IL
MATTINO
21 giugno 2003
di Angelo Iaccarino
La Campania la vuole a Napoli, la Sicilia a
Palermo. Il dibattito sulla dislocazione della sede della Banca euromediterranea, una costola della Bei (Banca europea di
investimenti) entra nel vivo. E se c’è il rischio che le regioni meridionali,
da un lato, si dividano candidando ciascuna il proprio capoluogo, dall’altro
sono unite nel dire no all’ipotesi Milano lanciata nei giorni scorsi da Bruno Ermolli, presidente dell'agenzia speciale della Camera di
Commercio di Milano.
Da Palermo alza la voce Gianfranco Miccichè, toccato
nella sua sicilianità. «La sede a Milano? È una
provocazione - sbotta il viceministro dell’Economia -
Certo, il capoluogo lombardo ha il diritto di farsi avanti, come capitale
economica, ma una candidatura milanese ad ospitare la sede della banca euromeditarranea non avrebbe alcuna logica geografica.
Piuttosto, candido Palermo: da siciliano dico che è quella la sede più logica,
in quanto capitale dell’euromediterraneo; da viceministro
dico: ben venga una banca che serva alle regioni del Mediterraneo».
A Miccichè fa eco Raffaele Fitto. Il governatore
della Puglia è «stupito» dalla ipotesi di una candidatura milanese. «La Puglia
- dice Fitto - non si candida perché non avrebbe senso criticare altri che si
candidano: vogliamo capire ragioni e logica in base alle quali viene scelta
questa o quella sede. Sono convinto che la Puglia e le altre Regioni del Sud
abbiano una possibile centralità nel Mediterraneo».
Intanto, con una lettera al governatore della
Campania, Antonio Bassolino, e al sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, la Confapi Campania
chiede di agire, di concerto con tutti gli attori dello sviluppo presenti in
Regione, per «candidare Napoli a sede della Banca Euromediterranea».
«La proposta Milano - afferma Dario Scalella,
presidente Confapi Campania - credo sia frutto della
calura estiva. Il capoluogo lombardo è probabilmente la città più ricca e più
europea in Italia, ma che c'entra con il Mediterraneo? La sede della Femip (facility degli
investimenti per il parternariato euro-mediterraneo),
un organismo dotato di 10 miliardi di euro, attraverso cui la Bei punterà a
finanziare fino al 2006 prestiti e programmi di formazione a sostegno delle
piccole e medie imprese anche dell’Africa mediterranea non può che essere
localizzata al Sud». E secondo Scalella «Napoli ha
tutte le carte in regola per candidarsi».
«Napoli è la citta-capitale più autorevole e
legittimata per candidarsi insieme a Palermo». Lo sostiene Antonio Pezzella, responsabile nazionale trasporti di An, accogliendo - scrive - l'invito lanciato nei giorni
scorsi da «Il Mattino».
Intanto, Gerlando Genuardi,
vicepresidente della Bei, invita ad abbassare i toni. «Ci atterremo alla
decisioni del Consiglio d'Europa - dice - Per ora la Bei ha uno sportello che
si occupa dell'area euromediterranea, se sarà deciso
di potenziarlo, ci attrezzeremo». E ricorda che si parla già delle candidature
di Barcellona e Marsiglia.
Per lo sviluppo dell’area mediterranea una nuova
Banca «non sarebbe una condizione sufficiente di per sè,
ma dovrebbe abbinarsi a nuovi strumenti finanziari per il settore privato, più
flessibili - scrive Confindustria tra le proposte per
il partenariato euromediterraneo durante l’incontro tra il Comitato
Mezzogiorno, guidato da Francesco Rosario Averna, e
il vice ministro alle Attività produttive Adolfo Urso
- che favoriscano un aumento del volume degli investimenti».