IL FÒRUM CIVIL EUROMED: AGORA’ DI DIALOGO PER IL FUTURO

di Baltasar Porcel, presidente dell’Institut Català de la Mediterrània, e di Michele Capasso, presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo

 

 

In un mondo fatto di informazione e di conoscenza, le reti si configurano come strumento indispensabile per facilitare lo sviluppo personale e collettivo. Intrecciare reti e consolidare strutture implica uno sforzo notevole per l’identificazione delle priorità e per fare in modo che istituzioni ed organizzazioni possano aspirare ad ottenere nuovi diritti e nuove opportunità nella sfera euromediterranea, in sintonia con i programmi elaborati dagli organismi intergovernativi e dall’Unione Europea.

            Per questi motivi, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e l’Insitut Català de la Mediterrània hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione pluriennale con l’obiettivo di riunire le aree operative nelle quali prevalentemente operano le due istituzioni e fornire uno strumento di dialogo completo nello scenario della società civile attraverso il Fòrum Civil Euromed.

            Il Fòrum si è svolto per la prima volta a Barcellona nei giorni 29-30 novembre e 1° dicembre 1995 per iniziativa dell’Institut Català de la Mediterrània – organismo del Governo autonomo della Catalogna – in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri della Spagna, la Commissione Europea e l’Unesco: esso intende trasformarsi in agorà di dialogo permanente della società civile, base indispensabile per conseguire gli obiettivi proposti dall’Unione Europea e dai suoi partner mediterranei durante la Conferenza Euromediterranea svoltasi, sempre a Barcellona, il 27,28 e 29 novembre 1995.

            In tale contesto, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo e l’Institut Català de la Mediterrània intendono continuare il Fòrum Civil Euromed in Italia. L’obiettivo è quello di promuovere, da un altro osservatorio qual è l’Italia, un impegno che consideri la cultura, la ricerca e la cooperazione fattori essenziali di sviluppo per il futuro dell’Europa e del Mediterraneo.

            Il Fòrum Civil Euromed, programmato in Italia a fine novembre 1997, contribuirà a completare – con ulteriori dettagli – il quadro già tracciato a Barcellona, attraverso un processo nel quale la Spagna e l’Italia potranno diventare i principali attori sulla scena euromediterranea.

            La Spagna ha ampliato il suo interesse per la politica mediterranea assumendo una posizione che specificamente le appartiene da sempre per ragioni storiche e geografiche. La Conferenza Euromediterranea e il Fòrum Civil Euromed hanno concluso, in termini concreti, il semestre della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione Europea, lasciando un’impronta decisiva nel contesto della politica euromediterranea.

            L’obiettivo primario del Fòrum Civil Euromed – che a partire da ora si sviluppa in Italia – è sensibilizzare e riunire la società civile, anche attraverso il dinamismo delle Regioni italiane più sensibili al dialogo euromediterraneo.

            L’Italia è la naturale “passerella” di collegamento tra l’Europa ed il Mediterraneo ed è fondamentale il suo rapporto con i problemi specifici riferibili alla sua posizione storico-geografica nel bacino nonché alle relazioni con i Paesi mediterranei appartenenti alla sua area di influenza. Con la sua posizione “baricentrica”, la sua storia, il suo peso culturale, l’Italia ha una grande responsabilità: deve investire risorse pensando al futuro e al suo ruolo nell’ambito dell’area mediterranea, dedicando la sua attenzione non solo alla cooperazione politica ed economica, ma soprattutto a quella culturale attivando progetti capaci di avvicinare le due sponde del Mediterraneo attraverso la valorizzazione delle diverse identità culturali.

            Il II° Fòrum permetterà di mobilitare gli attori sociali della cultura e della scienza, il mondo imprenditoriale, le camere di commercio, la politica, i sindacati, l’economia, le organizzazioni non governative, le istituzioni, gli enti ed i vari esponenti della società civile dell’Italia e dei principali Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, focalizzando l’attenzione su alcuni grandi problemi che attanagliano il bacino: le diverse Religioni, i grandi flussi migratori, la formazione culturale e professionale delle generazioni attuali e future, la gestione delle risorse agricole e l’acuirsi della siccità, il turismo culturale quale fattore di sviluppo, le comunicazioni multimediali ed il loro impatto sulle aree poco sviluppate, il ruolo delle Religioni e delle Città mediterranee, l’individuazione delle nuove povertà e dei nuovi bisogni.

            L’Insitut Català de la Mediterrània e la Fondazione Laboratorio Mediterraneo hanno un ruolo importante per ricostruire il “concetto mediterraneo”: attraverso una salda architettura, necessaria alla stessa Europa per la sua Unione e per la sua coesistenza pacifica dei vari Popoli, è possibile recuperare e valorizzare le identità singole e accelerare, al tempo stesso, quell’integrazione culturale indispensabile per trasportare il Mediterraneo nel cuore dell’Europa e l’Europa al centro del Mediterraneo.

            La nuova Europa dovrà necessariamente essere un’ “Europa Mediterranea”.