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Sintesi dell’intervento di
Carlo Borgomeo


La storia di Bagnoli è una storia nota. Gli ultimi due atti sono atti un clamorosi in sede di ricostruzione, cioè un enorme investimento da parte dello stato quando si pensava che il centro Italsider potesse continuare la sua vita e invece qualche mese dopo la decisione di fermare lo stabilimento stesso con l’ultima colata fatta nel 1991. Per la cronaca i soldi che si era deciso di investire poco prima erano mille miliardi. Da quel momento è incominciata una fase molto complessa con qualche venatura di tristezza che è ben raccontata nel libro ormai famoso di Rea. Alla dismissione è seguita una fase di smontaggio degli impianti e di vendita di alcuni di essi a paesi dell’Est asiatico e poi nel 1996 è incominciata la questione della bonifica, affidata ad una società del gruppo Iri, che è andata avanti fino al 2001. Per onestà intellettuale bisogna dire che tale bonifica appare oggi molto costosa e un po’ lenta, ma bisogna anche dire che nel 1996, quando si decise di attuare tale bonifica, al centro del tavolo non c’era tanto un’esigenza di politica ma c’era un’esigenza di dare lavoro a 560 caschi gialli che erano lì. E’ quindi evidente che chi ha impostato la bonifica aveva dei ritmi propri di chi ha come primo problema dare lo stipendio a 560 persone. Nel 2001 questa vicenda si è conclusa e il comune di Napoli ha creato la STU: Società di Trasformazione Urbana. La STU di Bagnoli, che si chiama Bagnoli Futura costituita al 90% dal Comune (7,5 dalla Regione e 2,5 dalla Provincia di Napoli) si è vista caricata di diversi compiti. Innanzitutto l’obbligo di completare la bonifica. Seconda complicazione si è trovata sul suo conto economico 150 persone alle quali dare lo stipendio. Infine, la STU è stata costituita con un capitale sociale di 516000 euro e con costi fissi mensili di 400000 euro senza immaginare alcun ricavo possibile. Poi finalmente è arrivato il decreto della bonifica ed abbiamo immediatamente bandito una gara di cento miliardi d’importo. A questa gara hanno chiesto di partecipare 19 grossi raggruppamenti. Abbiamo applicato questo straordinario meccanismo del protocollo di legalità che la prefettura di Napoli ha fatto sottoscrivere e che sta gestendo in maniera assolutamente clamorosa. Dal Punto di vista dei tempi, penso che se tutto va bene il 10 novembre inviteremo quelli che hanno i requisiti secondo il bando e quelli che il prefetto ci dice che possiamo invitare e se non ci saranno problemi, assegneremo la gara nei primissimi giorni del prossimo anno. La bonifica durerà 28 mesi e si procederà per territori, per aree territoriali omogenee. Stiamo parlando di un area enorme di 300 ettari di competenza di Bagnoli Futura. Per completare l’opera poi bisognerà fare i conti con almeno tre soggetti che gravitano come proprietà dei suoli attorno alla nostra proprietà che il gruppo Caltagirone che è proprietario della Cementir, poi c’è il Demanio dello Stato e poi ci sono le Ferrovie dello Stato. Questi sono i tre soggetti più grossi poi ce ne sono alcuni altri più piccoli.
In conclusione si costruiranno degli alberghi, delle residenze, delle attività produttive eco compatibili del terziario, e poi si costruirà un’area di ricerca, un’università-ricerca. La cosa avrà quindi una locazione turistica-culturale. Inoltre non bisogna dimenticare l’enorme patrimonio culturale che è la villa di Pollione, situata sotto Posillipo e poi c’è tutta la connessione con i Campi Flegrei.
Abbiamo fatto i conti, abbiamo fatto fare i conti selezionando mediante gara un soggetto che poi si è dimostrato capace di farli in maniera molto professionale e abbiamo sottoposto una serie di scenari che conseguono a determinate scelte. È venuto fuori che con alcuni piccolissimi accorgimenti che non cambiamo le cubature, che non diminuiscono di un metro il verde; niente! Anzi in una simulazione che abbiamo fatto noi c’è persino un di più diciamo di sociale perché per noi per esempio in questa simulazione abbiamo previsto la sede per il circolo Ilva che è un grande concentrato di memoria storica, e anche di rapporto con il territorio a proposito del tema sul quale il Prof. Capasso ha tanto insistito del coinvolgimento della gente. Il circolo Ilva è l’ultimo pezzo di memoria perché ci sono metà iscritti che sono ex operai e metà residenti del territorio, è un pezzo che va recuperato. Poi abbiamo previsto la sede per le scuole di vela; una serie di interventi diciamo “sociali” che non danno reddito. L’assunzione di alcune piccole modifiche porterebbe rendere plausibile tale percorso. Cioè praticamente la STU fa la trasformazione urbana senza l’intervento del comune. Al punto in cui siamo si sta decidendo appunto il piano urbanistico.
Due battute sulla Coppa America: io penso che ovviamente sarebbe una grandissima opportunità, ma bisogna organizzarsi da subito. Dobbiamo organizzarci anche da un punto di vista della comunicazione della città. Per Bagnoli sarebbe una grande opportunità. Il tema vero, comunque, è che la Coppa America darebbe una grandissima accelerazione ai lavori.
Vorrei infine fare un’osservazione sul tema che il prof. Capasso ha ripreso con tanta enfasi e cioè la partecipazione della gente che naturalmente è importantissima. Vorrei aggiungere, non in contrapposizione, ma in arricchimento a questo ragionamento, che c’è bisogno anche di un altro elemento da rafforzare, e cioè la responsabilità sociale. Bisognerebbe avere un po’ più di responsabilità individuale ed evitare questo clamoroso brodo mediatico politico di questa città.

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