L'ASSOCIAZIONE EUROMEDITERRANEA

di Manuel Marin, vicepresidente della Commissione Europea

 

Sono onorato di poter intervenire a questa sessione inaugurale del Forum Civil Euromed. La folta presenza e l'alto livello dei partecipanti qui riuniti sono la testimonianza del successo di questa iniziativa. Da alcuni mesi, il Forum Civil Euromed ha suscitato un grande interesse in tutti i campi e tale interesse costituisce la prova migliore della ferma volontà dei rappresentanti della società civile di partecipare al progetto di associazione euromediterranea. Se la Conferenza Euromediterranea di Barcellona ha ottenuto una così grande risonanza, questo si deve in buona parte alla possibilità che qui si offre ad universitari, associazioni, organizzazioni non governative, imprenditori, sindacalisti, camere di commercio, donne e uomini di cultura, di fornire il proprio contributo a questo progetto.

La Conferenza Euromediterranea ha raggiunto felicemente i suoi scopi. Per la prima volta nella storia, i rappresentanti dei paesi dell'Unione e del Mediterraneo si sono riuniti ed hanno adottato la Dichiarazione di Barcellona che, insieme ad un programma di lavoro preciso, ci permetterà di intraprendere una politica globale, articolata e completa nel Mediterraneo. Si tratta di intraprendere azioni comuni, decise di comune accordo, ma soprattutto di stabilire un dialogo permanente e duraturo. La Conferenza è qualcosa in più che il simbolo di una nuova era nelle relazioni tra l'Unione ed il Mediterraneo: è il principio di un vero processo di integrazione regionale. L'impostazione multilaterale che si viene così a creare completa i nuovi accordi euromediterranei di associazione che l'Unione Europea sta negoziando con i vari paesi dell'area.

Sono convinto che la Dichiarazione di Barcellona, concertata tra i 27 ministri degli Affari Esteri, richiede la partecipazione, le conoscenze e l'esperienza della società civile. Per questo motivo, quando la Commissione Europea, nel giugno dell'anno passato, propose al Consiglio dei Ministri dell'Unione il documento strategico sul Mediterraneo, fin dal primo momento abbiamo inserito il capitolo sulle relazioni umane che, insieme al capitolo politico ed economico, costituisce il corpo della Dichiarazione di Barcellona.

A partire da adesso, alla cooperazione e al dialogo tra i governi si sommeranno la cooperazione e il dialogo tra i cittadini. La presenza della società civile, la vostra presenza, contribuisce apportando un elemento fondamentale: la legittimità di tutti coloro che  rappresentano le energie vitali dei paesi associati sulle tematiche mediterranee. Sia che si tratti di questioni relative all'informazione o all'urbanistica, all'insegnamento superiore, alla ricerca o alle questioni culturali, la presenza della società civile introdurrà una dimensione nuova nell'associazione euromediterranea.

Quattro anni fa la Commissione Europea ha lanciato i primi programmi di cooperazione decentralizzata. Attualmente, La Commissione sta facendo tesoro di questi primi anni sperimentali per rafforzare i programmi e migliorare la gestione di modo che i programmi medesimi possano diventare un elemento centrale della nostra cooperazione. In un prossimo futuro, le amministrazioni del nord e del sud del Mediterraneo si troveranno frequentemente a svolgere il ruolo di intermediari, di catalizzatori di un dialogo che avverrà direttamente tra gli agenti della società.

Nell'ambito della dimensione politica della Dichiarazione di Barcellona, la società civile avrà una funzione cruciale per il progresso del pluralismo e dei diritti umani. Inoltre, per fissare in modo irreversibile i principi della democrazia e delle libertà, contiamo sul lavoro di tutti voi e, naturalmente, sugli incontri fra i parlamentari del nord e quelli del sud del Mediterraneo. Allo stesso tempo, i programmi di interscambio fra i responsabili della stampa, della radio e della televisione possono avere un fortissimo impatto sul livello di comprensione reciproca tra i rappresentanti dei mezzi di comunicazione delle due sponde del Mediterraneo e, di conseguenza, sull'opinione pubblica. Nell'ambito economico, è ancora più evidente la funzione dei privati.

Nel corso della Conferenza, i ministri hanno insistito sull'obiettivo di uno sviluppo rapido e duraturo della regione mediterranea, quale condizione necessaria per la stabilità politica e sociale.

A partire da questa prospettiva sono stati selezionati, per il loro ruolo essenziale, i seguenti settori: l'investimento privato, la piccola e media impresa e l'accesso ai capitali privati. L'importanza che il Forum Civil Euromed assegna proprio a questi temi e le personalità della sfera economica che ha mobilitato hanno prodotto su di me un impressione molto favorevole. In effetti, lo spazio economico euromediterraneo che intendiamo costituire sarà creato in modo concreto dagli stessi responsabili della politica economica e dal ricco tessuto sociale che quello spazio può generare. Il lavoro che ci aspetta è, dunque, immenso.

Infine, nella dimensione culturale, sociale ed umana della Dichiarazione di Barcellona troviamo di nuovo una zona di intervento privilegiato della società civile, ovvero a favore degli interscambi tra i giovani, dei contatti tra universitari o dei progetti culturali comuni.

Altezza, signori e signore, il progetto di associazione euromediterranea, che mira a promuovere tanto la pace e la sicurezza della regione quanto un rapido sviluppo economico nei paesi mediterranei, entra, a partire da ora, in fase di realizzazione.  Dopo la felicità per l'unanimità che è stata raggiunta ieri dai nostri ministri degli Affari Esteri, ci rimane un lavoro enorme da fare dove la felicità dovrà essere sostituita dalla tenacia di tutti noi per rendere attuabile questo grandissimo progetto - che parte oggi, a Barcellona - sulla creazione di un nuovo spazio fra le due sponde del Mediterraneo.