PERCHE' LA SOCIETA' CIVILE?

Maria-Àngels Roque, direttrice tecnica del Forum Civil Euromed

 

Il concetto di associazione tra l'Unione Europea e i paesi mediterranei, convalidato dalla Dichiarazione di Barcellona, introduce una nuova prospettiva nella strategia della cooperazione che obbligherà le varie parti ad essere coerenti con le rispettive premesse. I soci hanno diritti e doveri reciproci. E, in questo caso, l'associazione nasce con il fine di realizzare un vero spazio per il benessere comune. Ma tale associazione non può limitarsi al piano delle relazioni tra gli Stati se l'obiettivo che si vuole raggiungere è veramente quello dello sviluppo comune. In assenza di una cooperazione decentralizzata, e continuando a favorire soltanto gli accordi intergovernativi, il concetto di associazione euromediterranea rimane privo di contenuto e la sua realizzazione andrà incontro a gravi difficoltà se lo scopo è quello di ottenere un impatto sicuro sul sostrato socioeconomico dei paesi implicati.

In un contesto che diventa sempre più policentrico, l'analisi delle realtà internazionali deve fare i conti con un ordine emergente nuovo e complesso. Fino ad oggi, la vita era regolata da una logica strutturata, una logica rigida, nella quale i rapporti tra le varie parti erano impostati verticalmente. La nuova logica è quella dei processi: una visione che lascia ampio spazio a nuove forme di interazione e di interdipendenza, non solo lungo la direttrice nord-sud, ma nella totalità dell'area.

La tendenza alla globalizzazione è arginata dalla necessaria regionalizzazione delle aree di influenza, quale risultato fondamentale degli effetti prodotti dalla concorrenza economica mondiale. Ma nello stesso tempo, anche nelle società  apparentemente più frantumate a livello territoriale, la conservazione dell'identità è affidata alla dimensione locale: regioni, città, unioni, associazioni.

Numerosi spazi urbani sono immersi nel processo di formazione di nuove solidarietà, ma anche di nuove contrapposizioni. Quello che bisogna comprendere è se si può conciliare un dialogo interculturale solidale con la presenza di gruppi apparentemente slegati. Si tratta insomma, partendo da questa nuova concezione dell'"essere soci", di recuperare il valore del dialogo, non solo come concetto culturale, ma come forza operativa per la risoluzione dei conflitti: un dialogo al quale prendano parte le tante voci che costituiscono il tessuto sociale dei paesi euro-mediterranei.

Nel terzo punto della Dichiarazione di Barcellona, relativo all'ambito sociale, culturale ed umano, si concorda di "rafforzare o creare gli strumenti necessari per una cooperazione decentralizzata che favorisca gli scambi tra gli agenti dello sviluppo nel quadro delle legislazioni nazionali: i responsabili della società civile e politica, del mondo culturale e religioso, delle università, della ricerca, dei mezzi di comunicazione, delle associazioni, dei sindacati e dell'impresa pubblica e privata." A tale scopo, si promuoveranno "azioni di sostegno alle istituzioni democratiche e al consolidamento dello stato di diritto e della società civile".

Non c'è dubbio che il rafforzamento di questo ambito è una condizione necessaria per la partecipazione attiva dei popoli mediterranei ai progetti futuri. Lo stimolo della società civile è lo strumento primordiale che i popoli hanno a disposizione per realizzare progetti e liberarsi degli integralismi autoritari. L'emergere dei fondamentalismi - di qualunque tipo essi siano, e non necessariamente religiosi -, corrisponde sovente alla presenza di un vuoto ed al bisogno di una ricerca collettiva di nuovi punti di riferimento comuni. Infatti, la collaborazione tra l'individuo e la  collettività è subordinata alla volontà di strutturare la società partendo dalle responsabilità dei singoli individui e delle istituzioni.

Per consolidare i buoni propositi dei politici e nel quadro della cooperazione decentralizzata, il Forum Civil Euromed (FCE) nasce a Barcellona con la volontà di trasformarsi in agorà di dialogo della società civile, base indispensabile per conseguire gli obiettivi proposti dalla UE e dai suoi soci mediterranei.

