06 gennaio 2005
Sintonia delle differenze. Dopo il grande successo ottenuto al Cairo lo scorso 4 dicembre, il concerto evento “Che il Mediterraneo sia un mare di pace” arriva sabato sera all’Auditorium. Prosegue così, ad opera di Eugenio Bennato, il connubio tra musica etnica, politica e solidarietà. Il concerto per la pace e il dialogo tra le culture che ha già fatto tappa ad Otranto e proseguirà alla volta di Napoli, Lussemburgo, Instambul, Marsiglia, Rabat e Amman, sarà riproposto a Roma in collaborazione con l’Imaie (Istituto per i diritti degli artisti interpreti esecutori).
Il musicista e ricercatore di
musica popolare sarà accompagnato dal suo gruppo, i Taranta Power, formato da
Zaina Chabane, coreografa del Monzambico e tipica voce dell’Africa Nera,
Daniele Brenca al basso, Roberto Menonna alla chitarra battente, l’algerino
Samir Toukour al darabouka (strumento a percussione tipico del Marocco e della
Turchia), Laura Klain al tamburello, Mohammed Ezzaime el Alaoul, maestro di oud
della tradizione del Marocco, Martino De Cesare, chitarrista di scuola
internazionale proveniente dalla città epicentro della musica di Taranta,
Taranto. Ospiti della serata Fathy Salama, musicista e arrangiatore egiziano
che ha recentemente realizzato fra l’altro l’ultimo disco e spettacolo del
senegalese Youssoun’ dour dal titolo “Egypter” e Hasna el Becharia, cantante
algerina suonatrice di umbri, una sorta di basso acustico a tre corde suonato
nel Sahara, noto per questo motivo anche come “basso nel deserto”. Dai racconti
di Bennato veniamo a sapere che il umbri è uno strumento vietato alle donne e
che Hasna ha imparato a suonare il suo strumento rettangolare osservando il
padre e il nonno nascosto. Musica amazigh, che vuol dire “berbera” nella lingua
dell’Atlas. “L’evento – ha spiegato Bennato – è nato con la prospettiva di
partire dalle coste ricche di storia e di poesia ed esportare la cultura e
l’arte del Mediterraneo in tutto il mondo, con la convinzione di veicolare un impetuoso
movimento moderno e contemporaneo e di portare, attraverso la musica, un
profondo messaggio di speranza, ovvero che il Mediterraneo sia un mare di
pace”.
L’iniziativa, che inaugura
simbolicamente le celebrazioni per l’Anno Mediterraneo (deciso dai ministri
degli Esteri dei 35 Paesi Europei in occasione della riunione svoltasi a fine
novembre all’Aja), è stata recentemente illustrata nel corso di un incontro con
la stampa svoltasi nella sede dell’Ambasciata di’Italia al Cairo. “Appuntamenti
come questo – ha osservato l’ambasciatore Antonio Badini, - hanno il merito di
preparare il terreno per la pace e lo sviluppo socio-economico dei Paesi del
Mediterraneo affiancando quelle azioni politiche che da sole non bastano al
raggiungimento di questi obiettivi. La musica – ha aggiunto – rappresenta una
lingua comune indispensabile per il dialogo tra le culture diverse e ciò dà
all’evento anche un grande valore simbolico”.