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L´intervento di Michele Capasso


Questa edizione del Concerto dell’Epifania e del Premio Mediterraneo coincide con un momento storico importante per l’Europa e per il Mediterraneo.
L’allargamento dell’Unione Europea verso Est avvicina l’Europa stessa all’Asia centrale ponendo, come scelta naturale, l’esigenza di allargare il raggio di interesse e d’azione verso quei Paesi.
«Quale Europa sarà la Nuova Europa?». Questa domanda l’abbiamo sentita tante volte e in diversi contesti, dall’Europa del carbone e dell’acciaio fino a quella di Maastricht e dell’euro.
«L’Europa sarà seria o non sarà... Sarà più scientifica che letteraria, più intellettuale che artistica. Per molti di noi questa lezione sarà crudele». Così ci ammoniva Julien Benda nel suo Discorso alla nazione europea , scritto alla vigilia di una guerra che sarebbe stata europea prima di diventare mondiale.
Potremmo modificare alcuni accenti di tali messe in guardia o apportarvi, nello stesso spirito, qualche aggiunta.
E’ auspicabile che la Nuova Europa che prende corpo sia meno eurocentrica di quella del passato, più aperta al cosiddetto Terzo mondo dell’Europa colonialista, meno egoista dell’«Europa delle nazioni», più Europa dei cittadini e meno Europa degli Stati che si sono fatti tante guerre fra loro. Una Europa più consapevole di se stessa e meno soggetta all’americanizzazione. Sarebbe utopistico aspettarsi che diventasse, in un futuro prevedibile, più culturale che commerciale, più cosmopolita che comunitaria, più comprensiva che arrogante, più accogliente che orgogliosa e, in fin dei conti, perché no, più socialista dal volto umano (nel senso che i dissidenti dell´Est davano a questo termine) e meno capitalista senza volto.
Nella maggior parte dei cosiddetti Paesi dell’Est il postcomunismo non è ancora riuscito a superare i regimi che si dicevano comunisti . Le transizioni di questi Paesi durano molo più a lungo del previsto. Riescono soltanto eccezionalmente a diventare vere trasformazioni.
Il Mediterraneo, in tale scenario, appare sempre di più luogo di conflitti e, spesso, il tempo sembra spegnere ogni speranza di Pace.
Di qui l’importanza del Concerto dell’Epifania e del Premio Mediterraneo che, in questa VIII edizione, vede tra gli assegnatari:

  • Padre Elias Chacour, per il Premio Mediterraneo di Pace;


  • Suzanne Moubarak, per il Premio Mediterraneo di Cultura;


  • S.A.R. Lalla Meryem del Marocco, per il Premio Mediterraneo per la promozione sociale e lo sviluppo sostenibile;


  • Khaled, per il Premio Mediterraneo d’Arte;


  • Giuliano Urbani, per il Premio Mediterraneo Istituzioni


  • Francesco De Martino ed Izet Sarajlic’ , per il Premio Delfino d’Argento.


Un cammino che continua per costruire nell’area euromediterranea pace e progresso condiviso.

Quest’anno 2003 segnerà una tappa importante specialmente con la Conferenza euromediterranea che l’Unione Europea svolgerà proprio a Napoli per ridare nuovo impulso al partenariato euromediterraneo: proprio nel momento in cui l’Europa diventa più grande allargandosi ad Est è indispensabile “riancorarsi” al Mediterraneo, culla dell’Europa.





Michele Capasso
Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo e
Direttore generale dell’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée.



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