"IL DENARO"

24 febbraio 2001

CAMPANIA: I GIOVANI SONO LA RISORSA EUROPEA

Il Commissario europeo Monti indica la via per il riscatto del Sud

di Michele Capasso

Napoli, 19 febbraio 2001. In una gelida sala del Castel dell’Ovo, riscaldata solo dai colori del mare illuminati da un terso sole di febbraio, Mario Monti, Commissario europeo, si infila il gilet sotto la giacca prima di iniziare il suo intervento.

E’ un appuntamento importante promosso dal "Centro Mezzogiorno – Europa" guidato da Andrea Geremicca e promosso da Giorgio Napolitano, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo.

Primo relatore è Claudio Azzolini, presidente di Europa Mediterranea, che sottolinea il ritardo con cui il Mezzogiorno si è adeguato alle regole europee. Le difficoltà sono numerose e vanno dalla incertezza ambientale (caratterizzata da micro e macrocriminalità) alle difficoltà oggettive di carenze di formazione. Azzolini sottolinea l’importanza della relazione "Mezzogiorno – Mediterraneo", ricorda il ruolo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo quale parte dirigente di un’azione tesa a restituire identità, competenza e professionalità agli attori della Società civile euromediterranea.

Il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino sottolinea l’importanza del corretto utilizzo dei fonfi europei del POR 2000-2006: "una sfida – afferma – importante e ricca di opportunità, ma irta di ostacoli e vincoli da rispettare che richiede un forte impegno. Questa sfida, alla pari dell’Euro, significa per il Mezzogiorno imparare a nuotare in mare aperto, lasciandosi alle spalle le spiagge del protezionismo e dell’assistenzialismo, per dirigersi verso una nuova spiaggia: europea, internazionale, più giusta". Bassolino continua evidenziando come la città di Napoli abbia raggiunto le massime vette della sua storia proprio nei momenti di massima apertura internazionale: "l’internazionalizzazione – dice –è nei geni di questa città e dell’intero Mezzogiorno. La Regione Campania intende oggi invertire la rotta e qualificare l’utilizzo dei Fondi europei: occorre recuperare le risorse del passato ed impostare i nuovi fondi mettendo in primo piano le risorse naturali e culturali, non come fattori esterni allo sviluppo, bensì come cardine principale per un progresso condiviso. La regione Campania ha individuato prioritariamente grandi attrattori culturali: Pompei ed Ercolano, Paestum, i Campi Flegrei, Caserta con la Reggia e San Leucio". Bassolino conclude assumendo impegni precisi nell’ambito della formazione: "bisogna moralizzare e risanare – afferma – eliminando un grande paradosso: proprio nel Mezzogiorno, dove c’è grande disoccupazione, al tempo stesso vi è la materia prima del nuovo millennio: i giovani, che vanno formati ed inseriti nel mercato del lavoro, basato sulla valorizzazione delle risorse culturali".

Mario Monti ringrazia Giorgio Napolitano e conferma l’insufficienza dell’informazione europea, annunciando altresì l’apertura, nel prossimo maggio, di un’antenna europea a Napoli frutto di un accordo tra Comune, Università e Commissione ( antenna realizzata grazie al forte impegno di Biagio de Giovanni,che ha preceduto Napolitano alla Presidenza della Commissione del Parlamento europeo e che da anni si è impegnato per restituire a Napoli un ruolo di riferimento nell’Europa e nel Mediterraneo). Monti ricorda la sua partecipazione al II Forum Civile Euromed – organizzato dalla nostra Fondazione – e sottolinea i progressi realizzati ma anche alcune evidenti lacune: come l’utilizzo solo del 6% della Sovvenzione globale per il Centro Antico di Napoli. Il Commissario evidenzia due priorità da comprendere nelle azioni previste dal POR: la lotta alla criminalità e la riforma della pubblica amministrazione: ma la vera sfida dell’Unione europea è "la valorizzazione del Capitale umano. I giovani del Mezzogiorno – conclude Monti – devono costituire una risorsa per il nostro futuro. Dobbiamo essere capaci di trasformare un’Unione Europea nata sul carbone e sull’acciaio in una struttura del Capitale umano. Tutto questo richiede decisioni concrete, professionalità, conoscenza e rispetto delle regole europee".

