Il ponte di Mostar, simbolo di pace

Cerimonia internazionale per l’inaugurazione

Mostar. Finalmente è stato presentato al mondo: bianco ed elegante. Lo Stari Most, il ponte abbattuto nel novembre ’93 a Mostar, ieri è stato inaugurato. «La ricostruzione del Vecchio Ponte di Mostar è il simbolo della vittoria del bene e della pace e di una Bosnia-Erzegovina multietnica e multiculturale»: è quanto ha detto il presidente di turno della Bosnia, il musulmano Sulejman Tihic, accogliendo le numerose delegazioni straniere (55 tra capi di stato, premier e ministri). «Ricongiungendo le sponde della Neretva, vengono ricostruite le relazioni tra la gente della città», ha aggiunto Tihic. Stipe Mesic, il presidente della Croazia, che ha partecipato con 500mila euro alla ricostruzione, ha dichiarato di non aver mai potuto immaginare la città senza il Vecchio Ponte. «Lo Stari Most - ha detto - sarà oggi restituito non solo agli abitanti di Mostar, ma anche all'Europa e al mondo come simbolo di tolleranza e di convivenza tra culture e popoli». Bernard Bot, ministro degli Esteri dell'Olanda, che attualmente detiene la presidenza dell’Unione Europea, ha auspicato che «il Vecchio Ponte diventi il simbolo dell'unità: non ci possono essere alternative alla riconciliazione». «In un Paese che nella guerra ha perso più di 200mila persone - ha detto Chris Patten, commissario europeo per la politica estera - può sembrare scioccante una così ampia attenzione a edifici distrutti, ma le costruzioni parlano di noi stessi. Gli uomini edificano monumenti perché hanno fiducia nel futuro». Anche l'Italia ha partecipato alla ricostruzione con 3,150 milioni di dollari, «primo donatore» come ha sottolineato il ministro Frattini.