CORRIERE DELLA SERA
23/03/2008

Benedetto XVI e le nuove conversioni Allam battezzato la notte di Pasqua

Sette gli adulti avviati alla fede cristiana. L' Ucoii: «Libera scelta» Oltre al battesimo, i sette adulti hanno ricevuto anche i sacramenti della comunione e della cresima

ROMA - Per i credenti è il momento più importante dell' anno. La «madre di tutte le veglie», come la chiamava Sant' Agostino e come ricorda anche il libretto sistemato su ogni panca. È piena la Basilica di San Pietro per la veglia di Pasqua celebrata da Benedetto XVI. Fuori nemmeno le suore resistono alla tentazione di scavalcare la fila che da tre ore aspetta sotto la pioggia lungo il colonnato del Bernini. Ogni anno la veglia del Sabato Santo è l' occasione in cui il Papa battezza un piccolo gruppo di persone che, insieme al battesimo, fanno anche comunione e cresima. Quest' anno sono sette e tra loro c' è anche Magdi Allam, giornalista e scrittore nato in Egitto, vice direttore ad personam del Corriere della sera, che così si converte al cattolicesimo e prende il nome di Magdi Cristiano Allam. La notizia era stata tenuta riservata fino all' ultimo per motivi di sicurezza. Ma poco prima dell' inizio della veglia, il suo nome comincia a circolare. E allora è padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa sede, a dare l' annuncio ufficiale: «Per la Chiesa cattolica - spiega - ogni persona che chiede di ricevere il battesimo dopo una profonda ricerca personale, una scelta pienamente libera e un' adeguata preparazione, ha il diritto di riceverlo». L' unica condizione, ricorda ancora padre Lombardi, è «aver compiuto il cammino di preparazione spirituale». La veglia comincia alle nove in punto. Come sempre la Basilica è completamente al buio, con l' unica eccezione dell' altare. Dietro il baldacchino del Bernini, nella penombra, si intravedono i calici per le ostie: cento perché tanti saranno i sacerdoti che daranno la comunione al termine di quella che per i fedeli è la giornata del silenzio. Le luci tornano dopo l' ingresso del cero pasquale e del Papa, quando tutti i fedeli hanno acceso la candela che hanno in mano. È il simbolo di questa cerimonia, il passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. Il momento del battesimo arriva alle undici passate, dopo l' omelia. Prima la rinunzia («Rinunziate a Satana, origine di ogni peccato? Rinunzio»), poi la professione di fede. I diaconi verso due brocche d' acqua nella vasca battesimale. «Ego te baptizo in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti» ripete sette volte Papa Ratzinger mentre il coro canta Isti sunt agni novelli. Magdi Allam, abito scuro, teso, è il secondo. Subito dopo è il momento della cresima con i padrini e le madrine che consegnano ai sette neofiti la veste bianca e il cero. Benedetto XVI, circondato dai 30 cardinali che concelebrano, impone le mani sui cresimandi: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. Amen». Al termine della veglia, intorno alla mezzanotte, arriva anche la comunione. E il Papa torna a rivolgersi ai sette neofiti in veste bianca: «Il corpo e il sangue di Cristo Signore vi facciano crescere sempre nella sua amicizia e nella comunione con tutta la Chiesa». Nato al Cairo, Magdi Allam aveva studiato da piccolo in un collegio dei salesiani. Poi aveva deciso di trasferirsi in Italia, dove ha cominciato la sua carriera giornalistica. «Magdi Allam è un uomo adulto libero di fare la sua scelta personale» commenta l' imam Izzedin El Zir, portavoce dell' Ucoii, l' Unione delle comunità islamiche in Italia. «L' importante - aggiunge - è che ogni persona viva la sua religiosità in modo pacifico e rispettando le altre religioni». Le critiche di Allam all' Ucoii? «Accettiamo le critiche, non le bugie», si limita a rispondere El Zir. «Rispetto per la scelta» anche da Yahya Pallavicini, vice presidente della Comunità religiosa islamica che però avanza qualche «perplessità» per il momento e il luogo scelto «di così grande valore simbolico». 

Salvia Lorenzo

 

La mia Scelta

«Approdo di un lungo cammino Decisivo l' incontro con il Papa»

 

