IL DENARO

28 giugno 2003

 

I sentimenti europeisti di Craxi

Il Palais de l’Europe di Strasburgo ospita una mostra di litografie del leader socialista

 

Bettino Craxi debutta postumo come artista in Europa. Una mostra di litografie, molto significative per valutare la sensibilità umana del grande uomo politico oltre che il suo talento artistico, è stata esposta a Strasburgo nella sede del Consiglio d'Europa.

Trentacinque litografie di Bettino Craxi, su una produzione di 113 opere, esposte al Palais de l’Europe, proprio dove si riunisce quella Corte europea dei Diritti dell'uomo che respinse, troppo tardi, le sentenze pronunciate in Italia contro di lui. Alla presenza del segretario generale del Consiglio Walter Schwimmer, del presidente Peter Schieder e del segretario generale Bruno Haller dell’Assemblea parlamentare, di molti parlamentari e diplomatici italiani ed europei, Claudio Azzolini, presidente della Delegazione parlamentare italiana al Consiglio d'Europa e vice presidente dell'Assemblea, ha inaugurato la mostra di Bettino Craxi intitolata “In the world”.

Alla cerimonia è intervenuta Stefania Craxi, figlia dello Statista e presidente della Fondazione Craxi, la cui missione è di divulgare lo spirito umano del padre, ma anche di approfondire il dramma di una vita dedicata al bene del proprio Paese e all'anelito per la giustizia.

 

 

Le litografie svelano le verità dello statista scomparso

 

di Stefania Craxi

 

Vorrei anzitutto esprimere i miei sentimenti di riconoscenza per i promotori dell’iniziativa, per il signor Presidente che l’ha permessa, per l’onorevole Azzolini e per tutti coloro che si sono prodigati affinché questa curiosa mostra d’arte si facesse, la mostra delle opere artistiche di un uomo politico che è stato importante nel suo Paese e nel mondo fin quando non è stato travolto da una tempesta di cui è ormai evidente, a distanza di dieci anni, l’ingiustizia, la parzialità, lo scopo designato.

Questa mostra è importante anche e proprio per la singolarità del caso Craxi. Craxi è un uomo politico che tutti conoscono per la sua opera politica, che tutti possono giudicare per quello che ha fatto politicamente. Se ne conosce il carattere, l’intelligenza, la capacità di decidere: rimane in ombra l’uomo, le sue convinzioni ideali, la sua visione del mondo, le sue passioni, le sue emozioni, quelle regole non scritte che guidano la vita di ciascuno di noi.
E’ questo individuo, questi sentimenti, la verità dell’uomo Craxi che questa mostra disvela. Dietro ogni opera d’arte c’è una scelta dell’intelligenza, un moto dell’anima, un suggerimento della fantasia: ed ecco, dietro le opere di Craxi, apparire il senso della pietà, dell’ingiustizia, la denuncia della violenza, della sopraffazione, l’anelito alla pace e alla fraternità. Dietro alla sua storia politica, dietro alla decisioni, alle vittorie, alle sconfitte, l’uomo Craxi era questo.
Ma dalle opere di Craxi emerge anche un sentimento che è fuso della natura stessa di Bettino e l’ha distinto anche da tutti i grandi personaggi del socialismo europeo: l’amore per la libertà, la sua fede libertaria che l’ha portato ad aiutare i perseguitati politici di tutto il mondo e a giacere lui, oggi, ad Hammamet, lontano dalla patria, quando il perseguitato politico è stato lui, Bettino Craxi.
Mi corre l’obbligo di ricordare i sentimenti europeisti di Bettino Caxi. Penso che basterà citare qualche riga di un intervento fatto nel 1988 all’”European Business Forum”: “ Vi è nel mondo una grande domanda di Europa. Non solo di un’Europa ricca, fondata su regimi democratici stabili, ma anche di una Europa che sia maggiormente in grado di assumersi la propria responsabilità nella gestione degli affari internazionali.