Prima del suo intervento, visitando il Castel dell’Ovo, Monti si è intrattenuto con chi scrive, con Azzolini, Napolitano, Geremicca e Marone. Ho ricordato al Commissario – che da tempo segue con attenzione gli sviluppi della nostra attività – il suo auspicio a sviluppare nella Città di Napoli e nella Campania una capacità a ‘pensare europeo’ e ‘respirare mediterraneo’.

Il progetto della "Maison de la Méditerranée", a lui sinteticamente illustrato, si prefigge proprio questo scopo, innestando potentemente e rapidamente i sistemi culturali, economici ed istituzionali della Campania (che in questo assumerebbe ruolo di capofila dell’intero Mezzogiorno) nell’ambito del processo di integrazione della regione euromediterranea.

L’idea che sottostà all’operazione è quella di accelerare gli sviluppi attuativi del Protocollo di Barcellona, dando vita a nuove strutture e nuove opportunità per il dialogo partenariale, allo scopo di dissipare le diffidenze di ordine etico e culturale che nello stesso tempo limitano le relazioni tra i Paesi ed impediscono la crescita accelerata dei mercati.

Si tratta di implementare quel modello di relazioni interinstituzionali che va sotto il nome di "diplomazia culturale" e che ha da tempo dimostrato la sua estrema utilità nelle relazioni internazionali, ma che non è stato mai dispiegato in tutte le sue potenzialità ed estensioni nell’ambito del bacino euromediterraneo.

In estrema sintesi il modello prevede:

  1. una filiera di "Piani d’Azione", cioè di programmi attuativi che, affrontando le principali problematiche della conviveza civile del Mediterraneo, mettano capo a progetti esecutivi di trasformazione territoriale e sociale nei diversi paesi, cofinanziati dagli organismi internazionali e nazionali, gestiti attraverso accordi di partenariato-gemellaggio, e realizzati dagli operatori privati che rispettino gli standard di qualità disegnati su base partenariale. Sono attualmente in corso di predisposizione Piani d’Azione sulle tematiche dell’Ambiente e della Protezione del Mediterraneo, della gestione delle acque e delle altre utilities di carattere urbano, della riorganizzazione del mercato agroalimentare del Mediterraneo, in particolare per la tutela della sicurezza alimentare nei grandi contesti urbani, della organizzazione dei servizi sanitari, della integrazione e valorizzazione sociale delle comunità di immigrati. Per ciascun Piano d’Azione, la MdM può contare su partner scientifici e gestionali di altissimo profilo con i quali sono stati sottoscritti protocolli di cooperazione.
  2. la realizzazione di un "Network di Consultazione Permanente" tra i partner del dialogo euromediterraneo, sostenuto sul piano strumentale da un sistema telematico internazionale dedicato alla Maison de la Méditerranée , ed animato da meeting di carattere settoriale e periodico, preparati fattivamente e consensualmente da rappresentanze permanenti. Attività relazionali che convergono, annualmente, nelle grandi Assise Plenarie del Mediterraneo cui partecipano i rappresentanti dei governi ai diversi livelli istituzionali, gli uomini delle istituzioni culturali, i leader dell’economia emergente, i portavoce della società civile organizzata, che danno luogo all’insieme delle Fondazioni legate alla Maison de la Méditerranée;
  3. l’esecuzione di un vasto programma di studi dedicato al confronto sistematico tra le culture del Mediterraneo, mirante a sostenere scientificamente e tecnicamente i "Piani d’Azione" prima citati, a creare il capitale umano di carattere trasnazionale necessario alla integrazione euromediterranea, ed a porre le basi per la realizzazione di grandi processi di trasferimento sociale del sapere che, nel lungo periodo, conducano i popoli della regione ad un più elevato stadio di conoscenza reciproca.