Grand Tour
3 novembre 2002
MEDITERRANEO, RISORSA PER
L’EUROPA
Direttore Generale dell’Accademia del Mediterraneo
L’immagine che offre oggi
il Mediterraneo non è affatto rassicurante.
La
sua riva settentrionale presenta un ritardo rispetto al Nord Europa, e
altrettanto la riva meridionale rispetto a quella europea. Sia a Nord che a Sud
l’insieme del bacino si lega con difficoltà al continente ed appare davvero
arduo considerare questo mare come un “insieme” senza tenere conto delle
fratture che ancora lo dividono, dei conflitti che ancora lo dilaniano: in
Palestina e in Israele – dove oggi sembra seppellita ogni speranza di pace -
come in Libano, nei Balcani, in Algeria.
Le
spiegazioni che se ne danno non riescono a convincere coloro ai quali sono
dirette. I parametri con i quali al Nord si osservano il presente e il futuro
del Mediterraneo non concordano con quelli del Sud. Le griglie di lettura sono
diverse. Oggi le rive del Mediterraneo non hanno in comune, spesso, che le loro
insoddisfazioni.
Il
Mediterraneo si è presentato come uno stato di cose, senza riuscire a diventare
progetto.
In
tale scenario, un segnale importante è stato lanciato dall’Unione europea con
la Conferenza di Barcellona del novembre 1995. In quell’occasione, i ministri
degli Affari esteri dei Paesi dell’Unione e di 12 Paesi partner della riva Sud
hanno dato vita al “Partenariato euromediterraneo” attraverso l’attuazione del
programma “MEDA” che sarà oggetto di rivisitazioni attraverso la nuova
articolazione del programma MEDA II così come sarà esaminato nella IV
Conferenza euromediterranea programmata a Marsiglia per il 16 e 17 novembre
2000.
Accanto
alle conferenze ministeriali, straordinaria importanza hanno assunto i Forum
della Società Civile: in modo particolare il II Forum Civile Euromed,
organizzato a Napoli nel dicembre 1997 dalla Fondazione Laboratorio
Mediterraneo e sostenuto dalla Commissione
europea. In quell’occasione 2248 partecipanti provenienti da 36 Paesi
produssero progetti concreti richiedendo la costituzione di organismi altamente
rappresentativi della società civile negli ambiti delle Accademia, delle
Università, delle Città, delle Isole e delle Associazioni. Questi organismi
sono stati costituiti e sono una risorsa importante per la programmazione delle
nuove azioni. In particolare l’Accademia del Mediterraneo rappresenta il luogo principale in cui si
compie e verifica la nostra identità ed appartenenza al Mediterraneo,
recuperando le risorse rese disponibili dalle 90 sedi distaccate dell’Accademia
già operative nei vari Paesi.
Nel
Mediterraneo sono nate le grandi culture che hanno dato identità all’Europa e
ai Paesi del Sud che si bagnano in esso; e
sul Mediterraneo è nata veramente la filosofia e sono nate le prime
“polis” intorno al fascino e al senso di realismo del pensiero pitagorico. Pace
e guerra, dialogo e lotta hanno fatto la storia di questo mare, dove si sono
incontrate non solo “forze”, gruppi contrapposti, ma, appunto, civiltà,
culture, idee.
La
lotta nel Mediterraneo è stata, e tuttora è, una lotta tra filosofie, tra
visioni del mondo, prima ancora, forse, di essere uno scontro tra interessi
contrapposti.
L’assolutezza
che tante volte queste lotte hanno assunto, non può germinare dal solo pur
centrale contrasto di interesse, ma porta dentro di sé qualcosa di più radicale
e profondo: la mancanza di riconoscimento reciproco, la lotta per l’identità
che conduce, ancora oggi, alla volontà di distruzione reciproca.
Solo
l’impegno della cultura e della Società civile può superare tutto ciò.
Quante
volte ciò è stato compreso dalle classi dirigenti politiche, soprattutto
europee?
Poche
volte; molte parole vengono pronunciate in proposito, ma pochi fatti seguono
queste parole. L’interpretazione generale dei vari scontri e guerre che si sono
susseguite, poggia costantemente su ragioni geopolitiche, e su tentativi
successivi di mere ricomposizioni di equilibri economico-politici. Tutto
importante, ma non basta e anzi infine tutto ciò ha condotto in un vicolo
cieco.
Ecco
per quali ragioni il dialogo fra le culture diventa decisivo. Decisivo come
condizione di una pace vera; e dunque di uno sviluppo possibile, di una
crescita delle società civili in un processo di riconoscimento reciproco.
L’Accademia
del Mediterraneo, in tale scenario, costituisce una risorsa per l’Europa.
Tutto
questo lavoro guardato in grande è di decisiva importanza per l’Europa che si
sta allargando al di là dei propri confini tradizionali . Essa ha e vuole avere
una sua politica mediterranea, che è una politica che guarda a lei stessa e
oltre di lei. Il confronto tra le culture renderà più facile questa politica,
farà crescere la forza degli interlocutori possibili. L’Europa come soggetto
politico in un mondo che diventa globale deve assolutamente guardare al
Mediterraneo come al mare di un grande sviluppo, di pace, di civiltà.
L’Accademia
del Mediterraneo, con la sua irripetibile dote – costituita dalla “summa” delle
doti di tutte le antiche prestigiose istituzioni che la compongono – è il
cardine di questa possibilità che vede la cultura al centro di questo processo.
Hegel
diceva che la libertà si sviluppa e cresce sul mare; la sua profezia può diventare verità storica
proprio quando la globalizzazione in atto chiede ad ognuno di ricordare le
proprie radici, e di affermarle nel riconoscimento reciproco.