APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEL MARE MEDITERRANEO
Il Mediterraneo è un mare primario, dove le categorie di
civiltà o le matrici di evoluzione al Nord e al Sud non si
lasciano ridurre a un denominatore comune. Gli approcci dalla fascia
costiera e quelli dall'entroterra spesso si escludono o si contrappongono.
La tendenza a confondere la rappresentazione della realtà
con la realtà stessa si è perpetuata: l'immagine del
Mediterraneo e il Mediterraneo reale non si identificano affatto.
Il Mediterraneo ha affrontato la modernità in ritardo. Non
ha conosciuto il laicismo su tutte le sue sponde. Ciascuna delle
coste conosce le proprie contraddizioni, che non cessano di riflettersi
sul resto del bacino e su altri spazi, talvolta lontani.
L'immagine che offre il Mediterraneo non è affatto rassicurante.
Il versante settentrionale presenta un ritardo rispetto al Nord
Europa, e altrettanto la sponda meridionale nei confronti di quella
europea.
L'Unione Europea si compie senza tenerne conto: nasce un'Europa
separata dalla "culla d'Europa". Come se una persona si
potesse formare dopo essere stata privata della sua infanzia, della
sua adolescenza.
I parametri con i quali al Nord si osservano il presente e l'avvenire
del Mediterraneo non concordano con quelli del Sud. Le griglie di
lettura sono diverse. Le decisioni relative alle sorti del Mediterraneo
sono prese, molto spesso, al di fuori di esso o senza di esso: e
questo ingenera frustrazioni e fantasmi.
Le manifestazioni di gioia davanti allo spettacolo di nostalgie
si esprimono attraverso le arti e le lettere.
Un appello che venga dalla Società civile, forse, potrebbe
salvare almeno il mare stesso, la natura dei luoghi, il paesaggio,
le coste, le case, i fari, le torri, i centri storici.
Salvare il Mediterraneo, il mare più a rischio di tutti,
è ormai necessario tanto quanto sperare di arrivare ad una
visione condivisa anche se differenziata: unire le sue culture e
le sue civiltà per difenderlo, pur nelle differenti visioni.
Gli Stati che si affacciano su questo mare hanno politiche marittime
rudimentali. Il Mediterraneo si presenta come uno stato di cose,
non riesce a diventare un vero progetto. La riva settentrionale
appare occasionalmente nei programmi europei, mentre la riva meridionale
ne è in genere assente.
CHIEDIAMO che il Mediterraneo sia salvaguardato, che le rotte più
importanti siano monitorate costantemente, che non passino le "navi
dei veleni", le "carrette del mare" e le "bombe
ecologiche".
Le petroliere a monoscafo potrebbero distruggere facilmente e per
sempre molti luoghi splendidi di questo mare. Cosa succederebbe
se una petroliera affondasse tra le Bocche di Bonifacio, il Canale
d'Otranto, le Bocche di Cattaro? Una nave che trasporta sostanze
pericolose potrebbe andare alla deriva e colpire una delle sue sponde,
quasi in ogni luogo sarebbe una strage oltre che un disastro ambientale.
Dopo l'apertura del Canale di Suez il Mediterraneo, nelle rotte
commerciali, è solo il mare da attraversare per raggiungere
uno degli oceani. Che questo attraversamento, almeno, sia regolamentato
con leggi semplici ma efficaci, che sia garantita la sicurezza dei
tanti popoli che quella rotta incrocia. Il Mediterraneo è
un mare che, proprio per il suo essere chiuso, circondato da una
moltitudine di Stati, popoli e civiltà, può e deve
essere difeso al meglio.
Perché nessuna petroliera cancelli i colori di questo mare,
affinché rimangano come quelli disegnati dagli antichi cartografi
sui portolani.
CHIEDIAMO che la convenzione internazionale "Hns" sulla
responsabilità e sul risarcimento dei danni prodotti dal
trasporto via mare di sostanze pericolose e nocive sia proposta
alla firma, e ci si adoperi perché aderiscano la maggior
parte degli Stati che si affacciano sul Mediterraneo.
