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La sfida dell’internazionalizzazione e il partenariato euromediteraneo

Il ruolo delle Regioni e delle Collettività locali


di Michele Capasso


La Conferenza di Barcellona del dicembre 1995 avviò il partenariato euromediterraneo. Il Secondo Forum Civile Euromed – organizzato a Napoli dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo con 2248 partecipanti in rappresentanza di 36 Paesi - evidenziò la necessità di attuare una politica euromediterranea fondata soprattutto sulla cooperazione decentralizzata, attraverso la partecipazione attiva delle Regioni e delle Città: una sfida che specialmente il Mezzogiorno d’Italia, la Campania e Napoli devono sostenere per assumere il ruolo centrale di questo processo.

Sono trascorsi più di cinque anni ed il tema è oggi più che mai attuale, considerata l’ultima opportunità offerta dai POR delle Regioni Obiettivo 1 che, tra le varie misure, prevedono specifiche azioni per favorire l’internazionalizzazione e la cooperazione decentralizzata.

Su questo tema è opportuno sottolineare quanto segue:

1. Il rafforzamento delle competenze delle Regioni in materia di rapporti con l’estero, avviato dalla cosiddetta “Riforma Bassanini”, si sta sviluppando con straordinaria rapidità, sulla base di alcune condizioni di scenario politico ed istituzionale assolutamente favorevoli, che il Mezzogiorno può considerare come riferimento nella costruzione di rapporti interinstituzionali cooperativi.

Tali fattori di successo sotto il profilo istituzionale possono essere così riassunti:


  • i processi di riforma degli organi di governo nazionali che vanno nella duplice direzione del coordinamento intersettoriale e dell’integrazione verticale delle azioni ai diversi livelli di governo;


  • le decisioni in materia di coordinamento delle politiche economiche nazionali, che hanno visto l’introduzione nel DPEF di indirizzi per le azioni di politica economica influenti sulle relazioni con l’estero;


  • la crescente persuasione, diffusa a tutti livelli dell’amministrazione e della società, della rilevanza delle condizioni di quadro internazionale;


  • il nuovo impegno profuso dalla Commissione Europea nell’attuazione delle raccomandazioni del Consiglio e dei trattati internazionali (Barcellona, Copenaghen, Lomè, Kyoto) in materia di conferimento di funzioni e ruoli alle Regioni, alle istituzioni della Società Civile ed alle forme decentrate di cooperazione nello svolgimento degli impegni internazionali dell’Unione. l’allargamento nel mondo della stessa società politica nazionale, attraverso il conferimento del diritto di voto nelle elezioni legislative alla popolazione emigrata dall’Italia;


  • la nascita di un impegno internazionale autonomo da parte dei grandi comuni italiani, alcuni per la coscienza dell’inclinazione delle proprie economie, altri per la rilevanza delle componenti etniche derivate dalla immigrazione, che allargano a tematiche interculturali natura e confini delle responsabilita’ amministrative tipicamente locali (tutela dei diritti alla salute, alla istruzione, all’avviamento al lavoro, etc.);


  • la crescente consapevolezza,nel mondo della cultura dedicato ai temi internazionali, dell’esigenza di un duplice livello delle relazioni internazionali, specie con riferimento alla gestione delle situazioni di crisi, nelle quali l’iniziativa indipendente di attori regionali, locali e non formali, può esercitare un utile livello di ricomposizione ed esplorazione di possibilità non immediatamente consentite alla azione dei governi;


  • Il quadro di riferimento “reale”, cioè l’opportunità e la domanda implicita di internazionalizzazione delle PMI e dei sistemi culturali nell’ambito dei processi di globalizzazione, va sempre di più assumendo una dimensione concreta.




Le Regioni del Mezzogiorno d’Italia, e la Regione Campania in particolare, nell’ambito della strategia nazionale per l’internazionalizzazione, possono assumere un ruolo determinante.