Caro Direttore, ciò che ti sto per riferire concerne una mia scelta di fede religiosa e di vita personale che non vuole in alcun modo coinvolgere il Corriere della Sera di cui mi onoro di far parte dal 2003 con la qualifica di vice-direttore ad personam. Ti scrivo pertanto da protagonista della vicenda come privato cittadino. Ieri sera mi sono convertito alla religione cristiana cattolica, rinunciando alla mia precedente fede islamica. Ha così finalmente visto la luce, per grazia divina, il frutto sano e maturo di una lunga gestazione vissuta nella sofferenza e nella gioia, tra la profonda e intima riflessione e la consapevole e manifesta esternazione. Sono particolarmente grato a Sua Santità il Papa Benedetto XVI che mi ha impartito i sacramenti dell' iniziazione cristiana, Battesimo, Cresima ed Eucarestia, nella Basilica di San Pietro nel corso della solenne celebrazione della Veglia Pasquale. E ho assunto il nome cristiano più semplice ed esplicito: «Cristiano». Da ieri dunque mi chiamo «Magdi Cristiano Allam». Per me è il giorno più bello della vita. Acquisire il dono della fede cristiana nella ricorrenza della Risurrezione di Cristo per mano del Santo Padre è, per un credente, un privilegio ineguagliabile e un bene inestimabile. A quasi 56 anni, nel mio piccolo, è un fatto storico, eccezionale e indimenticabile, che segna una svolta radicale e definitiva rispetto al passato. Il miracolo della Risurrezione di Cristo si è riverberato sulla mia anima liberandola dalle tenebre di una predicazione dove l' odio e l' intolleranza nei confronti del «diverso», condannato acriticamente quale «nemico», primeggiano sull' amore e il rispetto del «prossimo» che è sempre e comunque «persona»; così come la mia mente si è affrancata dall' oscurantismo di un' ideologia che legittima la menzogna e la dissimulazione, la morte violenta che induce all' omicidio e al suicidio, la cieca sottomissione e la tirannia, permettendomi di aderire all' autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà. Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero e unico Dio, che è il Dio della Fede e Ragione. Il punto d' approdo La mia conversione al cattolicesimo è il punto d' approdo di una graduale e profonda meditazione interiore a cui non avrei potuto sottrarmi, visto che da cinque anni sono costretto a una vita blindata, con la vigilanza fissa a casa e la scorta dei carabinieri a ogni mio spostamento, a causa delle minacce e delle condanne a morte inflittemi dagli estremisti e dai terroristi islamici, sia quelli residenti in Italia sia quelli attivi all' estero. Ho dovuto interrogarmi sull' atteggiamento di coloro che hanno pubblicamente emesso delle fatwe, dei responsi giuridici islamici, denunciandomi, io che ero musulmano, come «nemico dell' islam», «ipocrita perché è un cristiano copto che finge di essere musulmano per danneggiare l' islam», «bugiardo e diffamatore dell' islam», legittimando in tal modo la mia condanna a morte. Mi sono chiesto come fosse possibile che chi, come me, si è battuto convintamente e strenuamente per un «islam moderato», assumendosi la responsabilità di esporsi in prima persona nella denuncia dell' estremismo e del terrorismo islamico, sia finito poi per essere condannato a morte nel nome dell' islam e sulla base di una legittimazione coranica. Ho così dovuto prendere atto che, al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale. Parallelamente la Provvidenza mi ha fatto incontrare delle persone cattoliche praticanti di buona volontà che, in virtù della loro testimonianza e della loro amicizia, sono diventate man mano un punto di riferimento sul piano della certezza della verità e della solidità dei valori. A cominciare da tanti amici di Comunione e Liberazione con in testa don Juliàn Carròn; a religiosi semplici quali don Gabriele Mangiarotti, suor Maria Gloria Riva, don Carlo Maurizi e padre Yohannis Lahzi Gaid; alla riscoperta dei salesiani grazie a don Angelo Tengattini e don Maurizio Verlezza culminata in una rinnovata amicizia con il Rettore maggiore Don Pascual Chavez Villanueva; fino all' abbraccio di alti prelati di grande umanità quali il cardinale Tarcisio Bertone, monsignor Luigi Negri, Giancarlo Vecerrica, Gino Romanazzi e, soprattutto, monsignor Rino Fisichella che mi ha personalmente seguito nel percorso spirituale di accettazione della fede cristiana. Ma indubbiamente l' incontro più straordinario e significativo nella decisione di convertirmi è stato quello con il Papa Benedetto XVI, che ho ammirato e difeso da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e ragione come fondamento dell' autentica religione e della civiltà umana, e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi di nuova luce nel compimento della missione che Dio mi ha riservato. La scelta e le minacce Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita, nella consapevolezza che la conversione al cristianesimo mi procurerà certamente un' ennesima, e ben più grave, condanna a morte per apostasia. Hai perfettamente ragione. So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d' iniziazione al cristianesimo. Sua Santità ha lanciato un messaggio esplicito e rivoluzionario a una Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani, astenendosi dal fare proselitismo nei Paesi a maggioranza islamica e tacendo sulla realtà dei convertiti nei Paesi cristiani. Per paura. La paura di non poter tutelare i convertiti di fronte alla loro condanna a morte per apostasia e la paura delle rappresaglie nei confronti dei cristiani residenti nei Paesi islamici. Ebbene oggi Benedetto XVI, con la sua testimonianza, ci dice che bisogna vincere la paura e non avere alcun timore nell' affermare la verità di Gesù anche con i musulmani. Basta con la violenza Dal canto mio dico che è ora di porre fine all' arbitrio e alla violenza dei musulmani che non rispettano la libertà di scelta religiosa. In Italia ci sono migliaia di convertiti all' islam che vivono serenamente la loro nuova fede. Ma ci sono anche migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sono costretti a celare la loro nuova fede per paura di essere assassinati dagli estremisti islamici che si annidano tra noi. Per uno di quei «casi» che evocano la mano discreta del Signore, il mio primo articolo scritto sul Corriere il 3 settembre 2003 si intitolava «Le nuove catacombe degli islamici convertiti». Era un' inchiesta su alcuni neo-cristiani che in Italia denunciavano la loro profonda solitudine spirituale ed umana, di fronte alla latitanza delle istituzioni dello Stato che non tutelano la loro sicurezza e al silenzio della stessa Chiesa. Ebbene mi auguro che dal gesto storico del Papa e dalla mia testimonianza traggano il convincimento che è arrivato il momento di uscire dalle tenebre dalle catacombe e di affermare pubblicamente la loro volontà di essere pienamente se stessi. Se non saremo in grado qui in Italia, nella culla del cattolicesimo, a casa nostra, di garantire a tutti la piena libertà religiosa, come potremmo mai essere credibili quando denunciamo la violazione di tale libertà altrove nel mondo? Prego Dio affinché questa Pasqua speciale doni la risurrezione dello spirito a tutti i fedeli in Cristo che sono stati finora soggiogati dalla paura.