CHIEDIAMO che lo stesso sia fatto per la "Bunker oil",
sulla responsabilità di mercantili e petroliere per l'inquinamento
provocato dal rovesciamento in mare di carburanti. Le convenzioni
che promuove l'Unione Europea siano estese a tutto il Mediterraneo
che dell'Europa è la culla.
La lista nera delle navi che non rispettano le norme di sicurezza
marittima deve essere costantemente aggiornata, le 66 navi che sono
state più volte detenute nei porti europei per non conformità
con le norme di sicurezza marittima devono essere bandite per sempre
dal Mediterraneo.
CHIEDIAMO che, per la sicurezza marittima, si vieti il trasporto
di gasolio pesante nelle petroliere a scafo singolo in tutto il
Mediterraneo e non soltanto a partire o verso i porti dell'UE.
CHIEDIAMO che l'Agenzia europea per la sicurezza marittima, di
prossima istituzione, faccia nascere un'identica Agenzia per la
sicurezza marittima del Mediterraneo.
CHIEDIAMO che le convenzioni internazionali rafforzino il livello
del risarcimento dei danni provocati da grandi inquinamenti marittimi,
chiedendo a tutti gli Stati del Mediterraneo di ratificare una convenzione
che crei l'istituzione di un ammontare sufficiente di riparazione,
di almeno 1 miliardo di euro in caso di incidenti.
CHIEDIAMO che si introduca una legislazione internazionale, valida
per tutto il bacino del Mediterraneo sulla responsabilità
penale delle entità riconosciute responsabili d'inquinamento
marino per negligenza grave.
CHIEDIAMO che si impedisca la limitazione della responsabilità
del proprietario, in caso di sua colpa, e di porre fine al regime
di immunità di cui usufruiscono il noleggiatore, l'armatore
ed altri soggetti.
CHIEDIAMO che sia introdotto un sistema di riconoscimento comunitario
dei certificati di competenza dei marinai rilasciati fuori dell'Unione,
proponendo l'adesione di tutti gli Stati del Mediterraneo all'Organizzazione
marittima internazionale (IMO) e chiedendo che la stessa attui un
rafforzamento della sicurezza marittima.
CHIEDIAMO che non solo la prevenzione dell'inquinamento dei mari
europei sia assicurata da un unico Ente sovranazionale, ma che lo
stesso sia costituito a salvaguardia di tutto il bacino del Mediterraneo,
affinché tale Ente assommi in sé tutti i compiti fino
ad oggi affidati ad una pluralità di strutture dalla legislazione
marittima europea e da quella dei vari Stati che si affacciano sul
Mediterraneo.
CHIEDIAMO che si superi ogni possibile conflitto tra la legislazione
europea, quella dei vari Stati del Mediterraneo e gli accordi internazionali
per la prevenzione dell'inquinamento marittimo da navi.
Solo così, soltanto se l'Europa non dimentica il mare in
cui è nata e cresciuta ed in cui si è svolta la sua
infanzia il Mediterraneo potrà essere salvato.
Otranto, 31 Dicembre 2002
Primi firmatari
Michele CAPASSO
Direttore generale dell'Accademia del Mediterraneo e Maison de la
Méditerranée
Predrag MATVEJEVIC'
Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Laboratorio
Mediterraneo
On.Antonio MARTUSCIELLO
Sottosegretario di Stato dell'Ambiente e della tutela del territorio
On.Claudio AZZOLINI
V.Presidente Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa
Francesco BRUNI
Sindaco di Otranto
Rosario Giorgio COSTA
Senatore di Otranto
Gino PISANO'
Presidente dell'Istituto di Culture Mediterranee della Provincia
di Lecce
Remigio MORELLI
Assessore alla Cultura della Provincia di Lecce
Khaled Fouad ALLAM
Islamologo
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