La logica del mercato interno non può essere soltanto mercantile ed introversa. L’ulteriore sviluppo dell’integrazione europea va visto come un elemento essenziale per rivitalizzare le economie dei Paesi comunitari ma anche per favorire il riequilibrio nord-sud, per allargare e riequilibrare l’area dei commerci mondiali, per contribuire alla stabilità e alla pace”. Sono parole di quindici anni fa. Bettino era un amatore di Altiero Spinelli e al suo testo si era ispirato per affrontare, durante il semestre in cui era presidente di turno della Comunità, il problema fondamentale e terribile del passaggio della Comunità economica alla Comunità politica. Bettino riuscì nell’intento superando l’ostinata resistenza della signora Taetcher, i dubbi di Chirac, la contrarietà di Papandreu ma in cuor suo pensava di avere ottenuto poco: se potesse vedere i problemi che affliggono oggi la Comunità! Ma potrebbe valere un’altra affermazione contenuta nel medesimo discorso al “Business Forum”: “Fin dal suo inizio, tutta la logica della costruzione comunitaria è stata caratterizzata dalla necessità di andare avanti per l’impossibilità di tornare indietro. Tutto sta nell’avere fiducia; a non scoraggiarsi di fronte elle difficoltà; a saper valutare i vantaggi di domani a fronte dei sacrifici di oggi”. Auguriamoci che questa stessa filosofia illumini gli attuali protagonisti della vicenda europea.

Signor Presidente, onorevoli deputati, gentili signore e signori, non sono un critico d’arte e sebbene la mia passione filiale mi sospinga a parlarvi ancora a lungo di mio padre, soprattutto degli anni dolorosi e disperati dell’esilio, penso di non dover aggiungere altro. Spetterà a chi ha la giusta competenza confermare o meno il favore con cui questa mostra itinerante è stata accolta nei vari centri in cui è stata allestita.

A tutti voi, alle illustri autorità, a tutti i presenti ancora il mio ringraziamento.

 

 

Strasburgo, sede ideale per la mostra

 

di Claudio Azzolini

 

Signor Presidente, signor Segretario generale, carissimi amici e colleghi, a nome della Delegazione parlamentare italiana e mio personale, desidero ringraziarvi per aver accolto il nostro invito a questa mostra che nelle intenzioni della Fondazione Craxi e della sua Presidente, signora Stefania, vuole rappresentare alla collettività della più antica Istituzione paneuropea il valore artistico e culturale dell’uomo Craxi, da tutti conosciuto esclusivamente come politico di livello nazionale e internazionale.

La Delegazione italiana ha accolto con favore la proposta della Fondazione e, anzi, di tanto la ringrazia per aver scelto la Sede di Strasburgo quale cornice naturale di questa mostra che nelle opere esposte rappresenta i valori dell’uomo e la sua sensibilità.

Queste opere rappresentano in modo “remarcable” la mediterraneità dell’uomo e del politico Craxi.

 

 

Era un artista nonostante lo negasse

 

di Walter Schwimmer

 

Se qualcuno mi avesse chiesto se sono un artista risponderei “No. Sono un uomo politico che ama l’arte e che spera di rimanervi vicino”. Questa frase di Bettino Craxi appare sul poster di presentazione della mostra.

Quale piacere accogliere al Consiglio d’Europa Stefania Craxi, figlia di Bettino e presidente della Fondazione che porta il suo nome.

La mostra avviene su iniziativa della Delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare e del suo presidente Claudio Azzolini. Dell’uomo pubblico, che è stato il presidente del Consiglio dei Ministri più longevo della Repubblica italiana, sappiamo quasi tutto. Ma quello che ci viene presentato oggi è il lavoro artistico dell’uomo nella sua sfera privata, anche se l’impegno e il patriottismo dell’uomo di sinistra emergono da molte opere esposte. Accanito sostenitore del dialogo Nord-Sud, Bettino Craxi ha concluso la propria carriera come inviato delle Nazioni Unite, prima di scegliere l’esilio di Tunisi, dove poi è morto. Oggi Bettino Craxi trasmette una visione personale del passato di un Paese che l’ha accolto al termine della sua vita. Basta guardarsi attorno oggi per capire che Bettino Craxi, nonostante il suo diniego, era un artista.