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Michele Capasso
Presidente Fondazione Laboratorio Mediterraneo



La Pace non è una politica: è una visione ed un senso di vita

L’inutilità di una “pace passiva” (assenza di guerre), la diffusione dei diritti umani e della democrazia, una nuova dignità per le donne, la trasformazione di quelle strutture sociali che minacciano la dignità umana, l’agevolazione agli sforzi creativi degli individui per sviluppare una cultura della pace multistratificata e ricca di modelli: questi i punti essenziali dell’intervento di Michele Capasso a conclusione dei lavori della Prima Assemblea Parlamentare Euromediterranea ed in occasione della consegna del “Premio Mediterraneo Istituzioni 2004”. Riportiamo di seguito i passaggi principali.

Signor Presidente Ahmed Fathi Sorour,
Signori Presidenti Cox e Radi,
Onorevoli rappresentanti dei Parlamenti dei Paesi Euromediterranei,

anzitutto desidero esprimere il più vivo ringraziamento a Voi tutti per la costituzione dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea.
È un successo del Processo di Barcellona, è un grande sogno che si realizza grazie a Voi al quale la nostra Fondazione ha collaborato sin dall’inizio, proponendolo come progetto principale ai 2300 partecipanti al II Forum Civile Euromed Svoltosi a Napoli nel 1997.
La Fondazione Laboratorio Mediterraneo è una rete Euromediterranea per il dialogo tra le società e le culture con finalità coincidenti con quelle della Vostra, della “Nostra” Assemblea Parlamentare: è nata dieci anni fa ed è costituita da reti di Città, Regioni, Università, Accademie e organismi della Società Civile dei Paesi Euromediterranei – anche appartenenti a Stati in contrasto o conflitto tra loro – che hanno aderito alla nostra Istituzione con atti deliberativi dei propri organismi decisionali, conferendole piena legittimità e rappresentatività.
Nei 10 anni di attività la nostra Fondazione ha affiancato l’Unione Europea, specialmente il Parlamento Europeo, ed i Parlamenti dei Paesi Euromediterranei nell’attuazione del Processo di Barcellona, in modo particolare per quanto concerne il terzo “volet” dedicato alla cultura, alla qualità della vita, ai diritti umani, alla tutela delle donne e dei giovani, alla promozione di uno sviluppo condiviso e, di conseguenza, della Pace.
Non c’era migliore modo di celebrare il nostro decennale che essere qui con Voi a testimoniare la nascita di un organismo che, forte della Sua Alta rappresentatività in quanto diretta espressione democratica dei Paesi Euromediterranei, ha il compito difficile di porsi come una legittimata, disciplinata e concreta opportunità al servizio della Pace.
La Pace non è una politica: è una visione, un nuovo senso di vita.
È soprattutto una missione alla quale abbiamo deciso da 10 anni di dedicare il nostro impegno attraverso la promozione del dialogo tra i Popoli dell’area Euromediterranea, con l’obiettivo di costruire ponti, passerelle e non muri, che vanno non solo abbattuti, (è bastato l’esempio del Muro di Berlino) ma impediti nell’atto scellerato della loro ideazione e costruzione.
Questo nostro incontro coincide con un momento difficile della nostra storia ed è ormai indispensabile un´azione immediata di tutti per tentare di rimettere in moto il processo di Pace: lo strumento principale è il dialogo: elemento imprescindibile per assicurare progresso e sviluppo condiviso e sul quale la nostra istituzione ha fondato la propria azione.
Un´azione forte e decisa, perché rivolta al futuro e fondata sulla speranza che i popoli del Mediterraneo possano acquisire una pace duratura, lavorare per la ricostruzione economica, sociale e politica, nei limiti delle frontiere riconosciute, vivere le loro differenze in armonia e libertà.
Questa è una sfida politica, economica, sociale e culturale che coinvolge tutti noi.
La globalizzazione economica e finanziaria, la circolazione immediata dell´informazione conducono l´umanità intera verso un futuro di omologazione. Ciò non significa affatto verso un destino comune, anzi: le ineguaglianze e le povertà che si aggravano nel Mediterraneo e nel mondo ne sono la prova.
Quando gli scambi internazionali si diffondono e si ingigantiscono gli Stati, ma specialmente i cittadini, hanno la sensazione di vedersi sottrarre la gestione del proprio mondo. Di fronte a questa perdita d´identità, grande è la tentazione di rifugiarsi in se stessi, in un clima di intolleranza che spesso conduce al fanatismo, all´odio, al rigetto dell´Altro.
Se vogliamo evitare che la guerra fredda di ieri si trasformi oggi in un suicidio cultuale, agevolato dai massicci movimenti migratori, occorre - nel senso più ampio del termine -democratizzare la mondializzazione prima che la mondializzazione snaturi la democrazia.
Per far questo, ed è compito dell’Assemblea Parlamentare, bisogna tutti concorrere alla costruzione di un mondo rispettoso delle lingue, delle culture, delle tradizioni e di una gestione veramente democratica delle relazioni internazionali. Occorre che la cultura, in un mondo “aspro” fatto di forze in contrasto tra loro - possa assumere il ruolo di "forza buona" capace di incidere sui processi della storia.
Riconoscere che cultura e sviluppo sono indissociabili, è essenziale per costruire il futuro, qui nel Mediterraneo come altrove.
Questo processo ha bisogno di azioni concrete: come la nascita dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea che non dovrà affondare nei formalismi e nella retorica ma deve evolversi in termini politici, perché di questo ha bisogno il Partenariato euromediterraneo per combattere il terrorismo che è fuori da ogni legalità.
E’ compito dei Parlamenti – e non dei Governi – rappresentare i bisogni e la giustizia dei Popoli: ed il primo bisogno è fermare questa danza macabra di armi e di corpi che esplodono. Tra uccidere e morire bisogna scegliere di vivere: contro ogni abuso e a favore dei diritti umani.
Per questo, per testimoniare il grande lavoro svolto da tutti Voi sotto la guida dei Presidenti Cox e Radi e per accompagnarVi nell’inizio del Vostro percorso la nostra Istituzione ha deciso le seguenti azioni:

1. Assegnare, a nome di tutti i membri della nostra Istituzione e del Presidente della Maison de la Méditerranée Antonio Bassolino, il Premio Mediterraneo 2004 ai Presidenti Cox e Radi per il loro impegno nella costituzione dell’APEM;

2. Proporre a Voi tutti ed all’APEM l’adozione di 2 simboli importanti come segnale di unione dei Paesi Euromediterranei in risposta agli attentati terroristici: il logo e l’inno;

3. Offrire un supporto per l’inizio della Vostra attività: la nostra struttura di rete, la nostra sede centrale di Napoli – che i Presidenti Cox e Radi accompagnati da una delegazione di parlamentari guidata dagli Onorevoli Azzolini, Imbeni e Napoletano hanno potuto visitare e apprezzare nel corso di una visita lo scorso 2 dicembre 2003 – è a disposizione dell’APEM unitamente ad una ospitalità gratuita per i lavori delle Vostre Commissioni. Nei prossimi giorni formalizzeremo questa nostra offerta per sottoporla alla Vostra attenzione e valutazione.

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