"IL DENARO"

20 dicembre 1996

Esperanza Macarena

di Michele Capasso

Napoli, 20 dicembre 1996. A conclusione di questo 1996 è opportuno fare alcune considerazioni tipiche dei "bilanci" di fine anno.

Il Mediterraneo è stato negli ultimi tempi il protagonista di una molteplicità di eventi usato a dismisura più come "aggettivo" che come "sostantivo". In Italia nel 1996 sono "nate" più di cento "organizzazioni" con l’intento di affrontare le tematiche e le problematiche legate al Mare Nostrum. Concretamente, però, il nostro Paese continua ad affogare nell’identità dell’essere, ignorando quei valori indispensabili per attuare processi di pace, solidarietà e cooperazione che spesso vengono addirittura considerati nemici da combattere. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo durante il 1996 ha consolidato la propria rete con istituzioni dei vari Paesi mediterranei attivando molteplici progetti e ricerche. Per il 1997 è previsto un fitto programma con lo svolgimento di numerose attività ed eventi tra questi il "Premio Sarajevo 1997", il convegno internazionale "Il ruolo dei Sindaci delle città europee e mediterranee", la "Biennale dei Giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo", il convegno internazionale "Un Mare, tre Fedi", il convegno internazionale "Il Mediterraneo e la Mitteleuropa" ed il secondo Fòrum Civil Euromed, programmato per la fine di dicembre 1997 in Italia.

Sabato 14 dicembre 1996. Madrid. Dopo aver presentato in mattinata la "Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo", con una conferenza stampa svoltasi a Roma in Campidoglio, ci troviamo a cena con Claudio Azzolini, Juan Arias e Davide Azzolini2. Tra i temi affrontati durante la cena quelli del ruolo essenziale della Spagna e dell’Italia per attivare il partenariato euromediterraneo e l’importanza strategica in tal senso delle due Istituzioni di riferimento l’Institut Català de la Mediterrània e la Fondazione Laboratorio Mediterraneo. La serata si conclude con commenti sull’ultimo bel libro di Arias dedicato a Giovanni Paolo II, sulla differente etica professionale riscontrabile tra giornalisti italiani (inclini all’esaltazione di eventi locali) e spagnoli (dice Arias che "se muore un giorno il Re di Spagna, la notizia su "El Pais" sarà riportata in tredicesima pagina, in quanto le prime dodici sono da sempre dedicate alla politica internazionale). Il povero Di Pietro qui in Spagna avrebbe ricevuto solo qualche riga nelle pagine interne di cronaca, con vantaggio evidente per tutti e, probabilmente, anche per lui. Non posso fare a meno, quando ritorno in Spagna, di confermare la stima per un popolo che ha saputo conquistarsi sul campo, con efficienza e competenza, un ruolo essenziale nella politica estera europea e mediterranea. Basta poco per rendersene conto.

Domenica 15 dicembre 1996. Attendiamo a Madrid il presidente della Regione Campania Antonio Rastrelli. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo lo ha invitato ad assistere alla cerimonia commemorativa della Conferenza Euromediterranea di Barcellona ed alla presentazione in sei lingue del nostro libro "Verso un nuovo scenario di partenariato euromediterraneo" contenente i risultati ed i progetti operativi del Fòrum Civil Euromed svoltosi a Barcellona nel novembre 1995. La Fondazione Laboratorio Mediterraneo, in collaborazione con l’Institut Català de la Mediterranìa e il Governo della Catalogna – con i quali ha siglato un protocollo di collaborazione pluriennale –, ha organizzato per il presidente Rastrelli un protocollo ufficiale degno di un Capo di Stato accoglienza d’onore alla scaletta dell’aereo, ospitalità, colazioni ufficiali ed altre mille attenzioni. L’obiettivo è stato quello di testimoniare al presidente Rastrelli la considerazione di cui gode la Fondazione Laboratorio Mediterraneo che attraverso la propria rete – costruita in anni di costante impegno – è oggi in grado di agevolare la costruzione di un’immagine internazionale indispensabile alla Regione Campania, se intende assumere un ruolo essenziale nello scenario euromediterraneo. Rastrelli arriva a Madrid con il Capo di Gabinetto Giuseppe Catenacci e rimane subito colpito dall’efficienza e dalla semplicità di questo popolo. Convinzione che si consolida l’indomani all’incontro che la Fondazione Laboratorio Mediterraneo gli ha organizzato con l’amico Jesús Ceberio, direttore di "El Pais", e con Joaquín Estefanía3 (direttore d’opinione) e Juan Arias, giornalisti e fondatori del quotidiano spagnolo e membri della Fondazione Laboratorio Mediterraneo. Sotto la guida di Arias, Rastrelli visita il giornale. È stupito dalle dimensioni, dall’organizzazione, dall’efficienza e dal gran silenzio riscontrabili ovunque nelle redazioni, nelle scuole per allievi giornalisti, negli edifici dedicati alle attività editoriali, radiofoniche e televisive facenti capo a "El Pais". Il direttore Ceberio ed Arias gli raccomandano di non "trascurare" il ruolo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo che in Spagna è ritenuta strumento essenziale per il partenariato euromediterraneo attraverso la valorizzazione delle varie culture e l’attivazione di progetti di cooperazione tra le Regioni mediterranee. I saluti finali sono suggellati da un dono di Rastrelli con dedica "al grande direttore di un grande quotidiano europeo" e con quelli di Ceberio che si "priva" di cinque esclusive quanto ricercatissime aste portagiornali che "El Pais" ha donato solo ad importanti personalità in occasione del ventennale della fondazione del giornale, avvenuta nel 1976.

