9 settembre 2003
di Francesco Parlato
NAPOLI – I temi
dell’immigrazione illegale e clandestina, con particolare attenzione agli
irregolari che lavorano in agricoltura e agli anziani, ma anche il processo di
integrazione e la cruciale stagione della fase costituente. Sono gli argomenti
al centro della riunione della Commissione permanente dell’Assemblea
parlamentare del Consiglio d’Europa che si è aperta ieri a Napoli con l’intervento
del presidente della Camera, Pierferdinando Casini, e del vicepresidente del
Senato, Domenico Fisichella. Ai lavori, ospitati dalla Fondazione Laboratorio
Mediterraneo, partecipano il presidente dell’Assemblea parlamentare,
l’austriaco Peter Schieder, 18 vicepresidenti, tra i quali Claudio Azzolini,
che è anche capo della delegazione parlamentare italiana a Strasburgo. Fra i
parlamentari italiani presenti al meeting (la Commissione permanente di
riunisce solo due volte all’anno ed ogni volta in paese europeo diverso), i
senatori Crema, Nessa, De Zulueta, con Iannuzzi, Bianco e Ranieri.
Complessivamente sono circa 90 i parlamentari che partecipano alla riunione,
delegati dai parlamenti nazionali dei 45 Paesi aderenti al Consiglio d’Europa.
“Si avvia a realizzarsi, sia pure lentamente e tra incertezze e difficoltà – ha
sottolineato Casini nel suo intervento -, la prospettiva in termini di
contrapposizione, ma di integrazione complementarietà”. E “sottotesa alla ricca
esperienza maturata dal Consiglio d’Europa in oltre un cinquantennio di storia
– ha spiegato Casini – resta l’originale intuizione che fu di Churchill e dei
“padri fondatori” del disegno europeista, Adnauer, De Gasperi e Schuman: la
diversità può diventare un irrimediabile tratto do debolezza se si affermano le
spietate centrifughe e le paure ancestrali, ma può invece rilevarsi un
imbattibile punto di forza se si fanno prevalere i fattori della comprensione
reciproca e dell’integrazione”. E dal ruolo del Consiglio d’Europa in questa direzione,
anche il vicepresidente del Senato ha riconosciuto un “valore aggiunto”:
“L’edificazione di una forma avanzata di cooperazione europea deve avvenire –
ha detto Fisichella intervenendo ai lavori – senza disconoscere le variegate
diversità nazionali e culturali esistenti del nostro continente, che sono poi
la sua ricchezza e il suo fermento”. A giudizio di Fisichella, è opportuno che
“l’Assemblea vigili costantemente e che non vengano ridotto in parametri
dell’approccio del Consiglio d’Europa verso i diritti umani”.
“In secondo luogo – ha
sottolineato – è opportuno che l’Assemblea rafforzi la sua funzione volta a
ridurre il “deficit di visibilità” del Consiglio d’Europa