“CORRIERE DELLA SERA”

 

16 gennaio 2003

 

 

L’Europa e la svolta necessaria

di CARLO AZEGLIO CIAMPI e JOHANNES RAU*

Come cinquant’anni fa, l’Europa si trova nuovamente alla vigilia di una grande svolta. Allora, a pochi anni dalla fine della più terribile tra tutte le guerre della storia del nostro continente, si trattava di stabilizzare in maniera durevole la pace appena riconquistata tra gli Stati europei, e di promuovere la ricostruzione delle società civili e delle economie devastate dal conflitto. Oggi occorre un nuovo slancio per attuare con successo l’allargamento deciso a Copenaghen, e rafforzare la capacità di governo dell’Unione Europea. In questo spirito, entrambi quindi consideriamo non rinviabili e prioritari il rafforzamento e l’approfondimento dell’identità politica dell’Unione Europea.
All’inizio dell’integrazione europea, i nostri comuni obiettivi erano la creazione e il mantenimento della stabilità politica e del benessere economico. Il nostro successo deriva dall’esperienza tragica della Seconda Guerra Mondiale. I cittadini erano allora ben consapevoli che l’Europa non avrebbe potuto sopportare altre guerre intestine. Non esistevano quindi alternative a una politica di riconciliazione e cooperazione.

A questa linea s’ispirò la Comunità del Carbone e dell’Acciaio: quella prima creazione comunitaria fu imperniata sulla rinuncia a parti di sovranità nazionale per gestire insieme una nuova sovranità. Quell’approccio innovativo è diventato sostanza. In molti si è offuscata la memoria delle motivazioni e degli obiettivi indicati dai Padri fondatori dell’Europa.

Perciò, come Presidenti di due Stati fondatori - la Germania e l’Italia - e come testimoni che hanno vissuto in prima persona gli anni della guerra e della ricostruzione, avvertiamo il dovere di rammentare la perdurante validità dei grandi obiettivi dell’integrazione europea: non si dovrà tralasciare alcuno sforzo per rinsaldare tra i popoli europei i legami atti a guidarli verso un avvenire comune.
* Presidenti della Repubblica Italiana e della Repubblica Federale Tedesca

E' questo il messaggio che rivolgiamo con fiducia alle giovani generazioni.
Oggi, all'inizio del XXI secolo, l'Europa affronta nuove sfide: il definitivo superamento della divisione nel continente e la globalizzazione economica e politica. Solo un'Unione Europea capace di un'azione incisiva potrà fornire risposte adeguate. La decisione dell'allargamento dell’Unione Europea, che ha tutto il nostro plauso, non deve indebolire la voce dell'Europa nel mondo. Tanto più con venticinque o più Stati membri, è dovere dell'Unione Europea di rinvigorire la propria capacità decisionale e operativa ed essere in grado di affermare efficacemente i propri valori e i propri interessi.
I lavori della Convenzione hanno proceduto sin qui in modo incoraggiante, con un alto grado di convergenza tra le parti. Ci sono le premesse perché ne emerga un testo di grande forza giuridica ed autorevolezza politica. Se così sarà, esso avrà effetti determinanti e duraturi sul futuro dell'Unione Europea.
L'elaborazione del testo costituzionale e l'attuazione dell'allargamento devono procedere di pari passo. Riteniamo perciò necessario che entro l'estate di quest'anno la Convenzione concluda i suoi lavori con una proposta unitaria e che la successiva Conferenza Intergovernativa possa completarne l'opera entro la fine del 2003.

L'Europa è uno spazio di civiltà composto dalla varietà di culture e di tradizioni che in essa si riconoscono; possiede strutture istituzionali e di governo uniche; non è un raggruppamento regionale o un'area di libero scambio; costituisce un'unione di Stati che, attraverso la combinazione sapiente di sovranazionalità e cooperazione intergovernativa, consolida la propria capacità decisionale e di rappresentanza di valori e d'interessi autenticamente europei. Al tempo stesso, l'Europa è un'unione di cittadine e cittadini che, al di là dei confini nazionali, decidono democraticamente su questioni europee.


Quest'identità europea va ulteriormente consolidata attraverso il rafforzamento dell'Unione. Di fatto, sia nel sentimento degli individui sia nell'opinione pubblica, l'identità europea è già assai più radicata di quanto molti politici siano disposti a riconoscere.

La Costituzione dell'Unione Europea rinsalderà ulteriormente la comune identità civile e sociale dell'Europa, consoliderà l'appartenenza comune. Così come l'Unione monetaria e l'introduzione dell'euro hanno rafforzato l'identità economica degli europei, una Costituzione che getti le basi di un'unione politica promuoverà la loro identificazione con l'Europa. Anche per questo, il testo della futura Costituzione dovrà includere la Carta Europea dei Diritti Fondamentali, che costituirà un punto di riferimento cui i cittadini europei potranno fare appello.

Ci aspettiamo che la Costituzione europea regoli più chiaramente ed in modo comprensibile per i cittadini la ripartizione dei compiti di governo in seno all'Unione Europea, secondo il criterio della sussidiarietà, dell'efficienza e della trasparenza.

* La forza propulsiva dell'Unione è rappresentata dall'equilibrio del triangolo istituzionale: Parlamento, Consiglio e Commissione. Tutte e tre le istituzioni debbono essere rafforzate non a scapito l'una dell'altra, ma in eguale misura e lavorare in sintonia, con efficacia e trasparenza.
E' indispensabile una più chiara legittimazione democratica degli organi preposti alla gestione dell'Unione. In seno alla Convenzione si stanno dibattendo diverse ed interessanti proposte, riguardanti ad esempio il rafforzamento del Parlamento Europeo, le modalità di scelta del Presidente della Commissione, il ruolo del Consiglio come importante organo decisionale e una migliore rappresentanza esterna dell'Unione Europea.

La cooperazione paritaria tra tutti gli Stati membri, indipendentemente dalle loro dimensioni, è sempre stata una delle chiavi del successo dell'integrazione europea. Parallelamente, gli Stati che intendono compiere ulteriori progressi nell'integrazione dovranno poterli attuare nel quadro di una cooperazione rafforzata. In tal modo, un gruppo aperto di Stati potrà imprimere nuovo impulso all'Unione.
L'euro è un esempio di sovranità esercitata congiuntamente e di una volontà di coesione, capace di ispirare e sviluppare appieno le potenzialità dell'Unione.

Il nostro continente deve affrontare compiti e sfide che non ammettono rinvii. Troppe volte l'Unione Europea ha rivelato un'insufficiente capacità di agire, in particolare nel campo della politica estera e in quello della sicurezza.

Abbiamo bisogno di operare con maggiore incisività anche a fronte di numerosi altri problemi, quali ad esempio quelli di una configurazione equa della divisione mondiale del lavoro, della lotta alla criminalità internazionale organizzata e al narcotraffico, di una valida gestione delle conseguenze degli sviluppi demografici e dei rischi ambientali globali.

Pertanto invitiamo tutti coloro che contribuiscono al processo di integrazione del nostro continente a portare avanti le riforme con rapidità e decisione.

Quanto a noi, in qualità di Presidenti dei nostri rispettivi Paesi, faremo tutto ciò che è in nostro potere per contribuire a questo nuovo avanzamento europeo.