 


L'IMPORTANZA DELLE RETI NELLA COOPERAZIONE DECENTRALIZZATA

 

In un mondo fatto di informazione e di conoscenza, le reti si configurano come lo strumento necessario per facilitare lo sviluppo personale e collettivo. Intrecciare reti e consolidare strutture implica però uno sforzo per l'identificazione delle priorità e per fare in modo che questi meccanismi non siano lasciati unicamente nella mani della tradizionale diplomazia intergovernativa. Soggetti ed organizzazioni differenti possono aspirare ad ottenere nuovi diritti e nuove opportunità nella sfera mediterranea.

In tal senso, con il Forum Civil Euromed,  è stato realizzato uno sforzo per articolare i vari settori della società civile europea e mediterranea. I partecipanti rappresentano un migliaio di istituzioni e di organismi, di associazioni di donne, sindacati, collettivi di emigranti, camere di commercio, università, istituti di ricerca, mezzi di comunicazione, regioni, città, imprese, organizzazioni non governative, sindacati ed associazioni agrarie.

Il FCE ha potuto contare su un totale di 1.211 partecipanti provenienti da 38 paesi. Anche se la presenza dei rappresentanti del centro e del nord della UE era significativa, la partecipazione delle società mediterranee ha raggiunto proporzioni spettacolari. Inoltre, il FCE ha cercato di comportarsi equamente nei confronti delle due sponde mediterranee: tra i partecipanti, circa uno su quattro proveniva dalla sponda sud e da quella est del bacino.

 

Fig. 1. DISTRIBUZIONE DEI PARTECIPANTI AL FORUM CIVIL EUROMED PER SETTORI DELLA SOCIETA' CIVILE

Università 15,3%

ONG ed Istituti di Ricerca 26,8%

Amministrazioni ed impresa pubblica 29,5%

Impresa privata ed ambito economico 28,4%

 

 

Fig. 2 DISTRIBUZIONE DEI PARTECIPANTI AL FCE PER PAESI MEDITERRANEI DEL NORD, DEL SUD E DELL'EST

Nord 69,3%

Sud ed Est 30,7%

 

La selezione dei partecipanti ha privilegiato i membri delle reti rappresentative, di modo che le proposte e i  progetti di ciascuno di loro fossero ben noti all'interno del settore rappresentato. In alcuni settori, al fine di conseguire una maggiore operatività delle proposte e dei progetti, si è fatto ricorso alle imprese pubbliche che dispongono di rappresentanti dotati di capacità decisionale.

 

 

UN FORO PRAGMATICO E SINGOLARE

 

Siamo abituati agli incontri settoriali di gruppi professionali dove è generalmente privilegiato un ambito specifico. Nell'impostare il FCE, al contrario, ci si è sforzati di organizzare un foro in cui si trovasse rappresentata la necessaria interdipendenza tra gli ambiti economico, territoriale e socioculturale. Ecco perché le sessioni di lavoro sono state interdisciplinari - con la presenza di esperti provenienti da vari campi e dotati di differente capacità di azione -, e si è puntato ad ottenere una complementarità fra le proposte.

Per conseguire una maggiore operatività e per facilitare la scelta dei progetti, il FCE si è articolato in undici fori, le cui sessioni, con le principali conclusioni, sono state oggetto di trattazione nelle pagine precedenti. Come è facilmente comprovabile, la finalità del FCE non è stata quella di realizzare un seminario, né un convegno erudito, bensì quella di presentare dei progetti di cooperazione nord-sud e, specialmente, progetti sud-sud, identificati sulla base delle rispettive funzioni operative.

 

Fig. 3 DISTRIBUZIONE DEI PARTECIPANTI AL FCE PER PAESI DELL'UNIONE EUROPEA

 

Nel corso del FCE sono state passate in rassegna le linee di azione già esistenti, alcune delle quali sono state peraltro intraprese dietro specifica richiesta della società civile, e sono state avanzate nuove proposte che saranno possibilmente incluse tra le istanze comunitarie e presentate ad altre istituzioni competenti.

