Il logo della Fondazione Mediterraneo

Condividiamo valori
Combattiamo le ineguaglianze
Costruiamo la pace

Il nostro portalevideo
 Inglese Francese Italiano 
*

Home page

*
*
*

Chi siamo

*
*
*

La Rete

*
*
*

Le Sedi

*
*
*

Le Attività Svolte

*
*
*

La Maison de la Méditerranée

*
*
*
Le Attività
*
In programma
Svolte per Anno
   1994 - 2010
Svolte per Aree
   tematiche
Elenco generale
Attività delle Sedi
Pubblicazioni
 
* *
Convegno

CINEMA E CULTURA DELLE DIFFERENZE

Dall’introduzione del volume: Cinema e cultura delle differenze. Itinerari di formazione, di Silvia Angrisani, Francesca Marone, Carolina Tozzi, ETS, Pisa 2001.


“Perché parlare di cinema in un volume di riflessioni pedagogiche? In quale relazione sono fra loro il cinema e la formazione? Quali implicazioni educative è possibile cogliere in tale rapporto?[…].

La formazione, in quanto continua interazione fra individuo e contesto, si delinea come processo sincronico e diacronico, imprevedibile ed aperto al disvelamento ed alla costruzione dei possibili. Il ‘prender forma’ sottolinea la centralità del soggetto quale attore del proprio processo formativo, che si costruisce facendo esperienza di plurime dimensioni personali e di molteplici accadimenti situazionali. Tale prospettiva consente di ripensare al ruolo formativo del cinema, in quanto parte della vita e della cultura contemporanea. Questo, infatti, non ha costituito e non costituisce argomento privilegiato della riflessione pedagogica, la quale, se sporadicamente gli ha riservato una certa attenzione, spesso ha approfondito esclusivamente gli aspetti relativi agli influssi che tale medium potrebbe esercitare sulle giovani generazioni […].

L’intento di questo volume è, così, duplice. In primo luogo, esso si propone di evidenziare le possibili relazioni e le reciproche interdipendenze che connettono il cinema alla formazione e la formazione al cinema. Non si tratta di difendere un’incondizionata positività del cinema o una sua valenza indiscutibilmente educativa, bensì di porsi criticamente di fronte ad uno dei media che caratterizzano ormai l’universo quotidiano dell’individuo, connotandone, dunque, inevitabilmente il contesto formativo […]. Si è cercato di evidenziare, da un punto di vista pedagogico, sia l’incidenza del cinema sul processo formativo degli individui, sia, viceversa, le influenze che la formazione e la cultura di provenienza propria degli spettatori esercitano sulla costruzione dei significati nel processo di interpretazione del film stesso […].

Un ulteriore obiettivo del testo - ed i percorsi della seconda parte offrono significativi esempi in tal senso – è quello di evidenziare come il cinema possa costituire un efficace ed intenzionale strumento di educazione, rivolto agli individui di tutte le età, in ogni contesto, sia esso formale o non formale. Se il cinema costituisce sempre uno strumento di formazione e di autoformazione degli individui, esso può essere utilizzato intenzionalmente per educare i soggetti in formazione in vari modi, oltrepassando una concezione tradizionale che ne faceva un semplice supporto visivo e documentaristico.

L’impulso all’elaborazione del volume è stato, in ogni caso, la comune convinzione dell’urgenza di un’educazione alle differenze e della necessità di costruire a tal fine itinerari formativi ed educativi realmente efficaci.

Del resto, fin dal concepimento del testo e durante tutta la sua stesura, ci ha accompagnate la riflessione di Morin:

‘Il cinema risponde a delle esigenze […] che la vita pratica non può soddisfare.

Bisogno di sfuggire a se stesso, e cioè di perdersi nel mondo esterno, di dimenticare il proprio limite, di meglio partecipare al mondo […]. E cioè, in fin dei conti, sfuggire a se stessi per ritrovarsi. Bisogno di ritrovarsi, di essere maggiormente se stessi, di elevarsi all’immagine di questo doppio che l’immaginario riflette in mille vite meravigliose. E cioè, bisogno di ritrovarsi per sfuggire a se stessi. Sfuggire a se stessi per ritrovarsi, ritrovarsi per sfuggire di nuovo, ritrovarsi altrove che in noi stessi, sfuggire dentro noi stessi […].

Il carattere specifico del cinema, se così si può dire, è di offrire in potenza la gamma infinita di queste fughe e di questi ritrovamenti: il mondo alla portata di mano […]’
[1].











****

[1] Morin E., Il cinema o dell’immaginario, Milano, Silva, 1962, p. 149.

Torna indietro
***
***
***
* *