Allam Magdi

 

 

CORRIERE DELLA SERA

25/03/2008

 

Allam convertito, l' Islam discute Il Vaticano: libertà di coscienza

Critiche a Ratzinger: troppa enfasi. Il cardinale Tauran: diritto di scegliere. Nayed, tra i 138 firmatari dell' appello al dialogo: «Ma chi sono i consiglieri del Papa sui musulmani?»

Il battesimo di Magdi Allam - ancor più il fatto che il Papa l' abbia amministrato di persona e in forma solenne - ha fatto il giro del mondo. Con commenti spesso schierati, di forte sostegno o forte critica, in Occidente e ancor più in terra d' Islam. Sono state le grandi agenzie internazionali a diffondere per prime la notizia (e le foto) del «battesimo a sorpresa», la notte di sabato. Il pezzo dell' Ap che definisce Allam «il più famoso musulmano d' Italia, scrittore iconoclasta che condanna l' estremismo islamico e difende Israele» è finito sui siti di Cnn, Cbs, su tantissime altre prime pagine. Lo stesso per l' articolo di Reuters («un segreto ben custodito»), ripreso tra gli altri dal New York Times e da Le Monde. Ma al di là delle prime, scarne cronache dell' evento (e dei commenti sui forum in Internet e su innumerevoli blog), una critica è già arrivata ieri dal Sunday Times di Londra, diretta non tanto al al giornalista egiziano quanto al Pontefice: «rischia di rinfocolare la rottura con il mondo musulmano», scrive il giornale, perché Allam «giornalista nato musulmano» «ha descritto l' Islam come intrinsecamente caratterizzato da odio. Franco Monaco, esponente Pd è stato uno dei pochi politici ad esprimersi nelle prime ore: «Mi hanno procurato disagio l' enfasi, la pubblica ostentazione di una intima conversione», «la rappresentazione dell' Islam come irriducibilmente violento, la polemica contro la Chiesa del Concilio e del dialogo». Ma il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso dichiara: «Il Papa sceglie senza fare differenze. A chi bussa, la porta della Chiesa è sempre aperta: la libertà di coscienza è un diritto fondamentale». Perplesso invece il reverendo Christophe Roucou, responsabile delle relazioni con l' Islam della Chiesa cattolica francese: «Non capisco perché non si sia fatto battezzare nella sua città, dal vescovo locale». E se nella destra italiana il leghista Roberto Calderoli saluta «con gioia l' arrivo di Allam nella religione dell' amore» e auspica «altre conversioni», gli ambienti musulmani del nostro Paese reagiscono con cautela. «Una libera scelta da rispettare», dice l' ex ambasciatore convertito all' Islam Mario Scialoja. «L' importante è che ognuno viva la sua religiosità in pace rispettando le altre», commenta l' imam Izzedin El Zir, portavoce dell' Ucoii, l' organizzazione oggetto di molte battaglie di Allam. «Perplessità» per l' opportunità di celebrare il battesimo in una sede «di così grande valore simbolico», dice invece Yahya Pallavicini, vicepresidente Coreis. Che aggiunge: «Non c' è bisogno, per dimostrare l' amore per Gesù, di rinnegare l' amore e la fede per il profeta Maometto». È però soprattutto nei Paesi musulmani, come prevedibile, che si sono avute le reazioni più immediate e per il momento più attente alle posizioni politiche di Allam che alle strategie vaticane. «Sarebbe stato tutto normale se non avesse fatto quei commenti anti-islamici» (Al Khabar, Algeria). «Allam si è sempre impegnato a fondo contro l' Islam» (Al Watan, Arabia). «Per spiegarvi chi è, basta il titolo del suo libro Viva Israele» (Al Masri Al Yawm, Egitto). Al Jazeera non ha trasmesso nemmeno un' immagine in tv: solo la secca notizia sul sito e 20 pagine di commenti sul forum (tra il denigratore e il comico: «Perché preoccuparsi? L' inferno ha bisogno di legna»). Anche sul forum di Al Sharq Al Awsat di Londra, decine e decine di messaggi (tra i più duri: «L' acqua versata sul capo di Magdi dal Papa è benzina sul fuoco dello scontro di civiltà»). Mentre Al Quds Al Arabi parla di Allam come di un «musulmano sionista». Ma le dichiarazioni che pesano, quelle di personalità politiche o religiose, anche dal mondo islamico (dove peraltro la Pasqua non ha portato alla chiusura di università, centri studi o parlamenti come da noi) non sono ancora arrivate. Con l' eccezione delle dure parole di Aref Ali Nayed, presidente del Centro Strategico di Amman, personalità chiave nel gruppo dei 138 studiosi musulmani che mesi fa scrisse un appello al Papa per il dialogo, sfociato nell' iniziativa cristiano-musulmana «Una parola comune». «Ci chiediamo quali siano i motivi e i piani di alcuni dei consiglieri del Papa sull' Islam», ha dichiarato Nayed, anche a nome di altri firmatari dell' appello. E ha chiesto al Vaticano di prendere le distanze da Allam, «una persona che ha generato e continua generare discorsi pieni d' odio».

