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VERTICE EUROMEDITERRANEO DEI CONSIGLI ECONOMICI E SOCIALI
E ISTITUZIONI ANALOGHE

Malta, 6-7 novembre 2003

Intervento dell`arch. Michele Capasso
Presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo e direttore generale
dell`Accademia del Mediterraneo e Maison de la Méditerranée



Grazie, signor Presidente, per l`invito ricevuto.
La Fondazione Laboratorio Mediterraneo rappresenta una rete euromediterranea per il dialogo tra le societa’ e le culture ed e’ composta da molteplici organismi della societa’ civile.
Il rapporto tra la nostra Fondazione ed il Comitato economico e sociale e’ di antica data:
- nel 1995 insieme abbiamo collaborato al I Forum Civile Euromed;
- nel 1997, quando fu la nostra Fondazione ad organizzare il II Forum Civile Euromed a Napoli, il Comitato Economico e sociale ha avuto un ruolo essenziale nel gestire la sessione n.11 dedicata ai Partners economici e sociali: gli oltre 100 partecipanti a quella sessione hanno apportato un contributo sostanziale al II Forum Civile Euromed.
Vedo in questa sala tanti amici e sono veramente lieto di essere qui con voi oggi.

E’ indispensabile sostenere il ruolo della Societa’ Civile quale elemento imprescindibile per assicurare progresso e sviluppo condiviso nello spazio euromediterraneo.

E’ una sfida politica, economica, sociale e culturale che coinvolge tutti noi. L’interdipendenza tra uomini, societa’ e spazi e’ ormai la norma e le mutazioni scientifiche e tecnologiche, la globalizzazione economica e finanziaria, la circolazione immediata dell’informazione conducono l’umanita’ verso un futuro di omologazione.
Cio’ non significa affatto verso un destino commune, anzi: le ineguaglianze e le poverta’ che si aggravano nel mondo ne sono la prova: come costituiscono prova il rischio di egemonia di qualche potenza su decisioni che coinvolgono l’avvenire del nostro pianeta oppure il blocco dell’informazione operato verso le fasce piu’ deboli e meno abbienti.
Un altro rischio e’ la sottomissione delle economie locali a strategie industriali che hanno poche relazioni con i bisogni reali di quell paese o i monopoli di attori specifici - privati o pubblici – sulla costruzione e diffusione di modelli standardizzati di comportamento, di consumo, di pensiero, di creativita’ e, quindi, di esistenza.

Quando gli scambi internazionali si diffondono e si ingigantiscono, gli Stati, ma specialmente la Societa’ Civile, hanno la sensazione di vedersi sottrarre la gestione del proprio mondo e si sentono imporre una monocultura. Di fronte a questa perdita di identita’, specialmente nel Mediterraneo, grande e’ la tentazione di rifugiarsi in se stessi, di cristallizzarsi su valori arcaici radicati nel passato, in un clima di intolleranza che spesso conduce al fanatismo, all’odio’ al rigetto dell’altro.
Se vogliamo evitare che la Guerra fredda di ieri si trasformi oggi in un suicidio culturale, agevolato dai massicci movimenti migratory internazionali – che, ancora in questi giorni costituiscono il triste epilogo di morti che bagnano di sangue questo Nostro mare ( Diviso da noi e non tra noi ) a poche miglia da qui – occorre, nel senso piu’ ampio del termine, democratizzare la mondializzazione prima che la mondializzazione snaturi la democrazia.
Cio’ significa promuovere, in maniera veloce ed efficace, il dialogo e la cooperazione tra le Societa’ Civili euromediterranee.
Sono convinto che le grandi aree culturali e linguistiche – di cui il Mediterraneo e’ antico custode – costituiscono oggi spazi privilegiati di solidarieta’ che, se rafforzati dal dialogo e dalla cooperazione, costituiscono la migliore garanzia per la democrazia, la pace e lo sviluppo condiviso.

