IL MATTINO

30 ottobre 2004

 

 

Eugenio e Pietra, napoletani d’Europa

 

 

di Federico Vacalebre

 

C’è voluto quasi un anno perché la discografia italiana si accorgesse di “Pietra mediterranea”, perla pubblicata all’inizio di gennaio da l’Empreinte Digitale (etichetta di Marsiglia specializzata in musica classica, etnica e jazz) e solo nelle prossime settimane disponibile sul nostro mercato. Accolto con successo di critica e di vendita in Francia, l’album è napoletano al cento per cento: per voce (quella verace, carnale e scura di Pietra Montercorvino), repertorio (superclassici partenopei da “O’ sole mio” a “Palomma e notte) e arrangiamenti (che Eugenio Bennato ha usato come ponte tra l’antica Partenope e il Magherb). E napoletana, o quasi, è la Lucky Placet, che pubblica finalmente lo splendido album (già uscito in Spagna, Inghilterra e Germania) con “Taranta powre, l’anima persa”, antologia della produzione recente di Eugenio Bennato rivista e corretta, stavolta contemporaneamente alla Francia (L’Empreinte Digitale).

Bennato è appena tornato da un tour in Cina, la Montecorvino ha spopolato al “Womex” di Essen, fiera-festival che conta nel panorama della world music. Entrambi stasera saranno al teatro  Ariston si Sanremo: il Premio Tenco ha fortemente voluto l’ugola rauca e profonda della cantante partenopea leggendola come “erede di Gabriella Ferri”, grazie anche a una magnifica versione di “Dove sta Zazà” che fa bella mostra di sé nel disco tra “Guaglione” e “Luna rossa”, “Comme facette mammeta” e “Maruzzella”. “Sento molte affinità con Gabriella”, racconta Pietra: “Sono sconvolta come lei, come lei appartengono in maniera non retorica alla mia città, come lei faccio fatica a muovermi in un ambiente dove la musica sa di plastica”.

Polemiche in vista? “No, mi godo la partecipazione al Tenco, dove proporrò anche un omaggio a Virgilio Savona e al Quartetto Cetra, “E’ scesa malinconica la sera”. E sto a guardare che cosa succederà dopo l’uscita del mio disco; purtroppo, mi aspetto poco dal mercato italiano. In Francia, esagerando, mi paragonano a Janis Joplin, a Sanremo magari ci saranno molti addetti ai lavori che mi scopriranno per la prima volta: canterà Viviani e Carosone come una napoletana d’Algeria. Chissà se sapranno ascoltarmi, ora che arrivo a Parigi invece che da via Toledo”.

Pronto all’esperienza francese, Eugenio Bennato è ormai abituato a “considerare il mercato internazionale più adatto alle mie cose di quello italiano. Sono anni, ormai, che giro per festival dall’Europa all’Australia. Ma mi ostino a volere che i miei prodotti escano anche qui: per questo ho voluto che fosse pubblicata l’antologia preparata per lo platee d’Oltralpe: ho risuonato brani di “Che il Mediterraneo sia” e “Taranta power” con la complicità della chitarra elettrica di Elio “cintegramme” Manzo dei Bisca”. Novità in arrivo, insomma, altro che compilation: la taranta ha preso la scossa elettrica.