SPEECH/03/458

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Romano Prodi

 

 

Presidente della Commissione europea

 

 

 

 

Condividere la stabilità e la prosperità

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Conferenza Regionale Tempus MEDA -- Bibliotheca Alexandrina

Alessandria d’Egitto, 13 ottobre 2003


Gentili organizzatori,

illustri partecipanti,

signore e signori

Sin dalla sua fondazione, El Iskandariyah, la città che il mondo conosce come Alessandria, è sempre stata un centro cosmopolita e un punto d'incontro per i popoli e le culture.

Dopo la costruzione della grande biblioteca dell'antichità, è anche diventata un tempio della conoscenza.

Mi fa immensamente piacere parlarvi in questo magnifico edificio.

La rinascita della biblioteca di Alessandria è un segno di speranza e di rinnovamento.

·         Di speranza nella nuova coscienza della tradizione culturale e storica e delle risorse dell'Egitto, della sua gente e di tutto il Mediterraneo.

·         Di speranza nella conoscenza come fattore fondamentale di benessere e di prosperità.

·         E di speranza di conoscere meglio l'altro come strada per il rinnovamento del dialogo.

La conoscenza, come gli altri beni culturali e dello spirito, quando viene condivisa cresce invece di diminuire.

Lo stesso vale anche per la stabilità politica e la prosperità economica.

Oggi voglio parlare dei vantaggi di cui abbiamo goduto in Europa in cinquant'anni di integrazione pacifica e di come un numero sempre maggiore di popoli della regione possa godere degli stessi benefici.

Ma in un momento di crisi nella regione, voglio fare una premessa.

I popoli d'Europa non credono nello scontro fra civiltà. La pubblica opinione europea è unita nel rifiutare questo mito. Noi europei vogliamo la pace e il dialogo.

Poiché siamo i vostri vicini più prossimi, l'Europa può essere il ponte fra questa regione e il resto del mondo.

La risposta dell'Europa è la nostra Politica di prossimità. Per costruire la sicurezza assieme ai nostri vicini, non per costruire muri o scudi missilistici. I nostri strumenti sono il commercio, lo scambio e il dialogo.

Con la politica di prossimità, vogliamo creare più chiaramente che in passato un partenariato euro-mediterraneo con i nostri vicini su un piede di parità.

Pa Politica di partenariato prepara il terreno per la stabilità e la sicurezza durature che creano le basi per la cooperazione e la comprensione. Questo è ciò che chiamiamo “soft security” e non tratta di una descrizione ‘difensiva’ come le parole lascerebbero intendere.

Infatti, i rapporti economici e culturali sono la sostanza della strategia sono la sua base si trova nello sviluppo della società civile e nel buongoverno. Essa cerca di dare un volto umano alle nostre relazioni.


In questi giorni bui di violenza e di terrore, noi che ci affacciamo alle sponde africane, asiatiche ed europee del Mediterraneo non possiamo lasciare nessun vantaggio agli estremisti. Non possiamo lasciare che sia la politica della violenza a dettare il ritmo.

Dobbiamo lavorare insieme per gettare le fondamenta della pace e si tratta di un compito improcrastinabile.

Non possiamo elaborare una Road Map nuova ogni due giorni. Non possiamo permettere che il processo di pace esca dai binari ancor prima di partire. Le ragioni sono molteplici:

·         perché i protagonisti del conflitto cercano di scongiurarlo,

·         perché è riduttivo concentrarsi solamente sulla sicurezza,

·         perché le parti possono cadere nella tentazione di preferire un approccio unilaterale a uno multilaterale.

All'Egitto va il nostro plauso sincero, soprattutto in questi momenti difficili, per i suoi sforzi di trovare una via d'uscita nel quadro delle azioni della comunità internazionale. E noi nell'Unione Europea intendiamo dare il nostro contributo.

Una parte di questi sforzi, signore e signori, riguarda la Politica di prossimità che ho già citato. Essa è legata strettamente al nostro allargamento e ne è la conseguenza naturale.

Come sapete, il prossimo anno l'Unione europea comprenderà dieci nuovi membri dell'Europa orientale e meridionale.

L’allargamento è una grande occasione, non un rischio. Un’occasione rivolta ai paesi europei e a quelli della regione attorno all’Unione allargata.

Inoltre l'Unione si prepara ad adottare un Trattato costituzionale che le consentirà di svolgere il suo ruolo nel mondo in modo più efficace.

