“IL DENARO”

 

29 novembre 2002

 

 

L'ambasciatore di Bassolino: Più poteri alle autonomie locali

 

 

L'atmosfera è quella delle grandi occasioni: alla Mostra d'Oltremare di Napoli, per la diciottesima assemblea generale dell'Are (l'Associazione delle Regioni d'Europa), sono riuniti circa duecentocinquanta governatori che, all'apertura dei lavori, scattano in piedi alle prime note dell'Inno alla gioia della Nona sinfonia di Beethoven, simbolo dell'unità del Vecchio Continente dal lontano 1972. Un clima in cui si trova molto a suo agio Antonio D'Andria, neo-consigliere diplomatico del presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino, che è stato ministro plenipotenziario presso l'ambasciata italiana a Londra, consigliere nella nostra rappresentanza diplomatica presso l'Unione europea a Bruxelles e console a Rosario, in Argentina.

Domanda. Ambasciatore D'Andria, che cosa chiedono a Bruxelles le duecentocinquanta regioni riunite a Napoli?

Risposta. Le autonomie locali chiedono di contare di più nella definizione delle regole del gioco. E i lavori della Convenzione europea oggi in corso rappresentano un'opportunità in questo senso.
D. L’Europa delle Regioni vive a Napoli una giornata fondamentale per il suo futuro?
R. Credo che in questo senso siano stati compiuti passi fondamentali anche in passato. Questa giornata napoletana guarda ancora più in là, grazie al dibattito aperto dall’Are: l’associazione, infatti, mette su un piede di parità regioni di Stati che appartengono all’Unione europea, altre dell’Est che stanno per entrarvi, e altre ancora per le quali non si parla ancora l’ingresso nell’Ue.
D. Condivide l’idea di creare una banca dati con i referenti di ogni regione per la cooperazione internazionale?
R. E’ una proposta, avanzata dalla Liguria, che va senz’altro appoggiata: può contribuire ad agevolare le iniziative di partenariato.