SESSIONE SECONDA: LE DONNE COME FATTORI DI SVILUPPO

 

Nella sessione sulle donne come fattori di sviluppo sono state prese come punto di riferimento, per la presentazione dei progetti, la piattaforma di Pechino e la Conferenza Euromediterranea di Barcellona.

La dimensione "donna" è presente nella Dichiarazione di Barcellona nel paragrafo dedicato alla "Cooperazione economica e finanziaria: costruire un'area di benessere comune". In questo brano si  riconosce il ruolo della donna per lo sviluppo e ci si impegna a promuovere la sua partecipazione attiva nell'ambito economico e sociale. Al punto IV della Dichiarazione dedicata a "Cooperazione e sviluppo. Le risorse umane nell'ambito sociale, culturale ed umano", si fa esplicito riferimento alla necessità della creazione di posti di lavoro.

Partendo da questa constatazione, il foro sottolinea l'importanza della presenza femminile nel Comitato di realizzazione ed insiste inoltre sulla dimensione "donna" nei vari programmi e  progetti che devono essere realizzati a partire dalla Conferenza. Il foro vuole disporre di tutta l'informazione relativa al bilancio destinato a tali progetti ed alla realizzazione degli stessi, oltre che dell'informazione relativa all'identità delle persone e dei meccanismi incaricati della supervisione.

Tra le raccomandazioni di questo foro alle istituzioni (Unione Europea. Unesco e governi), c'è quella di tenere conto delle relazioni presentate dalle associazioni e dalle istituzioni delle donne, oltre che delle conclusioni approvate nella piattaforma di Pechino, in tutti i progetti di sviluppo sostenibile.

I principali progetti raccolti in questa sessione mirano ad una strategia atta ad incrementare la capacità economica delle donne e lo scambio della formazione e dei meccanismi di azione. Si sottolinea il bisogno di appoggiare le reti esistenti e di svilupparne altre in materia di commercializzazione e di distribuzione dei prodotti. Le proposte sono:

 

     Elaborare una guida per la creazione di imprese per le donne (formulazione, realizzazione e finanziamento del progetto).

 

     Creare reti di donne commercianti, artigiane ed industriali, per conoscere meglio il mercato ed aumentare le capacità di distribuzione.

     Condurre studi sull'impatto delle politiche macroeconomiche sulle donne e migliorare quelli che già esistono. Gli studi potranno essere sviluppati dai vari centri di ricerca e dalle associazioni del Mediterraneo.

     Stabilire una cooperazione tra le ONG del nord e del sud, al fine di consolidare ed ammodernare la formazione nei centri già esistenti.

     Creare gruppi femminili di pressione  - quali, ad esempio, il "parlamento delle donne del Mediterraneo" -, che dovranno influire sulle decisioni e sull'elaborazione degli accordi e delle dichiarazioni. Promuovere, inoltre, ulteriori strumenti di carattere internazionale o regionale sul ruolo della donna nell'economia.

     Valorizzare il ruolo delle donne nel patrimonio mediterraneo - che comprende le creazioni artistiche contemporanee o i savoir-faire e savoir-etre popolari che caratterizzano l'area mediterranea -, per mezzo, ad esempio, della produzione artigianale. Su questa linea, si potrebbe organizzare una rete di donne creatrici del Mediterraneo e si verrebbe così a formare, intorno ai suoi membri, un circuito economico e di formazione.

     Intervenire sulla metodologia della formazione/sperimentazione per conseguire la capacità di utilizzare il personal computer nelle attività di lavoro a distanza e di job-sharing per gli operatori della comunicazione e dell'informazione.