30 ottobre 2003
di Ottavio Lucarelli
« Va giù la vecchia Napoli, ma non celebriamo una fine. Siamo qui perché oggi parte una nuova era per la nostra città ». Ci sono anche i nipotini italo-belgi Paul e Vicent assieme a Rosa Russo Jervolino quando alle 16 la dinamite fa crollate le quattro Torri caldaie, uno dei simboli dell’ex acciaieria. Chiuso lo spazio aereo, una grande boato preceduto dal suono di tre sirene è avvertito in tutta l’area flegreo. Un forte spostamento d’aria e qualche occhio lucido. Quattro camini dei forni a longheroni dell’ex treno di laminazione crollano come grissini e in pochi secondi un altro pezzo della vecchia Bagnoli scompare sotto gli occhi della Jervolino, del vicesindaco Rocco Papa e di alcuni caschi gialli ora impegnati nella bonifica. Tra loro Domenico Palmieri, memoria storica dell’Italsider: « Non può lasciarci indifferenti veder crollare queste strutture in cui abbiamo lavorato. Non ci lascia indifferenti, ma è giusto che l’area sia riconvertita ».
Una demolizione che è anche una
cartolina inviata agli svizzeri di Alinghi, il team di Ernesto Bertarelli
campione di Coppa America che deciderà entro un mese la sede per la finale del
2007 tra Napoli, Lisbona, Marsiglia e Valencia. Cartolina firmata Carlo
Borgomeo, amministratore delegato di Bagnolifutura: « Questo è il
segno che il risanamento va comunque avanti. Oggi la demolizione e a gennaio,
immediatamente dopo le feste di fine anno, sarà assegnata la gara per la
bonifica vera e propria».
In attesa della gara, sarà
novembre il mese della verità per il futuro di Bagnoli su due versanti
collegati: piano esecutivo e verdetto di Alinghi. Un piano urbanistico
che rischia di creare una crisi all’interno della maggioranza. L’ultimo segnale
in un documento congiunto firmato da Gennaro Migliore e Peppe De
Cristofaro di Rifondazione assieme a Stefano Buono e Alberto
Paturno dei Verdi. Una nota in cui si ribadisce la « la ferma contrarietà
ad ogni ipotesi di accordo di programma per la modifica del piano regolatore di
Bagnoli » e si chiede al sindaco di « adoperarsi affinchè dall’interno della
maggioranza non nascano spinte tese a modificare la proposta della giunta ». Un
no netto, dunque, all’ampliamento del disegno del porto turistico, allo
smembramento del parco e all’avvicinamento di case a alberghi al mare. La
battaglia sul ridisegno di Bagnoli è stata fissata dai capogruppo in tre sedute
del Consiglio comunale il 4, 5 e 6 novembre, un’accelerata in vista della firma
del « contratto » con Alinghi prevista per metà novembre.
E ieri i legali di Bertarelli
hanno messo a punto il testo assieme al notaio Tino Santangelo e al capo
di gabinetto del Comune Vincenzo Mossetti: sgravi fiscali (aliquota al
15 per cento per le persone fisiche), una società consortile tra Regione,
Comune, Autorità portuale e Bagnolifutura, chiusura dello spazio aereo
delle regate e finanziamenti divisi al 50 per cento (cento milioni a testa) tra
Governo e Regione. Il sogno continua.