Lunedì 16 dicembre 1996. Siamo nella residenza dell’amico ministro della Catalogna a Madrid Giuseppe Gomis. Baltasar Porcel, presidente dell’Institut Català de la Mediterranìa, ha voluto che la colazione ufficiale fosse servita nella residenza della Generalitat. Durante la colazione Rastrelli si entusiasma all’idea di poter riprodurre il tipo di federalismo catalano anche in Campania. Quando si rende poi conto che la storia della Catalogna – con una propria lingua, un proprio Parlamento e tradizioni di autonomia che risalgono al 1300 – è diversa dalla Campania, si rende conto che questo sogno è difficilmente avverabile. Porcel sottolinea l’importanza del ruolo che la Campania potrà assumere ospitando il secondo Fòrum Civil Euromed, invitando quindi il Presidente Rastrelli ad attivarsi per accelerare le procedure burocratiche e rimuovere ogni ostacolo che potrebbe impedire lo svolgimento di un evento di tale portata in Campania.

Madrid ore 19. Nel Palazzo dell’Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale, con Claudio Azzolini e Baltasar Porcel presentiamo il presidente Rastrelli ad Abel Matutes, ministro degli Affari Esteri spagnolo, a Jordi Pujol, presidente della Catalogna, e ad altre Autorità. Subito dopo, nel Salone d’Onore, tra vari ambasciatori, ministri ed autorità, viene presentato il libro "Verso un nuovo scenario di partenariato euromediterraneo".

Madrid ore 22. Terminata la cerimonia ufficiale conduco Rastrelli e gli altri amici a spasso per Madrid. Il Presidente campano è colpito dalla mediterraneità di questa città si sofferma tra i pastori, i presepi ed i banchi col muschio che ricoprono Plaza Mayor. Mi chiede di vedere la cattedrale di Sant’Isidoro. Pere Ariño, Gerente dell’Institut Català de la Mediterranìa, ritiene inutile andarvi perché a quell’ora è chiusa. Decido di tentare. Dopo poco ci ritroviamo davanti al gran cancello chiuso. Escono alcune ragazze. Dicono che non è possibile entrare. Insisto. Nulla da fare. Affermo che il presidente della Regione Campania ed un europarlamentare desiderano vedere la Basilica. Rispondono che è tutto spento. Con piglio sicuro replico che non è vero l’"Esperanza Macarena" è illuminata. Finalmente la mia tenacia viene premiata e dopo poco entriamo nella cattedrale buia, dove risalta, illuminata da mille luci, la statua della Macarena. Molti oggi identificano con questo nome un ballo di moda in realtà "macarena" è un quartiere di Siviglia e in spagnolo significa anche "bello", "guappo". Ma, soprattutto, la "Macarena" è la Madonna della Speranza, patrona di Siviglia, che si festeggia il 18 dicembre. È venerata come da noi lo è San Gennaro. "Guardiani" nella cappella dorata custodiscono la statua dell’"Esperanza Macarena" vestita con gli abiti classici di Siviglia, merletti e oro ovunque, ha il volto di una bella giovane spagnola rigato dalle lacrime. La "Macarena" si dice sia la patrona degli "uomini pubblici" ovvero dei politici dediti al "bene comune". Altra caratteristica è che la statua non è posta su un piedistallo o su un altare: è poggiata a terra. Puoi guardarla e comunicare con lei "a tu per tu". E l’emozione è grande nel vedere i fedeli dialogare con la Macarena, come si trattasse di un’amica, di una confidente. Rastrelli si sofferma a pochi centimetri dalla statua. La osserva. È stupito nel vederla "a portata di mano". Per un attimo, osservandolo un po’ distante, ho avuto l’impressione che il presidente della Campania non sapesse se fosse la Madonna ad essere "scesa" dal suo piedistallo o lui ad essere salito sul suo. Con laica religiosità, ho fissato negli occhi quella bella Signora, chiedendole di "illuminare" chi, come Rastrelli, governa il destino della nostra Regione. "Esperanza Macarena" non un ballo, ma la speranza che la "patrona" dei politici onesti sappia guidarli sulla strada dell’efficienza e della correttezza, facendo capire loro che ormai non è più possibile sciupare tempo e risorse.