IL MATTINO
15 marzo 2003
al Premio «Mediterraneo»
di Costanza
Falanga
Ibillin è un piccolo villaggio della Palestina dove ogni giorno 4500 bambini e
studenti palestinesi, musulmani, cristiani e ebrei apprendono insieme.
Dimostrando al mondo intero come sia possibile una pacifica convivenza tra
popoli. Sui banchi di questa scuola, ogni giorno, prende vita la missione di
Elias Chacour, sacerdote a Ibillin, cristiano, arabo e cittadino d'Israele, uno
dei pochi testimoni di una coesistenza in Medio Oriente. La missione di Chacour
è una missione d'amore tutt'altro che semplice, è una vera sfida: costruire una
terra di pace dove possano vivere insieme tutti i figli di Dio che oggi si
combattono e si uccidono a vicenda. A quest'uomo tanto singolare l'Accademia
del Mediterraneo, e la Fondazione omonima presieduta da Michele Capasso, ha
voluto assegnare il Premio Mediterraneo di Pace 2003, nel corso del Seminario
internazionale dedicato ad "Una politica per la pace" che si è svolto
alla Maison de la Méditerranée di Napoli, in occasione della visita del
segretario generale del Consiglio d'Europa Walter Schwimmer. Un Premio che
arriva a Chacour alla vigilia della scadenza dell'ultimatum americano all'Iraq.
"Bisogna convincersi di una cosa: che se ci sarà la guerra, s ripercuoterà sul mondo intero - afferma con amarezza padre Chacour. Se questa guerra ci sarà, farà tre milioni di vittime in due settimane. E a questo punto bisogna chiedersi chi è il vero terrorista. La verità è che ciò che non è riuscito a fare il grande Bush sarà fatto dal piccolo Bush." All'incontro con questo "altro uomo di Galilea", che dedica la sua vita alla riconciliazione di israeliani e palestinesi malgrado la dolorosa vicenda del suo popolo, hanno partecipato tanti ragazzi che lo hanno ascoltato con attenzione ed entusiasmo, insieme con Caterina Arciadiacono, vicepresidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, Luigi Anzalone, assessore ai rapporti con il Mediterraneo della Regione Campania, Nullo Minissi del Collège de la Méditerranée, al Rettore dell'Orientale Adriano Rossi e a padre Giuseppe Reale, presidente del Centro francescano "Oltre il Chiostro".