Un appello giunge dall’Egitto: “Non trascurate il ruolo della
Fondazione Laboratorio Mediterraneo per il dialogo tra le culture e
civilizzazioni”. Al-Ahram, il più importante quotidiano arabo pubblicato in
più lingue, dedica due pagine alla Fondazione napoletana (presieduta da
Michele Capasso), che il direttore Mohamed Salmawy e il giornalista Mohamed
Abd El Hady invitano a sostenere. Il Denaro riporta di seguito un estratto
del servizio di Abd El Hady.
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Le conclusioni della VI Conferenza dei ministri degli Affari Esteri dei Paesi
euromediterranei - svoltasi a Napoli lo scorso 2 e 3 dicembre 2003 — hanno
visto, tra l’altro, la creazione della Fondazione Euromediterranea per il
dialogo tra le culture e le civiltà, che rappresenta un grande passo verso il
rafforzamento della comprensione tra le due Rive, importante in un momento in
cui alcuni ambienti dell’Occidente mirano ad identificare l’Islam ed i
musulmani con il Comunismo e a macchiare l’onorabilità degli arabi e dei
musulmani con il terrorismo.Per smentire le accuse di tali ambienti, l’Europa,
consapevole della vera natura positiva degli arabi, con i quali ha avuto da
sempre stretti contatti, risponde con la creazione di questa Fondazione
Euromediterranea, confermando la continuità della reciproca comunicazione e
comprensione e la necessità assoluta del dialogo interculturale quale
premessa per lo sviluppo economico, per la stabilità e, conseguentemente, per
la pace.
Però, al tempo stesso, la Conferenza euromediterranea di Napoli non ha tenuto
in debito conto una istituzione euromediterranea che promuove il dialogo
euromediterraneo: la Fondazione Laboratorio Mediterraneo con l’Accademia del
Mediterraneo - Maison de la Méditerranée. Fondata dieci anni fa a Napoli per
merito degli sforzi personali dell’architetto Michele Capasso - essa ha
realizzato risultati concreti, irraggiungibili ed impensabili per istituzioni
governative imbrigliate nelle griglie della burocrazia e nelle posizioni
ufficiali dei singoli Governi che, spesso, pensano solo ai propri interessi
particolari.
Questa nuova istituzione europea, ignorando l’irripetibile offerta ricevuta
dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, si insedierà forse probabilmente
in un anonimo edificio nella città prescelta come sede: senza storia e
senz’anima, senza avere esperienze accademiche o pratiche nel campo, né
connessioni con le istituzioni interessate dei 35 Paesi euromediterranei.
Inoltre la Fondazione Euromediterranea sarà soggetta alle decisioni dei
membri dei Governi e non terrà conto degli organismi non governativi della
società civile, soprattutto oggi necessari per risolvere la difficile crisi
in Medio Oriente.
Detto ciò, la forte partecipazione di organizzazioni arabe non governative al
Forum Civile Euromed di Napoli - evento organizzato dalla Fondazione
Laboratorio Mediterraneo alla fine di novembre 2003 - al fianco di altre
organizzazioni israeliane non governative, è stata un’occasione irripetibile
di grande rilevanza politica che non sarebbe mai stato possibile realizzare
nell’ambito di un’istituzione guidata da un governo. Quella dell’architetto
Michele Capasso è un’azione controcorrente, una vera e propria missione di
pace: egli ha dedicato risorse, professionalità ed esperienza, nonché le sue
relazioni internazionali, per promuovere il dialogo e lo sviluppo condiviso
tra i popoli delo Mediterraneo. Lascia quindi meravigliati il fatto che
l’Unione europea, che ha tanto raccomandato ai Paesi situati al Sud del
Mediterraneo di sostenere la società civile, non abbia “accettato” la dote
della Fondazione Laboratorio Mediterraneo con la sua sede di Napoli e le sedi
nei vari Paesi euromediterranei, cercando, al contrario, di istituire una
nuova Fondazione che impiegherà non poco tempo prima di avviare un dialogo
culturale euromediterraneo e sprecherà molti soldi per funzionari e costi
strutturali, risorse che la fondazione napoletana ha ufficialmente e
gratuitamente messo a disposizione dell’Unione europea. Capasso, intervistato
da Al-Ahram, ha definito “critica“ la situazione nel Mediterraneo ed ha fatto
questo efficace paragone: “La regione euromediterranea è come un moribondo e
l’Unione europea cerca di creare un ospedale che la curi (la nuova Fondazione
Euromediterranea), senza tener conto che esiste già un ospedale attrezzato ed
operante (la Fondazione Laboratorio Mediterraneo)”. Egli si sente
ulteriormente e giustamente rattristato perché l’idea della creazione di una
istituzione per il dialogo tra le società e le culture era in origine la sua
e quella dei suoi prestigiosi compagni di strada ( tra cui il premio Nobel
Naguib Mahfouz): e lui è riuscito non solo a “progettarla” ma a
“realizzarla”.
Perché le istituzioni italiane ed europee si comportano con indifferenza?
Qualche eccezione c’è. Nel suo discorso di inaugurazione della VI Conferenza
Euromed il presidente del Parlamento Europeo Pat Cox — stupendo i presenti -
ha sostenuto fortemente il ruolo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo e
ha garantito il sostegno dei rappresentanti del Parlamento europeo
affermando: “La Fondazione euromediterranea che volete costituire esiste già.
E’ la Fondazione Laboratorio Mediterraneo: un insieme di passione,
competenze, strutture, reti e professionalità. Non si commetta la sciocchezza
di non tenerne conto.”Comunque sia, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo,
con la sua rete, proseguirà il suo nobile cammino, ma ha bisogno di un
maggiore sostegno. E’ un dovere di tutti noi aiutarla affinché continui a
lavorare e a comunicare malgrado la superficialità dei Governi e l’ottusità
dei governanti.
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