“CORRIERE DELLA SERA”

16 gennaio 2003

 

Prodi: no a due presidenti dell’Unione
La commissione scettica sulla proposta franco-tedesca. Italia e Regno Unito sono favorevoli

Inglesi e italiani danno via libera alla proposta di riforma delle istituzioni europee scaturita martedì notte dal rinato asse Parigi-Berlino e il premier danese Anders Fogh Rasmussen rompe il fronte dei Paesi più piccoli, tradizionalmente filo-Commissione, e annuncia una proposta sulla falsariga di quella francese contribuendo a isolare ulteriormente Romano Prodi, secondo cui il progetto è per ora «solo una proposta». La partita dei poteri europei è così entrata nel vivo a pochi giorni dal dibattito che si terrà lunedì e martedì a Bruxelles nella prima sessione plenaria della Convenzione nel 2003. Jacques Chirac e Gerhard Schröder hanno dato la linea, con un compromesso che prevede la «doppia presidenza»: il leader francese ottiene un ruolo più forte per il presidente del Consiglio europeo, nominato dai governi nazionali e in carica per due anni e mezzo o per cinque anni (cadrebbe così la rotazione semestrale), mentre il Cancelliere fa passare la sua idea di un presidente della Commissione eletto dall'Europarlamento. «Abbiamo dimostrato che il motore franco-tedesco funziona», ha commentato l'inquilino dell'Eliseo. Schröder gli ha fatto eco definendo un «accettabile compromesso» l'accordo di martedì notte. Meno felice il ministro degli Esteri, Joschka Fischer, secondo cui la doppia presidenza non è la soluzione ideale. Era stato lui, in dicembre, a proporre un unico presidente dell'Europa.

Su come funzioneranno le istituzioni rivedute e corrette e su quali rapporti ci saranno tra i due presidenti resta, in verità, la nebbia. Chirac e Schröder non hanno voluto soffermarcisi. E' possibile che qualcosa di più emergerà la prossima settimana a Versailles e Berlino quando i due paesi celebreranno in pompa magna il 40esimo anniversario del Trattato d’amicizia franco-tedesco. Nel frattempo il testo dell’accordo preliminare, che prevede anche la creazione di un Procura generale e di una polizia comune per il pattugliamento delle frontiere, è stato trasmesso a Valery Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione.

Il ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, e il collega italiano, Franco Frattini, hanno dato un giudizio positivo alla proposta al termine di una colazione di lavoro a Londra. La Gran Bretagna dà il benvenuto al progetto soprattutto perché prevede un presidente del Consiglio europeo «a tempo pieno», mentre il titolare della Farnesina ha sottolineato l’emergere della necessità di «dare più forza a tutte e tre le istituzioni europee, garantendo l’equilibrio tra loro». Sul potenziamento della presidenza del Consiglio Tony Blair e lo spagnolo José Maria Aznar erano schierati con Chirac, il quale si profila come il vero vincitore del grande match istituzionale europeo.

Perplesso è Romano Prodi. Il 5 dicembre aveva presentato Penelope , un rapporto di 145 pagine nel quale disegnava una Costituzione con una forte impronta federalista. Dichiarava, nell’occasione, che «il presidente europeo sarebbe un passo indietro e porterebbe alla paralisi». «Bisogna vedere - ha detto ieri commentando i risultati della cena Chirac-Schröder - se questa proposta evita o meno la creazione di una doppia burocrazia e una divaricazione dei poteri. Ma questo lo potremo valutare solo quando avremo i dettagli». E ha aggiunto: «I nostri cittadini chiedono di semplificare le istituzioni. Occorre vedere se la proposta semplificherà il percorso istituzionale o se invece non possa rappresentare una complicazione delle nostre strutture».

Infine Rasmussen. Il fresco reduce dal semestre di presidenza dell’Unione europea ha improvvisamente cambiato idea e si è schierato anche lui a favore di una Presidenza del Consiglio «più moderna», suggerendo per l’incarico un’alternanza tra i Paesi Ue in tre categorie, di grandi, medie e piccole dimensioni.