"IL DENARO"

9 novembre 1996

Fondamentalismo tra presunzione ed ignoranza

di Michele Capasso

Venerdì 8 novembre 1996. Barcellona. Siamo riuniti per dibattere sugli "ismi" di questo secolo fondamentalismo, terrorismo, capitalismo, comunismo, fascismo, nazionalismo, e via dicendo. Uno studente catalano vissuto molti anni in Algeria mi chiede un’interpretazione del fondamentalismo. Rispondo riassumendo quanto ho visto ed appreso negli ultimi anni, consapevole dei limiti e della complessità del problema. La Conferenza Euromediterranea di Barcellona ha sancito, fra gli altri, accordi tra i Paesi dell’Ue e quelli del Mediterraneo orientale. I principi fissati presentano un triplice aspetto economico, politico e socioculturale. Particolare importanza è stata data alla cooperazione, con il fine di promuovere la pace, la tutela della salute, l’istruzione, lo sviluppo delle risorse umane, lo scambio tra i vari Popoli e quant’altro necessario per diminuire le disparità economiche nella Regione Euromediterranea. I risultati della Conferenza, così come i trattati e gli accordi fra i Paesi della Ue e quelli del Mediterraneo Orientale – attualmente in corso di definizione – sono molto importanti. Nonostante il terreno comune di discussione e di tradizione fra i Paesi del Mediterraneo ed il desiderio di cooperazione a livello economico e socioculturale, esiste una barriera che nasce dalla paura che i Paesi del sud hanno esportato nei Paesi del nord: il terrore del fondamentalismo islamico. Questo movimento sociale e religioso si è diffuso a macchia d’olio in tutto il mondo islamico Gli atti di terrorismo hanno avuto luogo non solo nel mondo arabo e musulmano ma anche all’estero. Si ricorderanno ad esempio le recenti bombe in America, nello stato dell’Oklahoma. Ma cosa si intende per "fondamentalismo islamico" Questo termine si applica ad ogni buon musulmano che prega cinque volte al giorno, digiuna nel periodo del Ramadam una volta all’anno, non molesta la moglie del suo vicino, non ruba insomma a colui che segue alla lettera il decalogo previsto dalla propria religione, come accade per qualsiasi religione monoteista. Tuttavia quando si parla di fondamentalismo, i media applicano questo termine anche ai Governi, non solo agli individui. Per esempio si dice che l’Arabia Saudita è un Paese "fondamentalista" con un governo "fondamentalista" che il Governo di Khomeini in Iran era un Governo "fondamentalista" che la Libia ha un Governo "fondamentalista". Stesso trattamento per il Governo del Sudan, del Pakistan e di altri Paesi. Se esaminiamo singolarmente ciascuno di questi Governi, sono tutti diversi l’uno dall’altro. È la stampa che enfatizza questo aspetto totalizzante del fondamentalismo come se si trattasse di una sorta di coalizione dei Paesi Arabi contro l’occidente. Quando si sente parlare di gruppi fondamentalisti in Palestina che compiono attentati contro i civili, dobbiamo renderci conto che questi sono essenzialmente gruppi di terroristi. Non tutti i musulmani sono terroristi, così come non tutti i musulmani sono fondamentalisti. È questo un equivoco sulla natura del fondamentalismo islamico. Tale interpretazione è diffusa non soltanto nei Paesi occidentali. Anche i musulmani usano questo termine nell’accezione coniata dalla stampa occidentale a dimostrazione della forza che i media hanno nell’influenzare l’opinione collettiva. Esiste il fondamentalismo islamico, così come quello ebreo o quello cristiano. Tutti nascono dalla presunzione prodotta dall’ignoranza degli esseri umani. Se non so nulla degli italiani o degli spagnoli, sono spaventato e nella mia mente immagino questi popoli come potenziali nemici in alcuni casi addirittura come "mostri". Per difendere la mia ignoranza affermo che gli italiani o gli spagnoli sono terroristi. L’assurdità del fenomeno che ho esemplificato è purtroppo diffusa in molti Paesi, generando azioni terroristiche.

