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Fondazione Mediterraneo - La stampa “LA REPUBBLICA”
15 febbraio 1996




“Il Goethe resti a Napoli”


di Pico Floridi

ROMA – “Per capire il valore di Napoli nella storia delle relazioni culturali italo-tedesche basta leggere il carteggio fra Benedetto Croce e Thomas Mann”. Giorgio Napoletano, ex presidente della Camera, spiega così le ragioni dell’appello di un folto gruppo di intellettuali contro la chiusura del Goethe Institute di Napoli. Ieri è stato presentato a Roma. Fra i firmatari ci sono i rappresentanti di gran parte degli organismi culturali del Mezzogiorno, dall’ateneo federiciano di Napoli all’Istituto per gli Studi filosofici, dal Comune partenopeo alle Università di Basilicata, Calabria, Molise.

Il Goethe di Napoli dovrebbe chiudere perché il governo tedesco intende fare dei risparmi. Ieri il ministro degli Esteri di Bonn, Klaus Kinkel, ha detto che nessuna decisione è stata ancora presa. Sembra, in ogni caso, che i tedeschi vogliano aprire nuovi Goethe Institute in paesi dell’area asiatica, ovvero in bacini culturali finora inesplorati. Il Goethe ha sette sedi in Italia. Chiudere quella di Napoli, che ha competenza anche su Puglia, Basilicata e Calabria, significherebbe rinunciare ad un’utenza potenziale di 13 milioni di persone e privare dei corsi di aggiornamento didattico 600 insegnanti di lingua tedesca nelle scuole del Sud.

Il Goethe ha al suo attivo una serie straordinaria di manifestazioni, dal cinema al teatro alla filosofia. L’allarme è stato lanciato dal prof. Marcello gigante, filologo dell’Università Federico II. Alla testa dei firmatari c’è Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto per gli Studi Filosofici. Le sue collaborazioni con il Goethe vantano innumerevoli lezioni e seminari grazie ai quali un filosofo come Hans Georg Gadamer è diventato cittadino onorario della città. Marotta utilizza un linguaggio quasi militare per esprimere il suo sgomento. Napoli è un baluardo della cultura, il presidio della civiltà mediterranea, l’anello fra Nord e Sud europeo e il collegamento naturale con il mondo arabo.

Michele Capasso, presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo, ha annunciato che venerdì e sabato prossimi sarà istituito a Genova il parlamento degli scrittori mediterranei che sottoscriverà questo appello come segnale di unione e di cooperazione europea. Napoli, si è detto, non è solo una grande città storica: è proiettata in una delle aree più critiche, ma anche più ricche per l’avvenire. La chiusura di un istituto di cultura di un paese amico non è un fatto consueto.



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