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SCHEDA INFORMATIVA

I NUOVI CENTRI DI ALTA FORMAZIONE E RICERCA NELL’AREA EUROMEDITERRANEA
Nascono i primi “nodi” della Rete euromediterranea di Alta Formazione e Ricerca, strutture accademiche dedicate principalmente all’organizzazione di corsi di master e di dottorato in settori ritenuti prioritari per i Paesi ospitanti, realizzate in partenariato tra gli Atenei dei Paesi del Mediterraneo e le migliori Università europee.
Nel corso della conferenza “Catania 2. Spazio Euromediterraneo di Alta formazione e ricerca”, sono stati infatti illustrati i progetti che permetteranno la realizzazione di Centri a Casablanca (Marocco), Il Cairo (Egitto), Ankara (Turchia), Creta (Grecia), e in una seconda fase anche a Damasco (Siria) e nei Territori Palestinesi. I gruppi di lavoro, associati a ciascuna iniziativa si sono infatti impegnati a definire tutti gli aspetti organizzativi e a ricercare le risorse necessarie per essere operativi all’inizio del 2006.
L’idea di creare una rete mediterranea di istituti di alta formazione e ricerca scaturisce dalla consapevolezza che la sola mobilità verso i centri di eccellenza della formazione superiore in Europa, non può e non deve considerarsi sufficiente per la preparazione della leadership professionale e scientifica dei Paesi del Mediterraneo non appartenenti all’UE, sia perché aumenterebbe di fatto il “brain drain” da questi paesi, sia inoltre perché molti di questi Paesi dispongono già di strutture nazionali di grande qualità e prestigio.
I Centri saranno articolati in due settori, uno relativo alla didattica e l’altro alla ricerca, che interagiranno tra loro a livello di programmi di PhD. Uno dei modelli di riferimento per la definizione di queste nuove strutture è stata la Scuola in Scienza e Tecnologia dei Media attivata a Tunisi nel 2002 nell’ambito di una Convenzione tra l’Università di Tunisi e l’Università di Pavia, che già può contare al suo attivo 2 cicli di master. A partire dal terzo ciclo, i corsi della Scuola saranno aperti a studenti di tutti i Paesi del Maghreb.

CASABLANCA (MAROCCO): Centro di Competenze in e-Business Management.
L’iniziativa è stata proposta dall’Institute for Advanced Interdisciplinary Studies (ISUFI) dell’Università di Lecce con l’Università di Al Akhawayn di Casablanca.
La sua missione istituzionale sarà improntata al rafforzamento del livello di competenza e qualificazione professionale relativo all’e-Business ed alle nuove tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (NTIC) delle due rive del Mediterraneo, la diffusione delle nuove teorie e pratiche manageriali fondate sul binomio management-tecnologie e la verifica dell’applicabilità di nuovi modelli economici e di business basati sulle tecnologie digitali ed i paradigmi dell’economia della conoscenza, il lancio di progetti pilota in settori prioritari delle economie tradizionali (e-Tourism, e.Agri-Food, e-Government), la mobilità di studenti e docenti nell’Area Mediterranea.
Per realizzare questo nodo della rete euromediterranea di alta formazione e ricerca è stato sottoscritto, in occasione della 2a Conferenza di Catania, un apposito Memorandum of Understanding.

IL CAIRO (EGITTO): Centro di Alta Formazione e Ricerca nel settore agro-alimentare.
Nasce grazie alla disponibilità offerta dall’Università di Ain Shams, una delle maggiori istituzioni egiziane di insegnamento superiore e ricerca nel settore dell’agricoltura in generale e dell’agricoltura nei territori aridi in particolare, e facendo riferimento all’accordo firmato tra il Governo italiano e quello egiziano denominato “Green Corridor” sulle condizioni di esportabilità dei prodotti agro-alimentari verso l’Ue. I partner italiani saranno, nella prima fase, la Facoltà di Agraria della Università Statale di Milano, con il suo polo di biotecnologie agrarie di Lodi, e l’Istituto Italiano per la Genetica delle Piante di Maccarese (Roma), che chiederanno successivamente la collaborazione delle altre Facoltà di Agraria italiane. La stessa apertura è stata dichiarata da parte della Università di Ain Shams nei confronti delle altre Università egiziane e di quelle di altri paesi dell’Area Mediterranea.
I settori presi in considerazione per i programmi di master e di dottorato e per i programmi di ricerca sono: water resources engineering, soil utilization and fertility, plant physiology and biochemistry, genetic improvement and biotechnology, biodiversity, advanced agronomy, food quality and EC regulation, mechanisation, economics and marketing. Il progetto ha riscosso l’interesse anche della Fondazione italiana Bussolera Branca che nel passato ha già finanziato importanti progetti di ricerca nel settore agro-alimentare.
Anche in questo caso le due Università di riferimento hanno firmato, in occasione della 2a Conferenza di Catania, uno specifico Memorandum of Understanding.

