IL MATTINO

4 novembre 2003


Immagini e testimonianze dal ventre di Napoli, Firenze e Berlino

di Donatella Trotta


Una mostra-evento. Per raccontare - attraverso sequenze fotografiche e testimonianze di residenti - la vita quotidiana tra sogni, disillusioni e bisogni in metropoli segnate nel loro tessuto architettonico e sociale dalle trasformazioni generate dall’impatto con il turismo di massa e con la modernizzazione. Un’iniziativa culturale, ma anche politica (come arte del possibile), che coniuga ricerca partecipata sul campo e confronto fra diverse realtà socio-urbanistiche d’Italia e d’Europa, con l’obiettivo di creare così una sorta di Forum collettivo, comparato e aperto (a cittadini e ad esperti) su un tema da tempo al centro del dibattito internazionale: quello della cosiddetta città (e turismo) sostenibile in relazione ai modelli di sviluppo. Innanzitutto umano: «capitale sociale» di relazioni non meno importante - in città d’arte minacciate dal degrado non meno che dal rischio di uno status di luna-park culturali – della ricchezza economica prodotta dalle imprese.

È lo spirito che anima la mostra non a caso intitolata «Narrazioni ed immagini della città: qualità della vita e turismo nei quartieri storici di Firenze, Berlino e Napoli», che si inaugurerà domani a Berlino nella Willy-Brandt-Haus (fino al 30 dicembre), con interventi del presidente del Bundestages tedesco Wolfgang Thierse, dell’ambasciatore d’Italia a Berlino Silvio Fagiolo, del rettore della Technischen Universitaet berlinese Kurt Kutzler, del direttore del Senato accademico Hans Stimmann e degli psicologi Heiner Legewie e Caterina Arcidiacono, curatori dell’iniziativa. Che prima di approdare a Berlino - spiega Arcidiacono, docente all’università Federico II di Napoli presso la cattedra di Psicologia sociale e di comunità che ha collaborato alla manifestazione, con i protagonisti del Master sullo sviluppo sostenibile della Fondazione Laboratorio Mediterraneo - ha avuto due precedenti tappe altrettanto significative a Firenze (dal 13 settembre al 5 ottobre scorso) e a Napoli (lo scorso dicembre, con foto di Antonio Alfano). «Si tratta - spiega ancora Arcidiacono, responsabile del progetto napoletano - di un percorso in rete, che per tre anni ha coinvolto psicologi, architetti, amministratori locali, pianificatori urbani, abitanti, associazioni, ricercatori e utenti di centri storici in cambiamento. Per intercettare, attraverso la percezione di sé e del proprio quartiere da parte di residenti selezionati con criteri qualitativi e poi intervistati e fotografati nel proprio contesto, le vie per una progettualità urbana partecipata e condivisa dal basso, sempre più necessarie in una fase di stallo, dopo la stagione positiva degli anni ’90».

Un’auspicata governance che, tradotta in termini concreti, significa affrontare problemi come la vivibilità e la riqualificazione urbana, la sicurezza, il verde, il traffico e l’inquinamento, accanto a princìpi di tutela attiva del patrimonio monumentale e storico-artistico sancito dall’art. 9 della nostra Costituzione oltre che dall’art. 5 della Convenzione di Parigi del 1972; ma che ha modalità molto diverse tra il centro storico di Firenze, la Spandauer Vorstadt e il Kollwillplatz-Viertel di Berlino e il Centro Antico di Napoli, oggetti dell’indagine europea. Se ne parlerà a Berlino, dove verrà presentato anche «Il Centro Antico di Napoli, anima della città», piccolo catalogo fotografico in tedesco che raccoglie una sintesi della ricerca napoletana, in uscita a dicembre per i tipi della Magma edizioni. Con risultati - per quanto circoscritti per adesso ad una minoranza di testimoni che hanno dato vita proprio in questi giorni ad un’Associazione, Cento per il Centro Antico, per stimolare sinergie tra cittadini e istituzioni - che faranno di certo discutere.