Il FCE parte da un bagaglio previo di conoscenze e  riflessioni offerto dai partecipanti: nei mesi precedenti al suo svolgimento, l'Istituto Catalano per il Mediterraneo ha raccolto più di 450 proposte e progetti. Questo materiale ha permesso, in larga misura, un'organizzazione efficace delle sessioni. Il lavoro di sintesi e di presentazione di questi materiali è stato curato dalle commissioni stabilite: segretari generali, relatori e numerosi assistenti tecnici.

Ciascun foro ha individuato ed accumulato una lunga serie di progetti per la collaborazione, l'interscambio e le applicazioni pratiche. Questi ultimi sono tutti presenti all'interno di questa pubblicazione. Infine, i fori hanno approvato circa duecento considerazioni, proposte e progetti concreti mediante i quali si intende riempire di contenuto il programma euromediterraneo, a medio e lungo termine (Vd. sezione Sintesi finale: considerazioni generali e progetti prioritari di ciascun foro di lavoro).

L'elaborazione delle conclusioni è stata effettuata dal gruppo di coordinatori internazionali che era presente a ciascun foro e che era costituito dai relatori e dai segretari generali, coadiuvati dai segretari di sessione. Gli atti del FCE, la cui redazione e pubblicazione è avvenuta a cura dell'Istituto Catalano per il Mediterraneo, ha cercato di esprimere, grazie all'inestimabile aiuto dei segretari generali e dei coordinatori dei diversi fori, la ricchezza e la complessità dei dibattiti che hanno avuto luogo nel corso dei fori di lavoro.

 

4. FUNZIONAMENTO DEL FORUM CIVIL EUROMED

Sessioni

Ciascun foro conta da 2 a 4 sessioni tematiche

 

Foro                                                                                      Presidente

                                                                                              Conclude e sintetizza il dibattito

 

Conferenziere

Legge la Relazione Introduttiva del Foro

                                                             

                                                               Relatore/i                             Dibattito                Partecipanti

                                                               Introduce le sessioni

Segretario generale                raccogliendo le proposte dei                                                                                                                        partecipanti ed elabora

                                                               le conclusioni                                         

 

                                                               Segretario/ri                                       Conclusioni

                                                               Riepilogo dei temi dibattuti Da integrare tra

                                                               e sostegno ai relatori                   le conclusioni                                                                                                                                                       raggiunte dal Foro                                                                                                                                           che devono presentarsi

                                                                                                                                            a conclusione.        

 

AZIONI STRATEGICHE

Tra le principali proposte formulate emergono una serie di azioni strategiche che, nella maggior parte dei casi, si evincono indirettamente:

 

     L'urgenza di individuare alcuni criteri standard  si è manifestata in campi notevolmente diversi, quali: il sistema produttivo, l'ambito tecnologico, i trasporti, il turismo, il mondo universitario o la produzione culturale. Circa un 12% dei progetti sorti nell'ambito del FCE reclamano il superamento della dispersività e della diversità dei sistemi giuridici, a partire da un imponente sforzo di ammodernamento e di avvicinamento delle normative.

      L'armonizzazione degli studi universitari, il riconoscimento dei curricola, la creazione di un quadro amministrativo, imprenditoriale e finanziario che stimoli gli investimenti, la cooperazione doganale, l'omologazione delle legislazioni sui trasporti, l'armonizzazione degli standards tecnico-architettonici e delle leggi sulla proprietà intellettuale o la uniformazione delle politiche europee relative alla situazione dell'emigrante: queste sono le premesse necessarie all'interscambio dei beni e delle persone.

 

      Formazione

      Il tema della formazione è presente sistematicamente, sia nel campo professionale, sia in quello della ricerca e dello sviluppo, tanto da rappresentare circa il 20% dei progetti presentati, soprattutto quando si trova applicato alle nuove tecnologie e alla promozione della donna in tutti i settori.