 

Zecchinelli Cecilia

 

 

 

Il Battesimo è un Atto Interiore

Nella lettera al Direttore pubblicata sul Corriere della Sera domenica 23 marzo, Magdi Allam parla della sua conversione al Cattolicesimo e del Battesimo ricevuto dal Sommo Pontefice Benedetto XVI.

Come egli scrive, si tratta di una «scelta di fede religiosa e di vita personale... di un privato cittadino»; si tratta anzi della più personale e più importante delle scelte di vita, di quella «metanoia», come dice il Vangelo, che è trasformazione radicale dell' esistenza, nascita di un uomo nuovo. Nulla è importante come la conquista o la perdita di una fede; lo è tanto più quando il Battesimo avviene in età adulta e responsabile, per libera, meditata e anche sofferta scelta, come nel caso di Magdi Allam. Il Battesimo è un atto di vita interiore, non di spettacolarità mediatica né di logica politica; riceverlo da un Sommo Pontefice, «servo dei servi di Dio», non è più valido che riceverlo da un sacerdote della chiesa del proprio quartiere. Naturalmente anche il Battesimo ha indirettamente un ruolo e una rilevanza politica, perché cambia l' uomo - e se non lo cambia nel cuore, nella mente e nel suo comportamento non fa di lui un vero cristiano - e, mutando il suo modo di essere e di agire, lo spinge a incidere in una direzione piuttosto che in un' altra sul reale. Il Battesimo rigenera e trasforma l' Io in tutti i suoi aspetti e dunque pure in quanto soggetto politico. Ma tale dimensione politica viene dopo, quale frutto della conversione - «dai loro frutti li riconoscerete», dice Gesù - e non nel momento in cui si riceve l' acqua di vita. Le modalità di questa conversione e della sua comunicazione hanno e hanno evidentemente voluto avere pure un immediato significato politico. Infatti Magdi Allam, nella lettera in cui racconta la sua rinascita spirituale, non si limita a ringraziare Dio per la grazia ricevuta, ma propugna contestualmente una precisa linea politica, affermando la natura «fisiologicamente violenta di tutto l' Islam» e la conseguente necessità di combattere tutto l' Islam, il che non è conforme all' amore cristiano e al suo senso di fraternità universale. Non si tratterebbe dunque di combattere soltanto le aberranti, criminose e pericolose derive fondamentaliste e terroriste dell' Islam, che vanno certo combattute risolutamente, anche se il momento in cui si riceve il Battesimo non è forse quello più opportuno per dichiarazioni bellicose. Fra l' altro, la condanna globale dell' Islam si differenzia dal rispetto e dall' apprezzamento espressi dalla Chiesa nei confronti del monoteismo islamico. È curioso che, nel momento della conversione, nella lettera si critichi «la Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani» e si presuma di poter indicare alla Chiesa Mater et Magistra la strada giusta da seguire. Una certa sorpresa, va detto, ha destato pure il fatto che sia stato il Sommo Pontefice a battezzare Magdi Allam, in un rito pasquale che di solito prevede il Battesimo pubblico a nuovi cristiani significativi, in quel momento, soprattutto in quanto anonimi e dunque rappresentanti di tutti. Lo sono altrettanto, ad esempio i dodici cui il Sommo Pontefice, in un altro rito pasquale, lava i piedi nel ricordo della lavanda dei piedi di Cristo agli apostoli. Sarebbe un po' penoso se fossero soprattutto i vip ad ambire a quei lavacri. Ma per fortuna il Cattolicesimo fa balenare la sua grazia e la sua grandezza anche in dettagli minimi, che riscattano pure le tiare. Proprio a Pasqua, quasi a controbilanciare il mio disagio per questa vicenda privata divenuta pubblica, Moni Ovadia mi ha raccontato che una volta Monsignor Bruno Forte, grande teologo e Vescovo di Pescara e Chieti, a un aggressivo interlocutore che si proclamava baldanzosamente ateo, rispose, in napoletano: «Guaglio' , non sai cosa ti perdi...». Ecco, se la Chiesa parlasse sempre così...

Magris Claudio

 

Cristo Continua ad Avvincere

Il rischio del neoconvertito. «Va però anche segnalato un certo radicalismo, una impazienza, forse un eccesso di foga che segnano ogni convertito che è abbagliato dalla nuova luce»

Per il cristiano vale il principio che dovrebbe valere per tutti, ovunque: va presupposta la buona fede delle persone e ricade su chi dubita o diffida l' onere di provare il contrario. In questa prospettiva va letta anche la lettera di Pasqua di Magdi Allam.

