SESSIONE TERZA: I PRODOTTI COMPETITIVI NEL COMMERCIO MEDITERRANEO

 

Questa sessione di lavoro parte dall'identificazione dei prodotti che sono considerati attualmente come i più competitivi. Si fa riferimento agli aspetti che intervengono tanto dal lato dell'offerta quanto da quello della domanda, sottolineando contemporaneamente la loro natura statica o dinamica, a breve e lungo termine. Dal momento che l'area di libero scambio dovrebbe comprendere le manifatture industriali, si impone maggiore cautela relativamente al settore dei servizi.

Tra le proposte che sono emerse nel corso del dibattito, si devono segnalare le seguenti:

 

     Organizzare un seminario  che si articoli in varie sessioni e in differenti paesi mediterranei, per discutere i seguenti punti: l'esperienza europea con la cooperazione e l'integrazione, le difficoltà incontrate e i meccanismi per superarle, cooperazione interregionale e commercio, la posizione del settore privato nel processo di apertura, la posizione del settore pubblico.

     Si fa riferimento all'ampliamento del programma Meda per l'assistenza tecnica ai PTM, nello stesso modo in cui il programma PHARE si applica ai Paesi dell'Est.

     si insiste sulla necessità di diffondere il concetto di area di libero scambio allo scopo di limitare i fattori a rischio e migliorare le aspettative delle imprese e gli investimenti.

     Si fa tesoro dell'esperienza della Finlandia in merito alla valorizzazione delle risorse naturali (legno), a dimostrazione di come un paese possa procedere a diversificare la propria base produttiva mediante la creazione di tecnologie molto sofisticate e orientate verso nicchie di commercio. Contemporaneamente, bisogna sottolineare che i paesi della sponda sud non hanno avuto lo stesso successo in un  processo del genere perché non hanno saputo sviluppare una propria abilità tecnologica.

     Si fa riferimento all'esigenza che i paesi mediterranei diano una certa preferenza (in modo selettivo) alle industrie nascenti dei PTM, affinché queste possano consolidarsi in una prospettiva dinamica.

     Si prende in considerazione il vantaggio che si può ottenere evitando di emarginare l'agricoltura all'interno di questo processo di creazione di una zona euromediterranea di libero scambio. L'apertura verso est avrà delle implicazioni in questo campo e bisogna preparare delle complementarità che siano in grado di mobilitare forti investimenti, in questo ambito della produzione, nell'immediato futuro.

     Si formula una proposta complessa: 1) Selezionare due o tre settori economici, all'interno dei quali l'insieme dei PTM goda di vantaggi comparativi in alcune fasi della produzione (per esempio, il settore della trasformazione degli alimenti, il settore tessile e quello delle confezioni), e creare un'area di libero scambio in questi settori, fra questi paesi o in un loro sottogruppo. 2) Garantire l'accesso al mercato comunitario del prodotto finale trasformato per mezzo dell'accumulazione di valore aggiunto, in modo da definire così l'origine del prodotto (accumulazione delle norme di origine).

     I PTM dovrebbero mantenere una certa simmetria tra le riduzioni tariffarie che concederanno ai paesi dell'Unione Europea, nell'ambito delle zone di libero scambio che si verranno a formare, e le riduzioni tariffarie concesse ad altri paesi in ambito multilaterale. Si tratta soprattutto di evitare deviazioni commerciali costose.

 

In definitiva, oltre alla necessità di esaminare la creazione di un'area di libero scambio dal punto di vista tecnico, occorre anche mettere l'accento sulla volontà politica e sottolineare che, oltre a liberalizzare il commercio nord-sud, è di fondamentale importanza, inoltre,  liberalizzare il commercio in maniera orizzontale tra gli stessi PTM. Nello stesso tempo, per integrare tutte le organizzazioni e le associazioni dei diversi paesi in questo processo, è necessario mantenere contatti regolari  fra gli agenti economici e sociali della società civile.