5 novembre 2004
di Michele Capasso e Fabio Petito
A dieci anni dalla
sua creazione e dopo dieci anni d’attività in favore del dialogo tra le culture
e le società nello spazio Euro-Mediterraneo, la Fondazione Laboratorio
Mediterraneo ha, durante quest’ultimo anno, riflettuto sul terreno percorso e
soprattutto su come continuare la sua missione in una situazione politica che
si presenta più cupa e incerta che mai. Il risultato è il lancio di un nuovo
corso d’azione politico-culturale che si svilupperà su un lasso di cinque anni
(2005-2010) sotto il titolo di “Mediterraneo, Europa e Islàm: azione dialogo” e
che vuole coniugare la politica con la cultura al fine di incidere con azioni
concrete nel dialogo tra le due sponde di questo bellissimo ma travagliato
mare.
L’azione si concentra
sul rafforzamento della comprensione e cooperazione attraverso il metodo del
dialogo rispettivamente tra i Paesi della sponda Nord e Sud del Mediterraneo e
tra l’Europa e il mondo Mussulmano all’interno e fuori dell’Europa.
Al fine di essere all’altezza di questo ambizioso compito e rappresentare uno
spazio fisico e visibile dove il dialogo tra le due sponde del Mediterraneo
possa avere luogo e crescere gradualmente ai diversi livelli del mondo della
cultura, della società civile, della politica, delle religioni e dell’economia,
la Fondazione ha deciso di rafforzare il suo ruolo politico-istituzionale e
culturale-scientifico con la duplice nomina di Walter Schwimmer — già Segretario
Generale del Consiglio d’Europa — a nuovo Segretario Generale della Maison de
la Méditerranée e del prof. John Esposito dell’Università di Georgetown e
fondatore del Center for Muslim-Christian Understanding a Presidente del
Comitato Scientifico Esecutivo della Fondazione.
Nell’ambito di questo
nuovo corso, il Prof. Fred Halliday della London School of Economics ha
inaugurato un ciclo di conferenze dal titolo “La politica internazionale del
Mediterraneo tra Euro-Mediterraneo e Grande Medio Oriente” che porterà per la
prima volta a Napoli alcuni tra i massimi esperti delle relazioni
internazionali della regione con l’obiettivo di elevare il dibattito in Italia
troppo spesso superficiale e di mettere in evidenza alcune delle questioni
politiche chiavi che ostacolano la pace e il futuro della cooperazione
nell’area. Il ciclo di conferenze, coordinato da Fabio Petito, Massimo Galluppi
e Franco Mazzei dell’Università di Napoli “L’Orientale” si svilupperà fino a
Maggio 2005, e vede la partecipazione di esperti quali Christopher Hill, Danilo
Zolo, Michael Cox, Joseph Camilleri, Fred R. Dallmayr ed altri esperti della
riva Sud del Mediterraneo. In questo modo la Fondazione si propone di tenere
alta l’attenzione sul Mediterraneo in Europa e di proporre Napoli, città a
vocazione euromediterranea, come punto focale di questo sforzo. La prossima
conferenza, il 18 Gennaio 2005 alle ore 17.00, vedrà Christopher Coker, sempre
della London School of Economics, proporci una riflessione sul Mediterraneo
nell’immaginazione occidentale.
Sopra ogni cosa la
Fondazione è animata dalla volontà di cancellare l’immagine del Mediterraneo
come linea di divisione, il limes di un inevitabile scontro tra le civiltà e di
riproporre un’idea di Mediterraneo come “mare senza frontiere” per usare
un’espressione cara al grande storico francese del Mediterraneo Fernand
Braudel. Un Mediterraneo come mare di pace che riscopra la sua profonda unità
nella diversità e che possa anche rappresentare una risorsa umanizzante per
un’Europa e un Occidente che a loro volta si trovano in una situazione sempre
più chiara e preoccupante di crisi etico-politica.