IL MATTINO

 

30 novembre 2003

 

 

Rinviata la nascita della Banca Euromed

Doccia fredda per Napoli, città candidata a ospitarne la sede: non se ne parlerà prima del 2006

di Antonio Troise

Stop alla Banca del Mediterraneo. Fra Napoli e Palermo, le due città italiane che avevano avanzato la loro candidatura, vince Bruxelles. Fino al 2006, infatti, tutto resterà così com’è. Ovvero, per avvicinare le due sponde del Mediterraneo e spingere sul pedale dell’integrazione dei Paesi che si affacciano sul «mare nostrum», la Commissione Europea punterà a rafforzare l’attuale meccanismo del Femip, cioè del Fondo per gli investimenti e il partenariato euromediterraneo, una costola della Banca Europea degli Investimenti.

Una vera e propria doccia fredda per Napoli che, dopo la delusione dell’America’s cup, aveva puntato le sue chances di rivincita sulla scena internazionale candidandosi come sede più che naturale per la nascita della Banca Euromed. A spegnere le speranze è Christian Leffler, direttore per i rapporti con il Mediterraneo delle relazioni esterne della Commissione Ue, che lascia pochissimi margini di trattativa: «La decisione finale sembra essere quella di rafforzare e sviluppare il modello del Femip nei prossimi tre anni per poter svolgere, nel 2006, una revisione dei risultati ottenuti». Solo allora, continua l’esponente dell’esecutivo di Bruxelles, sarà possibile «esaminare le possibili alternative per il futuro, inclusa la possibilità di creare un nuovo istituto di credito». Conclusione: per l’eventuale nascita della Banca Euromed bisognerà aspettare almeno fino al 2006. E, anche allora, nessuno può garantire che sarà varata effettivamente.
Del resto, su questo capitolo, i ministri dell’Economia dei Quindici non erano riusciti a trovare un accordo nel summit che si è svolto proprio qualche settimana fa a Napoli. Da una parte la schiera dei paesi «nordici», dal Belgio all’Olanda, contrari alla creazione di un nuovo organismo comunitario. Dall’altra i paesi «meridionali», dall’Italia alla Spagna, favorevoli alla creazione della banca. E, dopo la spaccatura dell’Ecofin e quella sul patto di stabilità, fra i Quindici dell’Ue non c’è sicuramente il clima giusto per ricomporre una posizione unitaria. L’argomento sarà, in ogni caso, all’ordine del giono della sesta conferenza ministeriale Euromed in programma martedì e mercoledì a Napoli.

In agenda, accanto alle questioni più squisitamente finanziarie, la creazione di una fondazione per il dialogo interculturale tra i paesi che si affacciano sul mediterraneo. Anche in questo caso non mancano candidature eccellenti. In lista ci sono quattro paesi: l’Italia con Roma, Malta con La Valletta, l’Egitto con Alessandria e Cipro con Nicosia. «La candidatura di Roma ha buone chances, al pari di quella maltese», sottolineano fonti di Bruxelles. La decisione definitiva sulla sede della fondazione dovrebbe essere presa proprio a Napoli. O, al massimo, nel primo semestre del 2004, durante la presidenza di turni irlandese dell’Unione Europea.
Il summit partenopeo dovrebbe dare il via libera anche alla nascita di un parlamento euromediterraneo. Un’assemblea che, secondo la Commissione, andrà al di là dei compiti previsti dall’attuale Forum. E consentire, invece, uno scambio permanente di idee e di esperienze.
Alla conferenza di Napoli parteciperanno i rappresentanti dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo aderenti al processo di Barcellona: Cipro, Malta, Turchia, Israele, Libano, Siria, Egitto, Anp, Giordania, Marocco, Algeria e Tunisia. «Fra i nostri obiettivi - conclude Leffler - c’è lo sviluppo e la stabilità della regione, anche in considerazione delle numerose nuvole che si addensano all’orizzonte a causa dei conflitti in Medioriente e nell’area mediterranea».