Il dialogo tra le Societa’ Civili e’ oggi piu’ che mai indispensdabile non solo nel Mediterraneo ma come progetto di scala planetaria: un progetto di societa’ in cui le culture si completano senza escludersi, si rinforzano senza scomparire, si accorpano senza perdere ciascuna la propria identita’.
Dobbiamo tutti concorrere alla costruzione di un mondo multipolare, rispettoso delle lingue, delle culture, delle tradizioni e di una gestione veramente democratica delle relazioni internazionali.
Ma tutto questo presuppone che la diversita’ culturale divenga una condizione preliminare per costruire un dialogo reale tra I popoli, che il riconoscimento della cultura e della Societa’ Civile come forza dominante non costituisca un’eccezione bensi’ il fondamento di un nuovo processo di civilizzazione, che la cultura non si limiti solo alle arti e alla letteratura, ma che essa inglobi tutti gli aspetti della vita nella sua dimensione spirituale, istituzionale, materiale, intellettuale ed emotive nei diversi tessuti sociali: in poche parole che la cultura - in un mondo aspro fatto di forze spesso in contrasto tra loro – possa assumere il ruolo fdi Forza Buona capace di incidere sui processi della storia.

Riconoscere che cultura e sviluppo sono indissociabili, senza limitarsi ad un semplice approccio commerciale ed economico della cultura, e’ essenziale per costruire il futuro, qui nel Mediterraneo come altrove.
Questo processo ha bisogno di azioni concrete e del pieno coinvolgimento di una Societa’ Civile organizzata in tutte le sue componenti.

In questo scenario si svolgera’ il FORUM CIVILE EUROMED a Napoli nei giorni 28,29 e 30 novembre 2003 e la nostra Fondazione, ancora una volta, ha il compito di organizzare questo evento che presenta una sostanziale novita’: con il sostanziale e pieno appoggio della Commissione europea, gia’ a partire da questo prossimo Forum Civile Euromed di Napoli, e’ stata posta in essere una nuova metodologia che vede il pieno coinvolgimento della Societa’ Civile in tutta la preparazione del Forum Civile e, specialmente, nella scelta dei partecipanti. Cio’ avviene essenzialmente attraverso apposite riunioni nazionali nei Paesi euromediterranei che sono in corso di svolgimento.
E’ stato costituito per il Forum Civile Euromed di Napoli un Comite’ de Pilotage - che ha assunto ogni processo decisionale per questo evento – e collabora con la nostra Fondazione nell’organizzazione del Forum la Piattaforma di ONG per I forum civili: si tratta di un organismo aperto a tutti, che ha attivato un processo aperto con l’ambizione di costituirsi, tra l’altro, come Piattaforma permanente di ONG per assicurare seguito, continuita’, implementazione e valorizzazione ai Forum Civili Euromed che nelle ultime edizioni hanno posto qualche problema proprio per la mancanza di queste azioni da promuovere sia nei confronti degli stessi soggetti della Societa’ Civile che in quelli dei decisori dell’Unione europea e dei 35 Paesi euromediterranei.
Credo che la Piattaforma di ONG potra’ avere piena dignita’, in futuro, per essere un interlocutore importante del Comitato Economico e Sociale attivando collaborazioni specifiche in ogni Paese euromediterraneo.
In distribuzione potrete trovare notizie esplicative sul Forum Civile Euromed di Napoli che avra’ particolare attenzione alla partecipazione delle donne e si sviluppera’ su 2 tematiche principali:
1 – Rafforzamento della Societa’ Civile e buon Governo
2 – Sviluppo duraturo e situazione economica e sociale.
Due temi trasversali saranno altresi’ affrontati:
1 – L’allargamento e la nuova politica di vicinato dell’UE.
2 – La Guerra in Irak.
I lavori si svolgeranno in 8 sessioni.

Il Comite’ de Pilotage del Forum Civile Euromed di Napoli ha gia’ rivolto formale in vito al Comitato economico e Sociale Europeo a collaborare a questo importante evento attraverso la designazione di una qualificata e rappresentativa delegazione dei vari Paesi euromediterranei: colgo l’occasione per rinnovare questo invito e resto in attesa di specifiche indicazioni.

Il motto della nostra Fondazione e’ PENSARE EUROPEO E RESPIRARE MEDITERRANEO: questo paragone fisico ha ancora piu’ valore oggi per riaffermare l’importanza del Mediterraneo nelle politiche europee al fine di valorizzare la Culla della nostra civilta’ assicurando pace, progresso e sviluppo condiviso.




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