Lettera al direttore di questo giornale che conteneva l' annuncio che il suo lungo processo di avvicinamento al Cristianesimo era giunto al traguardo e che, nella solenne liturgia pasquale, il Papa stesso gli avrebbe amministrato il battesimo e lo avrebbe nutrito con l' alimento più sostanzioso, l' eucaristia. Se ricordiamo il dovere della fiducia previa, è perché non è un mistero come sul novello «Cristiano» (questo il nome che il convertito ha voluto aggiungere al suo) si sia addensata da tempo una nuvola di sospetti e di insinuazioni che è certamente destinata ad alimentarsi con i nuovi elementi di cui già la Rete nereggia. Noi, invece - che non conosciamo di persona il nuovo fratello nella fede, ma che ne abbiamo seguito da lontano l' avventura intellettuale e spirituale - noi rileggiamo sgombri di preconcetti quella vibrante lettera al direttore. La rileggiamo e, pur non potendo tutto condividere, come diremo, ci diciamo colpiti dalla passione religiosa e civile che la pervade. E ci sembrano inaccettabili i sospetti di opportunismo nei riguardi di una persona che è consapevole (e lo dichiara) di confermare una condanna a morte che già incombe su di lui e che ora sarà ripetuta. Tra l' altro - opponendo cinismo al cinismo di tanti accusatori - rileviamo che, con questa sua aperta confessione di fede, Magdi non moltiplica ma, in qualche modo, azzera le mire carrieristiche che i diffamatori gli attribuiscono: così come i media sono stuzzicati dal prete, non dall' ex-prete, che sparla della Chiesa, ciò che interessa oggi è il musulmano, non l' ex-musulmano, che critica l' Islam. Allam aveva notevoli doti professionali e meritava di emergere, ma è indubbio che le sue chance sono state potenziate dal momento storico attuale. Ben strano protagonismo e carrierismo sarebbe quello di colui che rinunciasse, se non per convinzione profonda, a una simile «rendita di posizione»! In ogni caso, leggendo senza pregiudizi quanto scritto dal nuovo fratello nella fede, confessiamo l' emozione del credente che conosce, per esperienza, quanto a fondo il Cristo possa scendere nei cuori e quanto coraggio possa infondervi, accanto all' amore. Edificanti poi, per un cattolico, le parole di stima, di fiducia, di comprensione profonde che questo egiziano ha riservato e riserva al papa tedesco, con il suo magistero dove fede e ragione procedono in accordo fecondo. Questo riconosciuto, va però anche segnalato un certo radicalismo, un' impazienza, forse un eccesso di foga che, intendiamoci, non segnano Magdi soltanto, ma ogni convertito che (almeno nei primi tempi) è abbagliato dalla nuova luce. Così - e proprio da cristiani che pur diffidano di un dialogo che degeneri in irenismo - non riusciamo a condividere la condanna radicale di un islamismo definito come «fisiologicamente violento» e quasi come «radice di ogni male». Tutto, per il credente, è Provvidenza e a nulla è estranea almeno una porzione di verità: storia e mistica mostrano le miserie, ma anche le grandezze di una fede che si richiama ad Abramo e che forgia civiltà da più di 16 secoli. Se i frutti sono stati troppo spesso velenosi, lo sarà davvero anche l' intero albero? Ma, poi: sembra risuonare un' impazienza non del tutto condivisibile nei richiami alla Chiesa perché trovi il coraggio di annunciare Gesù anche agli islamici, perché denunci quanto avviene in quei Paesi e, nei nostri, tuteli allo scoperto quanti - come Allam stesso - hanno lasciato il Corano per il Vangelo. In realtà non vi è, al mondo, alcuna istituzione che, più della Catholica, conosca meglio e più da vicino, per esperienza millenaria, la Umma, la comunità di chi venera in Muhammad l' ultimo dei profeti. Quanto può sembrare timore (e Magdi lo sa bene) è in realtà prudenza, è carità verso quegli umili, quei poveri, quegli indifesi che porterebbero tutto il peso di un atteggiamento provocatorio e spavaldo. Il realismo non è diplomazia, politica, timore. Problemi da discutere, certo. Ma indiscutibile ciò che più conta: quel cristianesimo, soprattutto cattolico, che oggi tanti credono di dover abbandonare non cessa di avvincere e conquistare cuori e menti di chi pensi, ami, soffra, gioisca. Di chi, insomma, cerchi una vita degna dell' uomo.

Messori Vittorio

 

 

CORRIERE DELLA SERA

26/03/2008

 

Conversione di Allam, il Vaticano: «Nessuna ostilità verso l'Islam»

L'Osservatore Romano: «La libertà religiosa è anche libertà di cambiare religione»

 

CITTÀ DEL VATICANO - Il gesto di Benedetto XVI, che ha battezzato il giornalista di origine egiziana Magdi Allam in San Pietro la notte di Pasqua, ha «un importante significato» perché «afferma, in modo mite e chiaro, la libertà religiosa», senza peraltro «alcuna intenzione ostile» nei confronti dell'Islam». L'Osservatore Romano commenta così la decisione del Papa di impartire personalmente i sacramenti dell'iniziazione cristiana al vicedirettore del Corriere della Sera, convertitosi al cattolicesimo. In un editoriale siglato dal direttore Gian Maria Vian, il quotidiano della Santa Sede spiega che la libertà religiosa «è anche libertà di cambiare religione, come nel 1948 fu sottolineato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (anche se in seguito, purtroppo, la dichiarazione è stata proprio su questo punto ridimensionata). Così - aggiunge - chiunque chieda senza costrizione il battesimo ha il diritto di riceverlo».

 

LE CRITICHE - Ma la conversione di Magdi Allam, e la cerimonia di San Pietro, continuano a suscitare polemiche. Severe critiche al giornalista e al comportamento del Vaticano per «l'alto profilo intenzionale» dedicato al suo battesimo sono espresse da un noto analista palestinese, Khaled Amayreh, sul sito web di Hamas, Palestine-Info. «Il Vaticano - scrive l'opinionista islamico - non può sperare in buone relazioni con i musulmani e al tempo stesso continuare ad incitare all'odio e al razzismo nei confronti di una religione che ha un miliardo e mezzo di seguaci, compresi milioni di europei e centinaia di migliaia di italiani». E anche 138 intellettuali e leader religiosi musulmani firmatari di una recente lettera aperta al Papa per promuovere la pace mondiale, ricevuti in Vaticano a febbraio, hanno criticato la modalità in cui è stata realizzata la conversione del giornalista. Per bocca di Aref Ali Nayed, direttore del Centro regale di studi strategici islamici ad Amman, in Giordania, figura chiave del gruppo «A common world», i 138 hanno denunciato l’atto «deliberato e provocatorio di battezzare Allam in un'occasione così speciale e in modo così spettacolare» e chiedono alla Santa Sede di «prendere le distanze» dalla dichiarazioni del vicedirettore «ad personam» del Corriere della Sera.

