri naturali hanno ormai dimostrato che oltre al loro risvolto in termini di vite umane, producono sempre più forti contraccolpi sullo sviluppo della zona per moltissimi anni. Nei paesi industrializzati questo significa un rallentamento della produzione, dell'economia, nei paesi in via di sviluppo, invece, questo si traduce in un totale arresto di ogni attività economica". A margine dell'iniziativa è da segnalare infine la nuova collaborazione da parte degli organizzatori del progetto "Vesuvius 2000" e della Fondazione Laboratorio Mediterraneo alla rivista internazionale di studi sui fenomeni naturali edita e diffusa dall'Onu, "Stop Disasters"