Infatti, dal lato degli attori necessari al partenariato interistituzionale e culturale ed alla formazione di capitale umano internazionale si evidenziano la presenza di :


  • grandi istituzioni non pubbliche dedite al networking istituzionale internazionale, specie in ambito mediterraneo, con dimostrazioni di successo conseguite sia sotto il profilo della quantità e numerosità delle prestazioni eseguite, che il sotto il profilo del riconoscimento e del committment acquisiti da parte di personalità ed istituzioni formali, in ambito nazionale, comunitarie ed internazionale;


  • istituzioni di formazione superiore dalla caratterizzazione indipendente, duttili nel disegno di percorsi formativi eterodossi e con spiccata caratterizzazione etica e comparatistica, dalla elevatissima capacità esecutiva;


  • grandi universita’ statali e non, dalle capacità formative enormi sotto il profilo quali-quantitativo, di cui almeno una decisiva nella storia della cultura linguistica e comparatistica italiana;


  • grandi personalità nei campi delle performing arts e del management culturale, impegnate in campo internazionale ed accreditate ai massimi livelli dei circuiti internazionali;



  • centri di produzione televisiva di grande capacità legati ad un tessuto esteso di professionisti ed aziende della comunicazione multimediale;



  • una Società civile complessa e diversificata, forte e combattiva, impegnata sul piano etico, e capace di assumere missioni di grande responsabilità politico-strategica;



  • governi locali reduci da stagioni di notevole successo sotto il profilo amministrativo, e di recente, per la prima volta dal secondo dopoguerra, incuriosite delle missioni internazionali ed incoraggiate ad assumere un protagonismo non solamente locale;



  • uno straordinario asset infrastrutturale e monumentale ereditato dal passato storico, come quello della città di Napoli, già capitale di rango europeo, ed oggi idoneo a sostenere le sfide di rappresentatitività nel quadro della competizione intermetropolitana tra le grandi città affacciate sul mare Mediterraneo;



  • la percezione di Napoli nella coscienza italiana, europea ed internazionale, di città cosmopolita e tollerante, cerniera vitale tra la cultura europea di derivazione illuminista e la cultura mediterranea di derivazione spiritualista;



  • la rilevanza quantitativa e qualitativa della componente di origine campana nell’ambito delle comunità degli italiani all’estero.




Dal lato degli operatori economici e delle condizioni strutturali di rapporto con i mercati internazionale, si evidenzia la presenza di:


  • distretti industriali emergenti, caratterizzati da un discreto grado di internazionalizzazione e di presenza sui mercati internazionali;un ruolo di leadership nel mercato internazionale dei macchinari usati per le PMI, sviluppato fino ad oggi attraverso modalità poco trasparenti, ma comunque efficace nello stabilire relazioni strutturali con i distretti emergenti in alti paesi, e passibile di miglioramenti qualitativi sotto i profili della certificazione di affidabilità;


  • istituzioni di ricerca e filiere industriali di elevato standard nei campi di interesse strategico per la cooperazione euromediterranea;


  • grandi operatori nel trasporto marittimo di merci e passeggeri, operatori ed istituzioni di rilevanza nazionale nel settore delle telecomunicazoni;


  • un sistema professionale diversificato e completo, con forte presenza di individualità accreditate ai massimi livelli dei mercati nazionali ed internazionali;


  • associazioni di rappresentanza delle categorie economiche ed industriali con notevole capacità operativa ed influente presenza nelle sedi nazionali;


  • un settore del turismo internazionale forte ed in corso di rafforzamento strutturale, capace di per sé stesso di caratterizzare in senso internazionale il tessuto eonomico e sociale della regione;


  • un carattere fortemente diversificato in termini di posizioni sui mercati esteri, che denotano la presenza di strategie imprenditoriali molteplici e tra loro integrabili.




L’elencazione di questi punti di forza non deve tuttavia condurci a trascurare la presenza diffusa di elementi di debolezza che il sistema delle regioni denota sotto il profilo dell’internazionalizzazione, elementi che debbono essere sanati attraverso un’attenta articolazione progettuale della programmazione di settore: una sfida ed una straordinaria opportunità che non deve essere perduta e per la quale la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, con l’Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée, offre tutto il proprio supporto e la propria rete.


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