 

«LA SANTA SEDE PRENDA LE DISTANZE» - «È triste che l’atto intimo e personale di una conversione religiosa divenga uno strumento trionfalistico per segnare punti» afferma Nayed commentando con l'agenzia Apcom il battesimo di Allam a San Pietro in occasione della veglia Pasquale presieduta da Benedetto XVI. «Tali strumentalizzazioni di una persona e della sua conversione è contraria ai principi basi della dignità umana. Giunge inoltre in un momento altamente inopportuno in cui sinceri musulmani e cattolici stanno lavorando molto duramente per riparare alle fratture tra le due comunità». «Secondo, è triste - aggiunge Nayed - che la persona prescelta per un gesto così fortemente pubblico ha generato, e continua a generare, argomenti di odio. Il messaggio fondamentale dell’articolo più recente di Allam è lo stesso messaggio dell’imperatore bizantino citato dal Papa nella sua lezione di Regensburg tristemente nota. Non è lontano dalla verità vedere questo come un altro modo di riaffermare il messaggio di Regensburg (che il Vaticano continua a dire che non era intenzionale). «È ora importante per il Vaticano prendere le distanze dal discorso di Allam. I musulmani dovrebbero prendere l’evidente battesimo papale come un appoggio del discorso di Allam relativamente all’islam? Terzo, è triste che Benedetto XVI - spiega ancora Nayed citando i 138 saggi - abbia scelto di fare del messaggio fondamentale del suo discorso religioso durante la speciale occasione della Pasqua un messaggio quasi-manicheo sui temi del buio e della luce, assegnando il "buio" agli "altri" e la "luce" a "se stessi"».

 

«SERVE RISPETTO» - La conversione di Magdi Allam tiene banco anche nel dibattito politico. Per il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini«un profondo rispetto è l'unico atteggiamento serio da assumere» rispetto alla scelta del vicedirettore. Si tratta, aggiunge Casini, ospite di Viva Voce su Radio24, di «una scelta di fede su cui nessuno può sindacare. L'unico atteggiamento serio è il rispetto per la libertà religiosa di tutti e quindi di Magdi Allam». In linea con Casini Fiamma Nirenstein, candidata del Pdl per la Camera dei Deputati, sottolinea attraverso una nota che «il battesimo di Magdi Allam ha provocato critiche improprie e aggressive di fronte a quella che si caratterizza come una scelta religiosa personale, che ciascun uomo ha il diritto di fare». «Non condivido nel modo più assoluto gli attacchi a Magdi Allam. Da laico comprendo le ragioni di chi scopre nella libertà della propria coscienza una nuova fede religiosa», afferma Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore di Forza Italia. Per Enrico Bosellila decisione di Magdi Allam di farsi battezzare dal Papa in occasione della veglia pasquale a San Pietro «è un gesto molto forte». Ma «per come è stato realizzato - ha spiegato il leader dello Sdi nel corso della vidochat di Corriere.it - temo che non sarà interpretato come un gesto di dialogo nel mondo». Anche Federico Bricolo, deputato della Lega Nord, interviene nel dibattito aperto dalle parole di Magdi Allam, che dopo il battesimo ha affermato che «il male è insito in un Islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale». «Ha ragione Magdi Allam - rileva Bricolo- quando dice che l'Islam moderato non esiste. Oggi ancora di più - aggiunge - possiamo dire che, grazie a Benedetto XVI, l'Occidente ha finalmente trovato un Papa forte, deciso e motivato a difendere la nostra religione, i suoi valori e la sua millenaria tradizione, senza paura delle reazioni degli integralisti islamici».

 

 

«Un singolo non è la religione

Pericoloso farne un simbolo»

Lo scrittore Hamid: i conflitti vanno minimizzati

 

Mohsin Hamid, nato in Pakistan, studi a Princeton e Harvard, giornalista e autore di Il fondamentalista riluttante (Einaudi), un libro sul complesso rapporto tra musulmani e Occidente dopo l’11 settembre. Gli abbiamo chiesto un parere sul tema conversioni, rilanciato dal caso Allam.

 

Buruma parla di «nuova fase aggressiva del Vaticano», molti imputano all’islam atteggiamenti offensivi. In Gran Bretagna, dove lei vive, 200mila musulmani sono diventati cristiani, migliaia di cristiani musulmani. Cosa sta succedendo?

 

«Nelle religioni ci sono aspetti politici, ma soprattutto scelte spirituali. E le conversioni tra Islam e cristianesimo, nei due sensi, avvengono da secoli. Non credo siano accelerate. La tendenza è sempre stata di passare alla religione dominante: quella del potere coloniale, o del nuovo Stato se sei immigrato. È successo anche in quello che poi diventò il Pakistan, che prima era India e tutti erano indù. Oggi ci sono due modi di guardare al fenomeno: come parte dei naturali cambiamenti nella storia. O come qualcosa di nuovo, e per molti allarmante. Posizione che rifiuto».

