IL DENARO1 giugno 2004 |
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Una
speranza per la pace |
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di Michele Capasso |
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Il Mediterraneo non è solo uno spazio geografico in cui si intrecciano storia, religioni, tradizioni o uno spazio politico ed economico: è anche un destino, comune alle donne e agli uomini, ai popoli e alle nazioni dei paesi delle due rive del Mediterraneo. Un destino forte e complesso, bisogna dirlo, ma un destino che ci ha dato l’energia necessaria per svolgere, da dieci anni, una missione impossibile di riunire le culture e i popoli dell’area euro-mediterranea. Oggi più che mai abbiamo bisogno di utopia per realizzare concretamente nel Mediterraneo uno spazio di Pace, di condivisione, di democrazia e di uguaglianza, al quale aspirano migliaia di uomini e donne, che a volte lottano fino al punto di mettere in gioco la loro vita, la loro libertà. Il dialogo tra culture e civilizzazioni è
oggi giorno, allo stesso tempo, una sfida politica, economica, sociale e
culturale che coinvolge tutti noi. L’interdipendenza tra uomini, società e spazi
e’ ormai la norma e le mutazioni scientifiche e tecnologiche, la globalizzazione economica e finanziaria, la circolazione
immediata dell’informazione conducono l’umanità verso un futuro di
omologazione. Un impegno per l’Europa allargata è creare una speranza per la
pace. Ma tutto questo presuppone: -
che la diversità culturale divenga una condizione
preliminare per costruire un dialogo reale tra i popoli; -
che il riconoscimento della Società Civile come elemento
sostanziale di questo processo non costituisca un’eccezione bensì il
fondamento di un nuovo processo di civilizzazione; -
che la cultura non si limiti solo alle arti e alla
letteratura, ma che essa inglobi tutti gli aspetti della vita nella sua
dimensione spirituale, istituzionale, materiale, intellettuale ed emotiva nei
diversi tessuti sociali: in poche parole che la cultura - in un mondo aspro
fatto di forze spesso in contrasto tra loro, dove spesso a dominare sono solo
le parti deteriori della politica e dell’economia — possa assumere il ruolo di
“Forza Buona” capace di incidere sui processi della storia. Riconoscere che cultura e sviluppo sono
indissociabili, senza limitarsi ad un semplice approccio commerciale ed
economico della cultura, è essenziale per costruire il futuro, qui nel
Mediterraneo come altrove.Questo processo ha bisogno di azioni concrete e del
pieno coinvolgimento di una “rete di reti” per il dialogo tra le società e le
culture. Da qui l’importanza della “Fondazione euromediterranea Anna Lindt per il dialogo tra culture e civiltà” che l’Unione
europea si appresta a costituire e la cui nascita istituzionale avverrà tra
pochi giorni: essa dovrà essere proprio una “rete di reti”, un insieme di
“incontri di incontri”, un luogo destinato a diventare il terreno comune di
un confronto e di un dialogo oggi indispensabili. |
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