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PACE, SVILUPPO E COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO:
IL RUOLO DELLE UNIVERSITA’


IV COLLOQUIO INTERNAZIONALE SULLA COOPERAZIONE UNIVERSITARIA CON I PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Palermo, Catania 13-16 Marzo 1996


Cronaca del Colloquio


Organizzato dall’ICU, Istituto per la Cooperazione Universitaria, in collaborazione con le Università di Palermo e di Catania, si è svolto in Sicilia dal 13 al 16 marzo il IV Colloquio Internazionale sulla cooperazione universitaria con i paesi in via di sviluppo, dal titolo “Pace, sviluppo e cooperazione nel Mediterraneo: il ruolo delle Università”. Tale incontro segue i precedenti Colloqui organizzati dall’ICU in collaborazione con gli atenei di Trieste (novembre 1985), Bari (maggio 1988) e l’Aquila (novembre 1993).
Il Colloquio ha visto la presenza di circa 200 partecipanti tra rettori, docenti ed esperti di 30 atenei italiani e di paesi europei, di rappresentanti dell’Unione Europea, di organismi e di associazioni internazionali quali l’UNESCO, l’OMS, l’IAU, l’AUPELF, di università di Paesi mediterranei (Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Turchia, Malta, Albania). Era anche presente un rappresentante del Consiglio di Cooperazione del Golfo.
La giornata inaugurale, tenutasi a Palazzo Steri, sede del rettorato dell’Università di Palermo, si è aperta con la presentazione del convegno svolta dal rettore, Antonio Gullotti, e dal presidente dell’ICU, Raffaello Cortesini. I lavori sono iniziati con le relazioni di Predrag Matvejevic’, scrittore e docente di slavistica (“Mediterraneo, la pace possibili”) e di Leonardo Urbani, docente nell’Università di Palermo (“Mediterraneo, flussi culturali e scambi economici”). Paolo Bruni, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, ha concluso in rappresentanza del Governo la giornata con una relazione quadro sull’impegno dell’Unione Europea nel Mediterraneo, con particolare riferimento alla cooperazione universitaria allo sviluppo.

Di particolare interesse è risultata la seconda giornata, articolata in gruppi di lavoro tematici su: la formazione professionale e l’9istruzione universitaria; il ruolo della donna nello sviluppo; salute e prevenzione; i programmi multilaterali europei; le relazioni universitarie bilaterali; la cooperazione nella ricerca.
Nei giorni 15 e 16 marzo, il Colloquio è proseguito a Catania sul tema “Crescita economica e sviluppo umano nel Mediterraneo”. I lavori si sono articolati in due tavole rotonde introdotte dalle relazioni di Stefano Zamagni, dell’Università di Bologna e di Carlo Secchi, dell’Università Bocconi di Milano, deputato al Parlamento Italiano e al Parlamento Europeo.

Alla prima tavola rotonda, caratterizzata da un taglio prettamente socio-economico, hanno partecipato docenti delle università siciliane, di atenei europei e di università del nord-Africa. Alla seconda tavola rotonda, che aveva l’obiettivo di approfondire il tema centrale del Colloquio: “Ipotesi per il futuro della cooperazione universitaria nel bacino del Mediterraneo”, sono intervenuti, fra gli altri, Jacques Giraudon, amministratore del Programma MED-Campus della commissione Europea; Bruno Civello, direttore generale del Dipartimento delle Relazioni Internazionali del MURST; Jan Sadlak, della Divisione Istruzione Superiore e Ricerca dell’UNESCO, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, rettore dell’Università della Tuscia e vice-presidente del Consorzio Interuniversitario per la Cooperazione allo Sviluppo; il libanese Hoseph Fadel, dell’Agenzia Francofona per l’istruzione superiore e la scienza; il saudita Othman Alrawat, del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Paolo Sannella ha concluso esponendo la posizione del Ministero degli affari Esteri.
Nella fase finale del Colloquio, Umberto Farri, segretario generale dell’ICU, ha illustrato un programma italiano di sensibilizzazione ed educazione allo sviluppo che mira ad ampliare la partecipazione degli universitari (docenti e ricercatori) e degli enti locali alla realizzazione di interventi di cooperazione allo sviluppo, con particolare riferimento all’area del Mediterraneo. Il programma, sostenuto dal MAE, è svolto in collaborazione con le Università.
Il rettore dell’Università di Catania, Enrico Rizzarelli, ed il vice-presidente dell’ICU, Leonardo Urbani, hanno concluso i lavori del Colloquio auspicando che vengano rafforzate le occasioni di lavoro comune nella cooperazione universitaria allo sviluppo, potenziando la formazione ed innovando lo sforzo della ricerca. Successivamente hanno indicato



Alcune linnee conclusive e relative proposte.


Fin dall’inizio, il Colloquio ha evidenziato la caratteristica di sistema del Mediterraneo, che non può essere sommariamente ricondotto a schemi unitari ma deve rimanere, con la sua armonica natura differenziata, uno scenario di sub-sistemi.

Di fronte agli errori delle ultime fasi della società industriale e dei primi approcci tal volta inadeguati compiuti dalla cosiddetta società post-industriale, occorre dare luogo nel Mediterraneo ad un più moderno impulso delle economie reali, in grado di sostituire la spinta del consumismo con quella della qualità della vita.

Gli indicatori della cooperazione che misurano un processo di crescita sociale vanno allora individuati, in modo interdisciplinare, innanzitutto nella salvaguardia delle differenze culturali e religiose.



In questa linea sono già state presentate, nell’ambito del Colloquio, alcune proposte di particolare interesse che potranno essere sviluppate dopo il dovuto approfondimento.

  • Con riferimento alla pace nella regione è stata avanzata la proposta di costruire una rete di istituti universitari e di ricerca dei Paesi del Mediterraneo per lo studio degli aspetti collegati ai conflitti e per dare luogo ad un modello di formazione specialistica di funzionari pubblici di questi Paesi.


  • Con l’obiettivo di dare maggiore vigore e continuità all’azione formativa delle Università nell’ambito della educazione allo sviluppo, si è proposto di attuare un programma che coinvolga le università della sponda sud del Mediterraneo, quale naturale ampliamento all’intero bacino dell’iniziativa intrapresa dal Ministero degli Affari Esteri a favore delle università italiane.


  • Allo scopo di mantenere lo spirito di collaborazione e di intesa conseguito durante il Colloquio, viene suggerita la costituzione di un Comitato aperto ai partecipanti con l’obiettivo di avanzare proposte per il follow-up del Colloquio stesso.


  • Infine, per dare maggiore incisività agli interventi di cooperazione allo sviluppo attuati dalle università, è stata ribadita l’importanza che ciascuno di essi sia realizzato con lo strumento del “programma”: un modo operativo che consente di definire e valutare tutti gli elementi propri della singola iniziativa (bisogni e problemi da afrontare; obiettivi da perseguire; mezzi da utilizzare; metodologia da applicare; tempi d’attuazione da rispettare).


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