 

Per qualcuno essere musulmani in Occidente è un controsenso. Che il cattolicesimo, basato come dice anche Allam “sulla Ragione” sia più adatto. Lei, come musulmano, cosa pensa?

 

«Della mia religiosità non parlo, la vita spirituale di una persona è come la sua vita sessuale, molto privata. E trovo osceno ostentarla. Ma per risponderle: non esistono un Islam e un Cattolicesimo. Ce ne sono milioni, come gli individui che li professano. Musulmani che credono nella mutilazione genitale femminile e altri, come nell’ambiente da cui vengo, che ne sono scioccati e hanno scelto una donna come premier. E cristiani per nulla adatti al mondo moderno. Tutte le grandi religioni sono in grado di adattarsi a un contesto in rapida evoluzione: la prova è che sono sopravvissute fino a oggi».

 

Eppure qualcuno, come Allam, ritiene l’islam una religione di odio e violenza, quasi medioevale.

 

«Lei mi chiede se concordo su questo giudizio sull’islam? Chiaramente no. Ma Allam ha il diritto di dire quello che pensa. E il Papa è il capo di un’organizzazione religiosa, per definizione anche politica. Può avere avuto ragioni politiche, per quel battesimo, che non conosco e non posso quindi criticare. In tutte le religioni i sacerdoti hanno sempre agito politicamente, non dobbiamo sorprenderci».

 

Come spiegare allora il grande credito che oggi trova lo «scontro» tra religioni?

 

«Perché passiamo troppo tempo a cercare prove che esiste un conflitto, anziché minimizzarlo. È vero: Allam si scaglia contro l’islam, Hirsi Ali e Van Gogh pure. Migliaia di musulmani si scagliono contro il cristianesimo. Il Papa fa un gesto pubblico come quel battesimo. E allora? Non dovremmo scioccarci, ma chiederci: è così importante? Dovremmo avere la pelle un po’ più dura, essere meno allarmisti e pronti ad offenderci. Non dico che dovremmo ignorare il razzismo o l’islamofobia, ma lavorare per ridurli».

 

Lei ha una visione molto ottimista, eppure molte conversioni oggi vanno verso le forme più radicali delle religioni.

 

«Ma ancora: per un convertito estremista ne esistono cento che non lo sono. Soprattutto: ci sono milioni di persone che senza abbandonare la loro fede si "convertono" a un mondo multireligioso, imparano a convivere con gli altri senza uccidersi. Non fa notizia, non finisce sui media, ma è così. Dovremmo essere molto sospettosi verso chi vuol farci credere a uno scontro "tra religioni", viste come blocchi monolitici. Quando la paura che ha invaso il mondo dopo l’11 settembre, aggravata dalle immigrazioni di massa, recederà, capiremo che è così: se la Gran Bretagna batte a calcio la Francia, non è la vittoria di uno Stato sull’altro: è solo un calciatore inglese che ha buttato una palla in porta. Se un musulmano è battezzato dal Papa, non è la vittoria della cristianità sull’islam. Esagerare il simbolico è molto, molto pericoloso».

 

Cecilia Zecchinelli

 

 

 

CORRIERE DELLA SERA

27/03/2008

 

I vescovi su Allam: no a letture politiche

Il giornalista: la mia una libera richiesta

 

MILANO - «Guardare alle conversioni al cristianesimo con gli occhi della politica, dell' ideologia, della sociologia, non ha senso». Prende le distanze da una lettura critica del battesimo di Magdi Allam, il quotidiano cattolico «Avvenire», con un editoriale a firma Carlo Cardia, dal titolo «La conversione non è mai un fatto politico». E mentre l' Osservatore Romano, sempre ieri, a tre giorni dal suo battesimo nella notte della veglia di Pasqua, ricordava la figura dello spagnolo Raimondo Lullo, che nel tredicesimo secolo dedicò la sua vita a convertire i musulmani alla dottrina cattolica, Magdi Allam ha risposto alle critiche piovute sul «sacramento spettacolare, ricevuto in mondovisione». «Non ho nulla da vergognarmi - ammette su La7, nella trasmissione "Otto e Mezzo" -. Sono fiero della scelta che ho fatto, e che sia stato il Papa a battezzarmi, nella notte di Pasqua, è stata una mia libera richiesta. Sono atti pacifici, qual è lo scandalo?». Si dice esterrefatto, «soprattutto dal fatto che uomini di chiesa, di religione cattolica, si siano chiesti se non fosse stato meglio compiere una conversione come atto intimo, magari in una parrocchia remota». «La mia scelta è frutto di una lunga e meditata conoscenza della religione cattolica, e di una valutazione negativa dell' Islam - continua Allam -. È stato detto che il mio comportamento rappresenta una provocazione, ma io rivendico il mio diritto a parlare male dell' Islam, anche se questo non vuol dire che criminalizzo che lo professa». Dialogo con gli islamici moderati: il giornalista spiega che «può e deve esistere»; quanto alle moschee «non sono contrario - sottolinea -, ma sono consapevole che nel nostro mondo globalizzato l' estremismo islamico è passato attraverso le moschee, quindi occorre vigiliare che siano davvero solo luoghi di culto». Botta e risposta anche a «Controcorrente» rubrica di SkyTg24: al centro del dibattito le parole dell' imam Yahya Pallavicini che «nella pur "legittima" conversione di Allam, vede il rischio di un esclusivismo apologetico e totalitario» in cui si afferma, «negando la base spirituale dell' Islam, che la sola religione dell' amore è il Cristianesimo, criminalizzando l' altra come se fosse quella di un Dio minore della guerra, e affermando che tutti i musulmani sono ipocriti e violenti». «Quando si perseguono questioni che attengono ai dettami della fede, la moderazione viene meno» spiega Magdi Allam. Secondo lui, le dichiarazioni di Pallavicini rispondono a una logica di potere: «Yahya punta a diventare il referente dei musulmani d' Italia, ed è infatti l' unico italiano che fa parte dei 138 esponenti musulmani che hanno avviato un dialogo con il Vaticano». Polemiche a parte, il prossimo 7 giugno Allam parteciperà al pellegrinaggio a piedi, Macerata-Loreto, presieduto dal Angelo Bagnasco. * * * La conversione Il battesimo Magdi Allam viene battezzato dal Papa la notte di Pasqua *** Le critiche Dure le critiche sui siti islamici sulla conversione di Magdi Allam *** La difesa Il Vaticano: il battesimo è segno di mite libertà religiosa * * * I giornali Osservatore Ieri il quotidiano del Vaticano ha ricordato la figura di Raimondo Lullo, il missionario spagnolo che nel tredicesimo secolo si dedicò con il Vangelo alla conversione dei musulmani L' Avvenire In un editoriale firmato da Carlo Cardia, il quotidiano cattolico ha preso le distanze da una lettura politica della conversione di Allam

