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L´intervento di S.A.R. Wijdan Ali
12 luglio 2004

I veli nelle più varie forme e di diversa natura e consistenza accompagnano la vita di noi donne islamiche a partire dal giorno in cui siamo nate. Trascorriamo la nostra esistenza a cercare di individuarli: alcuni riusciamo a rimuoverli, altri sono così trasparenti che non li riconosciamo. Poche sono quelle di noi che li accettano volontariamente e la maggior parte cerca di raggiungere la verità che si cela “dietro i veli” al fine di avere una visione più chiara della vita.

“Stracciando i veli: donne artiste dal mondo Islamico” è un tentativo che attraverso l’unione dei lavori di 51 artiste donne di Paesi islamici così differenti quali l’Indonesia e lo Yemen, cerca di rompere lo stereotipo della “Donna Islamica” con cui si inganna la visione a molti. Il termine “Islamico” si riferisce ad una civiltà che fu ed è tra le più ricche e prolifere nella storia umana. Esso va inteso nel suo valore culturale e non religioso. Infatti né le artiste sono tutte Musulmane né i loro lavori rappresentano esclusivamente la religione.
La Mostra si articola attraverso i quadri e le acqueforti di donne artiste che vivono in 21 paesi Islamici: tra cui l’ Algeria, il Bahrein, il Bangladesh, l’Egitto, l’Indonesia, l’Iran, l’Iraq, la Giordania, il Kuwait, il Libano,la Malesia, il Marocco, l’Oman,il Pakistan,la Palestina, l’Arabia Saudita, il Sudan, la Tunisia, la Turchia, gli Emirati Uniti Arabi, lo Yemen.
Queste donne sono di fede diversa (Islamiche, Cristiane, Buddiste o Induiste) e, come i loro antenati, vivono in diversi paesi Islamici di cui arricchiscono la cultura. Le loro opere rappresentano tematiche differenti, rispecchiano differenti condizioni ambientali, politiche, nazionali e rispondono a usanze locali e sociali o a temi astratti di puro valore estetico elevando l’anima e la mente di chi le riguarda. Anche i materiali usati nei lavori sono tanto vari quanto i soggetti e includono oli, acrilici, acquarelli, incisioni, pittura a guazzo, serigrafia, acquaforte, collage, stampa fotografica trattata.

La decana del gruppo è Fahrelnissa Zeid, nata nel 1901, le più giovani sono Karima Ben Othman e Rana Bishara, nate negli anni settanta.
Le opere della Mostra provengono dalla collezione permanente della Jordan National Gallery of Fine Arts che fu fondata dalla Royal Society of Fine Arts di Amman nel 1980. Questa istituzione da me presieduta è la sede tematica della Fondazione Laboratorio Mediterraneo che tra le cerimonie del suo decennale ha voluto includere anche la presentazione di questa mostra a Napoli.
La Jordan National Gallery of Fine Arts comprende una collezione di arte moderna araba, islamica e di altri Paesi che comprende più di 800 lavori tra pitture, stampe, sculture, fotografie, installazioni, tessuti e ceramiche per opera di oltre 750 artisti provenienti da 45 Paesi e specialmente dall’Asia, dall’Africa e dal Sud America.

Fin dall’inizio, l’obiettivo della Royal Society of Fine Arts di Amman e della Pan-Mediterranean Women Artists Network (F.A.M. Femme–Art– Méditerranée) fondata in Grecia, è stato quello di diffondere la Pace attraverso l’arte.
Con questa Mostra si spera di poter accrescere la comprensione nei confronti delle donne artiste.

In fine, a nome degli organizzatori di “Stracciando i veli”, desidero esprimere la nostra sincera gratitudine a Sua Maestà la Regina Rania Al-Abdullah per il suo continuo supporto e incoraggiamento alla Mostra, sin dall’inizio.
Un ulteriore ringraziamento va alla co-organizzatrice di questo evento, la signora Aliki Moschis-Gauguet, che mi contattò nel novembre 2001 proponendomi una mostra che avrebbe contribuito a correggere la distorta immagine delle donne islamiche e che ha lavorato instancabilmente per rendere possibile questo evento.

Wijdan Ali, Ph.D.
Presidente
Royal Society of Fine Arts di Amman

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