E questo sarà un bene per tutti; per tutti coloro che credono nella possibilità di una nuova forma multilaterale di governance a livello mondiale che sia più equilibrata e più giusta.

L'allargamento dell'Unione verso oriente è una responsabilità storica. Quando è caduto il muro di Berlino, noi in Europa abbiamo deciso che non volevamo costruire altri muri.

Perché abbiamo imparato che non sono barriere più alte o armi più micidiali che possono garantire la sicurezza; essa è piuttosto il frutto di relazioni più forti e più stabili fondate sulla pace e sulla prosperità-- la “soft security” che ho citato.

Relazioni più solide e pacifiche e scambi intensi sono, in ultima analisi, l'unica forma di sicurezza sostenibile.

In Europa, abbiamo girato le spalle all'estremismo politico, perché l'estremismo genera altro estremismo e la violenza genera solo altra violenza.

Abbiamo cercato di spezzare la spirale della violenza, la logica dell’attacco e della rappresaglia, perché in questo modo non si risolve quasi mai nulla nel breve termine e nessuna soluzione è finale.


Abbiamo messo in comune la nostra sovranità per raccogliere le forze e superare così le nostre divisioni del passato. In questo modo, crescerà l’influenza di tutti coloro che partecipano a questo progetto politico assolutamente unico.

Grazie alla creazione del Mercato unico e alla libera circolazione dei beni, capitali, servizi e persone, all'interno dell'Unione sono svaniti i confini.

Abbiamo creato una nuova area politica, economica e umana. Ora abbiamo deciso di condividere i benefici di quest’area tramite un nuovo approccio alle relazioni internazionali, una nuova filosofia di cooperazione e di partenariato.

Ciò significa stabilire relazioni sempre più strette e più salde con tutti i nostri vicini e creare un “anello di paesi amici” con i quali condividere tutti i vantaggi dell'associazione, tranne le istituzioni dell’Unione.

L’obiettivo è duplice:

·         Assieme ai nostri partner, vogliamo sviluppare un'area di prosperità di stabilità fondata su valori condivisi e sul principio dell'integrazione economica.

·         Inoltre, vogliamo rafforzare i nostri legami politici e umani di cooperazione in un'ampia gamma di settori.

Crediamo che la nostra Politica di prossimità per la Grande Europa sia la strada giusta per andare avanti. E ho scambiato il mio punto di vista con il Primo ministro Ebeid un anno fa.

Ne sono convinto per i seguenti motivi:

·         La Politica di prossimità offrirà maggiori opportunità in termini di mercato, di crescita e di scambi commerciali.

·         Essa estenderà progressivamente l'area delle quattro libertà: le libera circolazione di beni, capitali, servizi e persone.

·         Renderà più intensa la cooperazione nella lotta contro le minacce comuni.

·         Rafforzerà il buongoverno, il rispetto dei diritti umani e delle libertà individuali, lo Stato di diritto e le istituzioni partecipative.

Signore e signori,

Questa è la sostanza della nostra offerta politica.

Noi vogliamo contribuire a questo processo. Credo fortemente che l'Unione europea deve essere pronta ad assistere quei paesi che intendono raccogliere la sfida non solo dal punto di vista finanziario ma anche con tutto il nostro peso politico a sostegno delle riforme.

Ma il ritmo delle riforme e del cambiamento dipende dalle scelte di ciascun paese partner.

Qualsiasi strada ciascun paese vorrà effettivamente prendere, la gamma di relazioni economiche che offriamo in cambio di una migliore governance economica e politica va chiaramente nel senso dei loro interessi.

Ci auguriamo quindi che il processo di ratifica dell'Accordo di associazione fra l’Unione europea e l'Egitto si concluda presto e che l’Accordo entri in vigore il prossimo anno.


Esso istituirà progressivamente un'area di libero scambio grazie al quale i prodotti egiziani diventeranno più competitivi, non solo sui mercati europei ma in tutto il mondo e rafforzerà le nostre relazioni in molti settori rendendole più solide.

Signore e signori,

Naturalmente, la nostra cooperazione comprende altri aspetti.

Non posso dimenticare l'importanza del dialogo e della dimensione umana nelle nostre relazioni con i partner del Mediterraneo.

Sarebbe un errore gravissimo trascurare il Mediterraneo, la culla della civiltà europea, proprio mentre costruiamo la nuova Europa.

