IL DENARO

 

4 dicembre 2003

 

Stati Euromed, un destino comune

 

Via all’Assemblea parlamentare euromediterranea: la prima riunione sarà in Grecia nel 2004. Europa e Paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno ''un destino comune'', e possono ottenere pace e sviluppo economico solo dialogando in maniera sempre più fitta, con la consapevolezza che solo il dialogo è il vero antidoto contro l'intolleranza e il terrorismo. E’ questa l'idea che ha dominato la riunione ministeriale Euromed che si è chiusa iei a Napoli.
''Abbiamo un destino comune e non ci faremo scoraggiare da intolleranza e terrorismo'', ha riassunto a conclusione della riunione il ministro degli esteri Franco Frattini. La riunione partenopea, che ha visto la partecipazione dei ministri degli Esteri dell'Ue allargata, più i rappresentanti dei paesi associati al processo di Barcellona - Israele, Anp, Libano, Siria, Egitto, Giordania, Algeria, Marocco, Tunisia, Malta, Cipro e Turchia - ha rilanciato il processo stesso, ottenendo una serie di risultati concreti e un rinnovato impegno ad avvicinare culture che hanno bisogno le une delle altre. Primo fra tutti, la creazione della nuova ''Assemblea Parlamentare Euromediterranea'', un forum consultivo permanente dove siederanno duecentoquaranta rappresentanti dei parlamenti di trentasette Paesi mediterranei, ieri approvata dai ministri. La sua prima riunione sarà in Grecia nel 2004. L'assemblea prende il posto del forum creato a Barcellona nel 2005. Decisa anche la creazione di una Fondazione euro-mediterranea, ''un catalizzatore di tutte le iniziative volte a far crescere il dialogo e la reciproca comprensione'', la cui sede dev'essere però ancora scelta: l’Italia ècandidata, ma deve vedersela con Alessandria d'Egitto.

Accanto alla necessità di ''non allontanarsi'' - nelle parole di Frattini - attraverso il dialogo, grande importanza è stata data, a Napoli, allo sviluppo economico della sponda sud del 'Mare Nostrum', potente strumento contro le instabilita': è stato deciso rafforzamento della 'facility' della Banca europea per gli investimenti (Femip) a favore dell'area del partenariato euromediterraneo, che in prospettiva potrebbe portare alla futura banca euromediterranea (la Commissione Ue parla di una decisione per il 2006) per ospitare la quale Napoli si è candidata. Il Femip rafforzato servirà in particolare a favorire lo sviluppo della piccola e media industria, mentre verranno attivati meccanismi per attrarre investimenti privati nella regione. Sul lato politico, intensa è stata l'attività diplomatica per quel che riguarda il Medio oriente, con i numerosi incontri del ministro degli esteri israeliano Silvan Shalom, l'apertura al dialogo della Siria, e in generale ''i segnali di speranza'' per una ripresa del dialogo di pace di cui ha parlato il ministro Frattini, che ha rilevato la volontà di israeliani e palestinesi, incontrati separatamente dalla trojka dell’Ue ''diarrivare alla pace''. Sull'Iraq, nel documento finale si è chiesto un ritorno alla sovranità irachena secondo un ''calendario realistico'', incoraggiando un ruolo centrale dell'Ue e dell'Onu nella ricostruzione.

Da Napoli, il dialogo nella regione che si affaccia sul Mediterraneo esce con una rafforzata convinzione: le sponde nord e sud del mare hanno ''un comune destino e una comune appartenenza'', come sottolinea più volte il ministro Frattini, e solo insieme possono vincere le sfide non facili che affrontano trasformandolo ''in un mare che unisce e non divide'', nelle parole del presidente dell'Europarlamento Pat Cox.