ANKARA (TURCHIA): Centro di Alta Formazione e Ricerca sul rischio sismico.
Sarà realizzato presso la Middle East Technical University (METU) di Ankara, che già offre corsi graduate in ingegneria sismica, sismotecnica e gestione delle catastrofi naturali, ospita attualmente importanti centri di ricerca, quali lo Earthquake Engineering Research Center ed il Disaster Management Center e partecipa ad un grande progetto europeo su “Risk Mitigation for Earthquakes and Landslides” (LESSLOSS), coordinato dall’Università di Pavia, progetto al quale partecipano istituzioni pubbliche e private di ben 15 paesi.
Sul versante italiano, nella fase iniziale si è fatto riferimento all’Università di Pavia e all’Istituto Universitario di Studi Superiori, dove è attiva da anni una Scuola di Studi Avanzati in Riduzione del Rischio Sismico, con programmi di master e dottorato caratterizzati dalla presenza di docenti e studenti provenienti da tutto il mondo. A Pavia ha inoltre sede lo European Center for Training and Research in Earthquakes Engineering (Eucentre), al quale partecipano l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Dipartimento della Protezione Civile, che hanno inoltre aderito con vivo interesse all’ipotesi di realizzare presso la METU un Centro di Alta formazione e Ricerca come polo della Rete euromediterranea.
Un Memorandum of Understanding è stato firmato tra la Middle East Technical University, l’Università di Pavia-IUSS, il Dipartimento della Protezione Civile italiana e l’Istituto italiano di Geofisica e Vulcanologia. È previsto che le attività didattiche e di ricerca inizino nel 2005.

CRETA (GRECIA): Centro di Alta Formazione e Ricerca sulle Nanotecnologie.
L’Università Heraklion di Creta (Foundation for Reserach and Technology of Hellas) e l’Istituto Superiore di Formazione Interdisciplinare (ISUFI) dell’Università di Lecce daranno vita ad un Centro di Alta Formazione e Ricerca sulle nanotecnologie, settore questo di valenza strategica per lo sviluppo tecnologico nella società della conoscenza: le nanotecnologie. Anche in questo caso a Catania è stato sottoscritto uno specifico Memorandum of Understanding.
Il centro avrà dunque sede nel cuore del Mediterraneo e svolgerà programmi di alta formazione (corsi di master e di dottorato) e di ricerca nell’area delle nanoscienze e nanotecnologie, in cui il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie dell’Università di Lecce rappresenta un punto di eccellenza internazionale. Le attività didattiche riguarderanno: programmi di master con attività pratiche svolte in laboratori delle due Università; programmi di PhD da svolgersi per il 50% presso una Università e per il 50% nell’altro; borse post-doc con libera mobilità tra i laboratori delle due Università; organizzazione di scuole annuali sulle nanoscienze e nanotecnologie aperte a tutti i paesi dell’Area Mediterranea e con docenti di fama internazionale.
Per quanto riguarda la ricerca, l’obiettivo è quello di realizzare un “joint laboratory” secondo il modello concepito dall’Unione Europea come infrastruttura comune di ricerca, un modello che l’intera Rete euromediterranea dovrebbe adottare come base della mobilità dei propri ricercatori.

DAMASCO (SIRIA) E TERRITORI PALESTINESI
Le iniziative successive della Rete euromediterranea riguarderanno la realizzazione di due nuovi Centri: uno a Damasco nell’area della “Archeologia e del restauro e conservazione dei beni culturali”, con particolare riferimento alla cultura e architettura islamica; l’altro nei territori palestinesi nell’area della “Cooperazione allo sviluppo”.
Nel primo caso, le due Università di riferimento saranno l’Università di Damasco e La Sapienza di Roma (presso la quale esiste una Scuola di Archeologia operante da 40 anni in Siria), che in tempi brevi sigleranno uno specifico Memorandum of Understanding, secondo lo schema seguito per gli altri centri della rete.
Il “nodo” palestinese della Rete euromediterranea, incentrato sulle discipline della cooperazione allo sviluppo, si basa invece su una consolidata rete di relazioni esistenti tra gli Atenei di Betlemme, di Bir Zeit e di An Najah e diversi atenei italiani ed europei nell’ambito del programma P.E.A.C.E. (Palestinian European Academic Cooperation in Education), avviato nel 1991 con l’alto patronato dell’UNESCO e della Commissione Europea.

L’UNIVERSITA’ EURO-MEDITERRANEA A DISTANZA
Il secondo grande progetto che prende forma oggi a Catania è l’Università euro-mediterranea a distanza per capitalizzare ed estendere i risultati già ottenuti ed il consenso politico/istituzionale generato dal Progetto “Med Net’U” .
Il nuovo progetto consentirà di:
- accettare le iscrizione degli studenti al corso di Laurea a distanza di ingegneria dell’informazione realizzato con MED NET’U presso tutte le università partner.
- realizzare nuovi corsi di laurea nei settori:economia del turismo, del management, del diritto comparato internazionale, dell’archeologia, delle lingue e cultura araba ed italiana, del management dei servizi sanitari e della gestione del territorio;
- attivare master in innovazione tecnologica;
- istituire corsi brevi di formazione e riqualificazione professionale, sia per la formazione dei formatori e degli insegnanti dei vari livelli, sia per preparare le competenze richieste dal mercato globale del lavoro e collegate anche ai bisogni formativi dei paesi coinvolti.

L’Università euro-mediterranea a distanza è costituita da una piattaforma di rete basata anche sulle tecnologie satellitari bidirezionali che permetteranno la diffusione di contenuti sia per televisione che attraverso Internet, una piattaforma didattica multilingue e un canale televisivo satellitare dedicato interamente a lezioni accademiche (arabo, francese, inglese, italiano e spagnolo) , l’unico ambiente di apprendimento a distanza del mondo che comprenda anche la lingua araba.

Si tratta, prima di tutto, di un fatto di grande partenariato culturale: questo modello favorirà l’accesso all’istruzione e alla formazione da parte di tutti i cittadini dell’area euro-mediterranea. Il progetto, al quale partecipano le migliori università “tradizionali” dei paesi del Mediterraneo, importanti enti per la formazione professionale continua e aziende tecnologiche, darà un grande impulso al processo di internazionalizzazione delle università e collocherà la nostra area alla frontiera del mondo globale nel quale si richiede una crescente integrazione tra istruzione superiore, formazione e mercato del lavoro.


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