Ciò significa istituire un forte partenariato euro-mediterraneo su un piede di parità per il commercio e gli investimenti, per gli scambi nel settore dell'istruzione e per il dialogo culturale e politico.

Abbiamo scelto di porre l'accento sulla cooperazione e non solo sulla sicurezza. Il nostro approccio esclude un approccio a senso unico ed eurocentrico insistendo sul multilateralismo e sulla persuasione, non sull’imposizione e l’unilateralismo.

La necessità del dialogo culturale non riguarda solamente i paesi delle rive Nord e Sud del Mediterraneo. Occorre anche sviluppare il dialogo all'interno della nostra società in Europa dove un gran numero di persone sono originarie di questa regione.

Ciò implica altresì il riconoscimento universale in tutto il Mediterraneo di certi valori e principi sui quali si è fondata in modo particolare l'integrazione europea--a partire dai diritti umani, dal ruolo delle donne società, dai media e dalla società civile.

La mia determinazione ad affrontare la questione mi ha persuaso a istituire un Gruppo di consulenti ad alto livello sul dialogo fra i popoli le culture.

Ritengo che dobbiamo alimentare questo dialogo che si fonda sulla rispetto dell'altro, sull'uguaglianza, sulla libertà di coscienza, sulla solidarietà e sulla conoscenza.

Il Gruppo ha fatto propri questi cinque principi e li ha tradotti in cinque principi operative. Perché è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti.

La conferenza Tempus MEDA di oggi è un primo passo concreto verso un dialogo attivo e concreto.

Ascolterò con grande interesse la presentazione della bozza di relazione del Gruppo e anticipo anche il dibattito che seguirà. Le vostre considerazioni rivestono particolare importanza perché il Gruppo stilerà le proprie conclusioni finali anche alla luce di ciò che verrà detto oggi.

Alcune cose sono già abbastanza chiare, per esempio:

·         una maggiore conoscenza degli altri per rispettarne la diversità;

·         l’importanza della mobilità e il valore concreto della competenza;

·         l'utilizzo dei media come strumento per far crescere l'uguaglianza e la conoscenza reciproca.


La futura Fondazione euro-mediterranea per il dialogo interculturale sarà uno strumento cruciale per un dialogo aperto e concreto. Essa costituirà il primo esempio concreto del nostro partenariato fra pari e una struttura nella quale possiamo lavorare insieme, pianificare progetti comuni e realizzarli.

Poiché si tratterà della prima struttura congiunta con i suoi partner, la Fondazione concretizzerà l’intenzione di dare forma concreta al principio di responsabilità condivisa e al sentimento di appartenere a una causa comune.

La Fondazione deve essere indipendente e di natura non governativa. Deve avere un’organizzazione flessibile e leggera per diventare un catalizzatore, valorizzare i dispositivi e programmi attuali e dare nuovo vigore alle reti che già abbiamo.

La relazione del Gruppo di consulenti ad alto livello contribuirà in modo significativo a individuare gli obiettivi e le attività della Fondazione.

Le personalità della società civile della regione che saranno i consulenti della Fondazione daranno un impulso nuovo alle sue attività e un valore aggiunto concreto a ciò che si sta già facendo nel campo della cultura.

La Fondazione promuoverà gli scambi fra i protagonisti della cultura e del mondo intellettuale. In essa troveranno spazio le personalità più influenti nella pubblica opinione dei paesi del nord e del sud che sono già impegnate nel dialogo. E, in particolare, cercherà di portare avanti il dialogo e di aprirlo alla popolazione.

Ciò significa che la Fondazione dovrà ravvivare il dibattito culturale in corso utilizzando soprattutto le tecniche multimediali. Un’attenzione tutta particolare sarà rivolta ai focus group quali i giornalisti e i giovani.

Noi siamo disponibili a fornire un contributo iniziale di cinque milioni di euro nell’intesa che gli altri partner euro-mediterranei concedano volontariamente risorse iniziali--finanziare o di altro tipo--pari almeno al contributo della Commissione.

Mi auguro che a Napoli il prossimo 2 dicembre sia presa una decisione definitiva sull’istituzione della Fondazione.

E spero che essa sia pienamente operativa entro l'autunno del 2004, perché l'istituzione della Fondazione è un segno della nostra credibilità e della serietà del nostro approccio.

In questo incontro di Napoli, i nostri partner euro-mediterraneo dovranno deliberare sugli altri due punti che rafforzeranno ancor di più la nostra cooperazione.

