IL DENARO

 

9 settembre 2003

 

Suzanne Mubarak, paladina di pace

 

di Michele Capasso

 

Oggi, alle ore 19, presso la sede centrale di Napoli della Maison de la Méditerranée, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo - con l’Accademia del Mediterraneo-Maison de la Méditerranée e la Regione Campania - consegnerà a Su zanne Mubarak, consorte del presidente della Repubblica Araba d’Egitto e presidente della Bibliotheca Alexandrina, il “Premio Mediterraneo di cultura 2003”.
Sarà questo l’inizio delle attività culturali dell’anno “Italia-Egitto” che si svolgeranno nei due Paesi fino alla fine del 2004 sotto il coordinamento dei ministeri degli Affari esteri e dei Beni culturali (vedi programma in pagina).
Accompagneranno la signora Mubarak il ministro della Cultura Farouk Hosni, gli ambasciatori Bedeir e Zekri ed altri esponenti del mondo politico e culturale egiziano.
In questa occasione saranno illustrati i punti principali del Protocollo di collaborazione permanente sottoscritto dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo e dalla Bibliotheca Alexandrina.

Da cinque anni il Premio Mediterraneo viene assegnato a personalità del mondo politico, culturale, scientifico e sociale che si sono distinti per la loro azione a favore dei Paesi euromediterranei. Tra questi re Hussein di Giordania, re Juan Carlos I di Spagna, re Hassan II del Marocco, Lea Rabin, il cardinale Roger Etzchegaray, i cantanti Noa, Nabil e Moni Ovadia, il presidente della Repubblica di Macedonia Gligorov. Di seguito Il Denaro pubblica l’intervento di Michele Capasso, presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo - Maison de la Mediterranèe.



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E’ con grande piacere e orgoglio che oggi, Signora Suzanne Mubarak, La riceviamo a Napoli, città gemellata con Alessandria, per consegnarLe il Premio “Mediterraneo di Cultura” che la nostra Fondazione attribuisce, ogni anno, a una personalità o ad un’istituzione che ha operato, in maniera significativa, alla promozione della cultura nel “Mare Nostrum”, contribuendo così al dialogo culturale tra le due rive e al consolidamento del conseguimento della pace tra i suoi popoli.

Il Premio “Mediterraneo di Cultura” della nostra Fondazione viene, oggi, a sottolineare l’opera esemplare intrapresa ad Alessandria per la rinascita della sua Biblioteca e la parte preponderante che Lei ha svolto, personalmente, nella promozione del progetto e per il buon esito raggiunto.

Tutti riconoscono il ruolo preminente che la città d’Alessandria e la sua Biblioteca hanno tenuto nel Mediterraneo antico realizzando uno dei primi sincretismi culturali della sua storia tra la profondità spirituale e la magnificenza del patrimonio della civiltà dei Faraoni e lo splendore filosofico e i progressi scientifici della civiltà ellenica.

Ma si è ben sottolineata la diversità dei saperi sviluppati in seno all’antica Biblioteca che dà alla sua produzione culturale questo carattere pluridisciplinare così incredibilmente moderno.

Da Eudosso di Cnido che ci diede la scomposizione di un anno in 365 giorni e un quarto a Archimede e il suo principio, d’Aristarco di Samo che scoprì, per primo, che la terra gira intorno al sole a Eratostene che calcolò la prima misura della circonferenza della terra, la scienza scintillò di mille fuochi nell’antica Biblioteca e trovò forse il suo compimento ideale nei fondamentali lavori del grande Euclide.
La medicina non fu inferiore con Claudio Galeno la cui opera fu ripresa dai più grandi medici fino al XVII° secolo.

Dal canto suo, Claudio Tolomeo rivoluzionò l’astronomia grazie alla sua somma dal titolo “L’Almagesto” che fu l’opera di riferimento di Copernico e di Keplero. La filosofia, la letteratura, la storia e la geografia conobbero, ad Alessandria, uno sviluppo senza paragoni.

E come dimenticare di citare, in Sua presenza Signora presidente, l’unica grande filosofa e matematica di questo periodo esemplare, Ipatia, di cui la maggior parte delle opere sono scomparse ma delle quali ne apprezziamo l’importanza attraverso la corrispondenza che ella intrattenne con il filosofo greco, originario di Cirene, Sinesio.
La lezione di Alessandria fu di un’incredibile modernità. Ed è per tale motivo che questa città emblematica non si accontentò di costituire il primo anello di una catena di trasmissione del sapere:essa seppe restare sempre aperta agli stimoli esterni e riuscì a fare della diversità un arricchimento.

In epoca moderna, infatti, essa seppe fare incontrare gli artigiani della propria rinascenza endogena (gli scrittori Tewfik al Hakim e Edouard Kharrat, il musicista Sayed Darwick, il cineasta Youssef Chakine, il pittore Farouk Hosni, divenuto Ministro della Cultura, il quale saluto calorosamente per la sua presenza fra di noi nella sua doppia veste di ministro e membro-fondatore dell’Accademia del Mediterraneo) con le creature venute da differenti orizzonti culturali che vi sono nate o che vi hanno posto le proprie radici (i greci Cavafy e Stakis, l’inglese Lawrence Durrel, il francese Gorge Moustaki e l’italiano Ungaretti).

L’architettura scelta per la nuova biblioteca d’Alessandria ha la forma di un disco solare. Bella scelta e quanto mai simbolica. Grazie al suo impegno personale per fare rivivere, sotto nuove forme e con tecniche appropriate, la Biblioteca d’Alessandria, Lei ha, signora Mubarak, con l’aiuto di tutta l’equipe di lavoro della nuova istituzione, contribuito a fare emergere dalle onde di un mare dove si era da troppo tempo immerso, il disco splendente d’Aton-Rà, simbolo immortale dell’illuminazione del sapere condiviso e metafora radiosa di un Mediterraneo ritrovato.
In questi giorni Napoli si presenta come grande capitale in grado di “pensare europeo” e “respirare mediterraneo”: la Sua presenza qui, oggi, rafforza questo “respiro” senza di cui non è possibile alcun pensiero.

A nome mio e dei membri della nostra istituzione Le dico: grazie!