IL MANIFESTO

18 dicembre 2004

 

La spina di Cipro fra Turchia e Grecia

 

Il fatidico “1974”: come si arrivò all’occupazione militare turca,

che permane a Cipro-nord

 

Una delle materie su cui la Turchia è sotto esame, è la spinosa questione di Cipro, del suo “riconoscimento” diretto o piuttosto indiretto – la Ue si è infine attestata prudentemente su quest’ultima soluzione. Ma è il caso di ricordare che per nominare la vera spina di Cipro sarebbe parlare di due problemi: uno turco, l’altro greco. Il 24 aprile scorso, infatti, un referendum popolare chiamava i cittadini dell’isola a pronunciarsi per la sua unificazione: l’ultimo tentativo fatto dal piano di Kofi Annan per ricomporre la divisione tra la parte greca  e la parte turca è stato sottoposto al voto all’ultimo minuto possibile, visto che il 1° maggio era già previsto l’ingresso di Cipro nell’Unione Europea.

Ma il referendum è fallito: con un ribaltamento dei favori delle parti in causa. Infatti, i turco-ciprioti, a lungo contrari ad ogni possibile unificazione  con i co-isolani, hanno invece detto sì alla riunificazione. Mentre i greco-ciprioti, che per parte loro avevano a lungo chiesto anche alla comunità internazionale il sostegno per mettere fine alla divisione dell’isola, il 24 aprile scorso hanno respinto l’unificazione. Così non se ne è fatto niente, e l’isola resta divisa tra la più numerosa, e ricca, popolazione greca nel sud di Cipro, e la più povera popolazione turca, che abita al nord e ogni giorno passa i posti blocchi per andare a lavorare dall’altra parte. La conseguenza del referendum scorso, come ben si capisce, è stata pesante. Infatti il 1° maggio 2004, data storica dell’ “allargamento” dell’Unione europea a dieci nuovi membri, anche cipro, come previsto, ha aderito alla Ue: ma vi è entrata solo con il piede greco, mentre con quello turco è rimasta nella terra di nessuno. In questo esito vengono a cortocircuito storia lunga e storia breve dell’isola. Ma sul passato è forse il caso di completare la memoria divisa sul fatidico anno 1974.

Alla lunga lotta per sottrarsi al dominio coloniale della Gran Bretagna, si accompagnò infatti per decenni un conflitto interno perenne tra le due “comunità” cipriote, alimentate dai rispettivi nazionalismi, su cui soffiavano non solo le case madri Turchia e Grecia, ma anche, ovviamente, gli interessi dei potenti occidentali, dall’Inghilterra agli Usa. Alla fine di questo lungo filo di contrasti e lotta armata, si approda al “1974”, che ancora lascia uno strascico di paura nella resta dei greci di Cipro, e che sempre viene ricordato nei dibattiti internazionali come data dell’invasione militare da parte della Turchia, che da allora ha cristallizzato la divisione dell’isola. Una lettura che dimentica una parte della storia: gli anni immediatamente precedenti, il presidente greco-cipriota Makarios, la sua dichiarazione che la “questione cipriota” non poteva più essere risolta “con la forza” e che bisognava “ricorrere all’Onu”. Era il 1968 e infatti sotto gli auspici delle nazioni unite iniziarono a Beirut i colloqui tra le due comunità cipriote. Ma nel 1970 in Grecia ci fu il colpo di stato dei colonnelli: Atene prese a finanziare a Cipro gruppi terroristi (l’Eoka b) per far cadere Makarios: che alla fine fu costretto a cedere al colpo di stato organizzato nell’isola dalla Guardia nazionale (col sostegno di Atene). Così si proclamò presidente di Cipro il leader del gruppo Eoka, Nicos Sampson, ma la reazione di Ankara fu immediata: il 20 luglio del ’74 le forze armate turche invasero il nord di Cipro. Questo fu, nella sua completezza l’ “anno 1974”.