 

Mottola Grazia Maria

 

 

“Il Dialogo non pasa per la religione”

Kepel: il gesto del Papa ha un forte carattere simbolico che fa discutere

 

Politologo ed esperto di Medio Oriente e terrorismo islamico, professore all' Istituto di studi politici di Parigi, Gilles Kepel è autore di saggi tradotti in tutto il mondo (da Jihad e Fitna). Nell' ultimo (Terreur et Martyre), esamina tra l' altro il rapporto tra Islam ed Europa, le questioni del dialogo e dell' integrazione, rilanciate in questi giorni dal caso Allam. In Italia questo caso ha suscitato un forte dibattito politico. Nel mondo musulmano, le reazioni sono limitate ai media e a pochi esponenti del dialogo interreligioso. Perché è una questione italiana, alla vigilia del voto, o perché c' è oggi la volontà di non creare nuovi casi Van Gogh o Hirsi Ali? «Credo che questa conversione sia percepita scandalosa da molti nel mondo musulmano, per i quali chi abbandona l' Islam è un apostata. Ma dato che Allam è da tempo italiano, la sua decisione gli appartiene. Penso che lo scandalo esista per motivi dogmatici, ma che politicamente sia difficile montare mobilitazioni. Più che la conversione, è però politicamente importante che sia stata celebrata dal Papa, a San Pietro, a Pasqua. Ciò le conferisce un carattere simbolico molto forte, tanto più per le denunce contro l' Islam di Allam. Il suo battesimo si iscrive chiaramente nel seguito del discorso di Ratisbona del Papa, che vede la Chiesa cattolica come simbolo dell' Europa e partecipa al dibattito sull' Islam con vigore. È un caso diverso da Van Gogh e dalla Ali, laici». Ma anche Allam ha ricevuto minacce di morte. Lei sostiene che ormai Al Qaeda abbia perso: anche in Europa? «Al Qaeda è stata sconfitta politicamente in Iraq e per l' incapacità di uscire da Internet. Ma la nuova generazione non prende ordini da Bin Laden, agisce individualmente: è successo a Londra e con Van Gogh. Il pericolo resta». Che politiche seguire allora con le comunità musulmane in Europa? Lei sostiene che la soluzione non è il modello inglese e olandese, multiculturale, ma quello francese laico dell' integrazione. Anche in Italia? «In Italia, l' arrivo della popolazione islamica è ancora troppo recente. Ma il modello francese resta valido. Il punto è: in che misura c' è una prospettiva d' integrazione culturale per i musulmani? Che fare perché gli immigrati si sentano il più possibile italiani, senza che abbandonino la loro fede? L' integrazione non annulla le differenze, le fa comprendere. Il multiculturalismo le valorizza. E alimenta il terrorismo». L' Italia sembra meno laica della Francia, però. E molti musulmani immigrati hanno una forte appartenenza religiosa. «Ma la vita quotidiana dell' Italia, matrimonio, insegnamento, controllo delle nascite, è del tutto laica. E anche in Italia tantissimi cittadini di origine musulmana vivono la loro fede a titolo privato, laicamente. È da loro che possono sorgere elementi forti per il dialogo, che non passa dalle religioni ma dall' economia, dalla prosperità e dalla cultura. Gli esempi delle civiltà fiorentina e veneziana lo insegnano». Lei sostiene da sempre che è cruciale la separazione tra Stato e Chiesa. Ma oggi le religioni hanno un peso importante: molti criticano il Vaticano, moltissimi le «gerarchie» musulmane. «In Vaticano, mi sembra che Benedetto XVI stia attuando una strategia di ridefinizione del dogma cattolico, emersa già a Ratisbona: mentre il papa precedente era uomo di comunicazione e predicazione, lui resta il cardinale Ratzinger. Forse si può dire che il dialogo possa sorgere dalla ridefinizione del dogma, ma io credo che passi dalla civilizzazione, dagli scambi. La religione viene dopo e non prima, come pensa il Papa. E in quanto all' apertura dei musulmani, è certo che nei Paesi islamici oggi è inferiore che in passato. Il dialogo, ripeto, può sorgere soprattutto con i musulmani in Europa».

 

Zecchinelli Cecilia