Spesso confondiamo il fondamentalismo con il terrorismo. Il confine tra le due definizioni è labile. Le azioni dell’Eta in Spagna o dell’Ira in Irlanda – ad esempio – sono atti di un fondamentalismo cristiano o di un terrorismo che si cela dietro la religione In presenza di tipi diversi di fondamentalismo e di una gran quantità di gruppi terroristici è plausibile che il movente delle loro azioni non sia solo religioso ma soprattutto economico. La legge dei mercati e dei mercanti ancora una volta decide i destini dei Popoli. Faccio alcuni esempi. In Iran il governo di Khomeini nacque essenzialmente dalla reazione al regime monarchico dello Scià Fu soprattutto un motivo di natura economica a determinare il cambiamento l’enorme divario tra i ricchi ed i poveri, sempre più numerosi e ridotti alla fame. In Algeria la tragica situazione attuale risale agli anni dell’indipendenza del 1961-62. Il nuovo governo che si instaurò promise alla gente la libertà, la pace, il diritto al lavoro, la casa, l’assistenza sanitaria e l’istruzione gratuite. Tre anni più tardi gli eroi di questa rivoluzione furono messi in carcere. Gli algerini si considerarono traditi dal potere umano. "L’unico potere che non mente – affermarono – è quello di Dio". L’attaccamento fanatico degli algerini alla religione deriva da questa semplice constatazione gli uomini responsabili del governo non avevano mantenuto le promesse fatte. La stessa cosa è accaduta in Egitto durante la rivoluzione del 1952 capeggiata da Nasser. Le promesse del nuovo governo erano più o meno le stesse lavoro, casa, libertà di stampa, libertà di parola. E invece in Egitto fu creato il più grande campo di concentramento del mondo arabo ed il servizio segreto egiziano fu il più attivo di tutto il Medio Oriente. Non vi fu una migliore distribuzione delle ricchezze. I poveri rimasero poveri ed i ricchi alla fine diventarono poveri anch’essi. Alla fine l’unico potere in cui credere fu quello di Dio. Ancora oggi in Egitto l’agricoltura è rimasta la stessa di 3000 anni fa. La popolazione aumenta di un milione di persone ogni nove mesi. La gente vive nei cimiteri per la penuria di case. Se il governo egiziano acquistasse trattori anziché armi si sfamerebbero più bocche e, credo, si ridurrebbe il fondamentalismo. Quando la gente ha fame questo vale per un fondamentalista musulmano, sciita, copto, sunnita come per la gente comune. Siamo di fronte ad un circolo vizioso. È esigenza primaria assicurare l’alimentazione agli ottocento milioni di abitanti del nostro pianeta che rischiano di morire di fame. Su questo la prossima settimana si confronteranno a Roma, durante il summit della Fao, i Capi di Stato di tutto il mondo.

Il fondamentalismo, il terrorismo – e tanti altri "ismi" – nascono quando vengono calpestati i diritti fondamentali. Quelli che la Costituzione di uno stato democratico e libero dovrebbe riconoscere ai cittadini. Quando tali diritti sono negati e la gente non riesce ad ottenere pacificamente quello che gli spetta, comincia ad utilizzare misure violente. È indispensabile che il Governo di un qualunque Stato assicuri alla gente un tetto ed il cibo. Questo vale per i Paesi occidentali ma, ancor di più, per quelli del Medio Oriente. Se il fondamentalismo islamico ottempera a questo dovere laddove quel Governo si sottrae, com’è possibile giudicarlo Perlomeno non possono farlo coloro che beneficiano di tale impegno. Lo scopo dei fondamentalisti è quello di raggiungere il potere politico e, conseguentemente, il potere economico. La differenza è che le loro azioni sono compiute in nome di un potere religioso che spetterebbe ad essi in quanto rappresentanti o esecutori della volontà di Dio. Liberare i Popoli dallo spettro della fame significa anche agevolare un processo di pace.

È una grande sfida che dovremo vincere ad ogni costo.