In campo politico, occorre istituire una nuova Assemblea parlamentare euro-mediterranea con poteri consultivi per approfondire il nostro dialogo politico e rafforzare la cooperazione nel settore della sicurezza.

In campo economico, occorre un nuovo strumento per stimolare lo sviluppo e gli investimenti del settore privato e contribuire a eliminare gli ostacoli maggiori alla crescita e all’occupazione.

Per ragioni finanziarie, politiche e simboliche, la mia preferenza va a una nuova Banca euro-mediterranea controllata dalla Banca europea per gli investimenti. Tuttavia, in questo momento stiamo valutando diverse opzioni per l’istituzione di questo strumento e considerando le possibilità e gli ostacoli.


Signore e signori,

Un altro esempio pratico di ciò che intendo quando affermo che dobbiamo aprire le nostre politiche e condividere tutto tranne le istituzioni è l'estensione del programma Tempus al Mediterraneo nel 2002.

Tempus funziona grazie e delle reti che coinvolgono istituti di istruzione superiore dell'Unione europea e dei nostri paesi partner per garantire un impatto durevole sui sistemi di istruzione.

Oltre ai vantaggi accademici, la cooperazione a questo livello contribuisce a intensificare in modo naturale il dialogo fra culture.

Inoltre, di scambi a livello individuale, scientifico e tecnologico sono cruciali per avvicinare i popoli e per migliorare la conoscenza e la percezione reciproca.

Naturalmente, il dialogo culturale e interculturale non è una panacea né può sostituire la cooperazione in altri settori. Ma mettendo al centro la dimensione umana e facendone il cemento dei legami fra di noi, questo dialogo farà sì che la cooperazione verrà condotta per il bene di tutti.

In particolare, in questo modo si pone fine ai tempi di incomprensioni e di stereotipi negativi fra tutte le persone di buona volontà che vivono sul Mediterraneo.

Ma non dobbiamo fermarci qui; occorre cercare altre soluzioni e attività possibili per avvicinare i popoli della regione euro-mediterranea. E questa conferenza di Alessandria è anche una occasione per guardare al futuro.

Signore e signori,

Nel campo della cultura e della civiltà non ci può essere conflitto.

Né ci può essere conflitto nel campo della fede.

Non devo certo sottolineare il ruolo dell'Egitto nella civiltà mondiale e il suo immenso prestigio culturale.

Anche oggi, il ruolo dell’Egitto in medio oriente è fondamentale.

È fondamentale per la pace nella regione. L'Unione europea è grata all'Egitto per gli sforzi che ha compiuto per dare una risoluzione pacifica ai conflitti della regione, soprattutto in questi giorni oscuri di violenza e di terrore.

L’Egitto è fondamentale per il dialogo nella regione e con l'Occidente.

Signore e signori,

Oggi la comunità internazionale e i popoli della regione dispongono di una Road Map.

Forse non si tratta di una guida ideale, forse gli fanno difetto chiarezza e dettaglio. Ma è tutto ciò che abbiamo per spezzare il cerchio infernale della violenza e della disperazione.

Seguiamola e vediamo dove ci porta.

Non dobbiamo permettere gli estremisti di nessuna parte di far fallire il processo. Non dobbiamo consentire alla logica della guerra, della rappresaglia e della vendetta di distruggere la nostra unica speranza.


Nessuna soluzione militare ai conflitti tra i popoli può essere duratura.

Tutto ciò che ho detto oggi è un appello al dialogo e un ripudio della violenza. E la presenza di tutti noi--qui e oggi--è la prova che questo desiderio di dialogo è condiviso.

Signore e signori,

I romani chiamavano il Mediterraneo “mare nostrum”. Esso tocca molte sponde dell'Africa, dell'Asia e dell'Europa, ha molti volti e umore variabile: a volte è agitato e in tempesta, altre volte è calmo.

Questo nostro mare appartiene a tutti i popoli che abitano sulle sue rive.

Dobbiamo trasformarlo in un’area di scambio e di dialogo. Una golfo di pace di sicurezza, di prosperità condivisa e di conoscenza, un mare in cui i valori umani e il progresso siano sempre anteposti al conflitto e all'ostilità.

Signore e signori,

La grande biblioteca di Alessandria è rinata; adesso il Mediterraneo deve riconquistare la sua unità.

Grazie.