      Nel rispetto della peculiarità di ciascun paese e regione, ci si impegna a favorire l'equilibrio tra i vari modelli di formazione occupazionale. Nei limiti del possibile, si ritiene opportuno dare impulso a determinati aspetti, quali: la natura obbligatoria della formazione di base, le nuove tecnologie applicate al campo dell'istruzione e la promozione della formazione continua, i programmi atti a favorire lo sbocco dell'università nel mondo del lavoro.

      Al fine di promuovere ed incrementare un'istruzione universitaria ed una ricerca di qualità, si ritiene opportuno creare dei meccanismi e degli strumenti  per agevolare la ricerca fondamentale applicata a tutti i campi del sapere.

 

      Osservatori e studio dell'impatto

      Si è concordato che, per conseguire l'obiettivo dell'associazione euromediterranea, non si può agire in modo unilaterale senza effettuare studi sull'impatto circoscritti a ciascuna area di azione.

      Uno dei problemi principali in quest'area è radicato nella difficoltà di accesso all'informazione. Questo fattore induce a sollecitare la raccolta, la centralizzazione, lo studio e la valutazione dei dati. Per ovviare a questa forte carenza, è stata suggerita la creazione di banche dati (sociologici, tecnologici, economici, ambientali, culturali). I fori di lavoro hanno suggerito di agire su due versanti. Da un lato, procedere alla elaborazione di studi sull'impatto e di libri bianchi che forniscano una diagnosi della situazione, individuando i problemi ed avanzando proposte per il futuro; in secondo luogo, disporre di approfondimenti e di relazioni periodiche sulla situazione, mediante osservatori mediterranei sui diritti delle donne, sulle migrazioni e l'integrazione, oltre che sulla comunicazione, l'occupazione e il mercato del lavoro.

      Un totale di 24 proposte - vale a dire, oltre il 10% di quelle approvate dal FCE - richiedono la creazione di questi osservatori mediante i quali non solo si potrebbe garantire l'interscambio di conoscenze, ma anche, e soprattutto, promuovere fori di discussione ed  agevolare i meccanismi decisionali a vari livelli. Bisogna insomma evitare di riprodurre le iniziative esistenti per ignoranza o per carenza di informazioni.

 

      Interscambi e reti

      Le reti associative, la mobilità e gli scambi sono elementi strategici, reclamati attraverso il FCE, per conseguire l'ammodernamento e il dinamismo delle società, e non solo per ovviare alla scarsa partecipazione da parte dei cittadini. Gli incontri e gli scambi tecnologici e culturali incoraggiano la conoscenza ed il rispetto reciproci. Più del 25% sul totale dei progetti e delle proposte presentati ha sottolineato che è proprio nel contesto associativo che bisogna inscrivere la cooperazione, sia quella che avviene tra le istituzioni sopranazionali, governative e regionali, sia tra i vari membri ed istituzioni della società civile.

      In tal senso, il FCE ha fatto riferimento all'importanza dei fori e delle riunioni settoriali, i cui obiettivi comprendono un ampio ventaglio di possibilità: promozione dello sviluppo locale, dei servizi ai pym, interscambio tra professionisti e dirigenti, universitari, intellettuali, artisti, mezzi di comunicazione, dialogo tra le religioni, impulso all'associazionismo delle donne e dei giovani.

 

     Necessità di creare un comitato di realizzazione

      Tra le proposte strategiche è stata valutata la necessità di trasformare  il FCE in una piattaforma e di costituire un comitato di realizzazione che sia in grado di influenzare ed attivare le proposte emerse dal FCE al cospetto della UE e dei vari organismi di cooperazione.

      Questo contesto formale ha lo scopo di permettere, mediante incontri periodici, la continuazione delle riflessioni iniziate e lo sviluppo delle coordinate di lavoro impostate, nonché lo svolgimento della prossima edizione del FCE in altri paesi, preferibilmente nel Mediterraneo del sud e dell'est.