NAPOLIPIU’

9 gennaio 2005

 

Che il Mediterraneo sia…un mare di SOLIDARIETA’

Successo del concerto di beneficenza per il Sud-est asiatico al Teatrino di Corte di Palazzo Reale

 

 

«Che il mediterraneo sia….», così si chiama la manifestazione artistica che si è tenuta giovedì scorso, 6 gennaio, presso il Teatrino di Corte del Palazzo Reale. Una tappa speciale di solidarietà per l’Asia del concerto diretto di Eugenio Bennato e organizzato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, da AnsaMed, la nuova sede dell’agenzia Ansa di Napoli, da cinquanta comuni della Campania e patrocinato dal Ministero degli Affari esteri. I puntini sospensivi dopo ‘mediterraneo’ lasciano ampio spazio alle speranze e alla creatività di ognuno dei paesi e delle popolazioni che si affacciano su questo mare, da sempre crocevia di scambi culturali e commerciali ma, purtroppo, anche scenario di violenze e conflitti. Parlare di un’identità comune mediterranea può sembrare uno stereotipo perché in questo mare “la tendenza a confondere la rappresentanza della realtà con la realtà stessa si perpetua”, come dice Predrag Matvejevic, autore del Breviario Mediterraneo nonché presidente del comitato scientifico internazionale della Fondazione Laboratorio Mediterraneo. Quello che però fortunatamente resta lontano dalla mitologia imperante sulla visione di questo mare è la profonda solidarietà, l’intesa e la cooperazione che i popoli del mediterraneo riescono ad offrirsi reciprocamente, e non solo. Significativo, infatti, è che il mediterraneo questa volta, con i suoi artisti, abbia voluto dare un segnale di forte solidarietà nei confronti delle popolazioni asiatiche colpite dalla catastrofe del maremoto.

         Il concerto cui abbiamo assistito giovedì scorso, “primo concerto euromediterraneo per il dialogo tra le culture” è stato organizzato in appena cinque giorni, fra una tappa e l’altra del tour,che non prevedeva l’approdo a Napoli, e grazie all’impegno dei musicisti e dei tecnici che hanno permesso lo svolgimento della serata rinunciando ai loro compensi. La prima data dello spettacolo si è tenuta a Il Cairo il 4 dicembre scorso, poi a Otranto il 31 e successivamente sarà la volta di Lussemburgo, Rabat, Amman, Marsiglia e infine Barcellona, sede della prima conferenza del Partenariato Euromediterraneo, dalla quale sono trascorsi esattamente dieci anni. Il 2005, tra l’altro, è stato dichiarato dal Consiglio Europeo “anno del mediterraneo” e iniziare con un gesto di così grande solidarietà (il pubblico ha lasciato un offerta che andava da un minimo di 25 euro a testa) non poteva che essere una delle azioni più efficaci per dire al mondo intero che il mediterraneo vuole essere soprattutto un mare di pace.

         Michele Capasso, presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, ha presentato la serata e ha parlato dell’iniziativa “Adotta un villaggio”, ossia un progetto di adozione ‘euromediterranea’ di un villaggio colpito dal maremoto; i fondi saranno gestiti in concerto con le popolazioni locali e contribuiranno alla ricostruzione del villaggio stesso. Dopo la parola è passata a Padre Ratna, un prete srilankese in partenza per il suo paese d’origine, il quale ha ricordato che solo lo Sri Lanka ha subito più di 30000 morti, di cui quasi 20000 appartenenti alla minoranza tamil; un’immane catastrofe che ha messo in serio pericolo la sopravvivenza di tale etnia.

         Il concerto si è aperto con la presentazione dell’Inno del Mediterraneo, composizione solo musicale diretta dal maestro Nayer Nagui, direttore dell’Orchestra Sinfonica dell’Opera del Cairo, ed eseguita dall’Orchestra di Lecce. Infine sono saliti sul palco Eugenio Bennato e i Taranta Power, collettivo multietnica che accompagna ormai da anni il musicista napoletano. La formazione, che ha presentato i brani dell’ultimo album di Bennato, chiamato per l’appunto “Che il mediterraneo sia”, ha ospitato per l’occasione grandi musicisti provenienti prevalentemente dal Nord Africa, come la cantante Hasna el Becharia, che ha suonato il suo guembri (tipica chitarra a due corde) intonando canti tradizionali della sua terra; Fathy Salama, pianista egiziano accompagnato da un gruppo di solisti, tra cui spiccava la bellissima voce della cantante Karima; e ancora percussionisti e fisarmonicisti che, con i loro ritmi o le loro melodie tipicamente mediterranee, hanno intrattenuto e smosso la platea per più di due ore, che alla fine non ha potuto fare a meno di portare il tempo con entusiastici battiti di mani.

         Si è concluso così, con la totale soddisfazione del pubblico e degli organizzatori dell’evento, un concerto di solidarietà che, come ha detto dal palco Eugenio Bennato, è stato in grado di dare una risposta inaspettata e tempestiva al bisogno di solidarietà; così come inaspettate e tempestive sono le catastrofi.