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Il management di quartiere
Un campo di lavoro per una psicologia del comune


Heiner Legewie
Technische Universitaet Berlin

conferenza Fondazione laboratorio mediterraneo 7.12.2002


Il programma federale “Città Sociale”

I ministeri federali dei trasporti, dell’edilizia, della famiglia, degli anziani, delle donne e dei giovani hanno presentato, nel marzo 2000, in una prima conferenza, il programma di sostegno federale “Quartieri con particolare bisogno di sviluppo - la città sociale”. Nel comunicato stampa è scritto:

“Nei quartieri svantaggiati si mostrano sempre più gravi i problemi sociali, soprattutto per i giovani, spesso dovuti alla mancanza di lavoro e di prospettive, alla difficile convivenza nel vicinato, non di rado collegati alla carente qualità delle abitazioni e dei loro dintorni... Il programma - andando al di là dell’ urbanistica classica - mira ad un miglioramento delle condizioni di vita attraverso una attiva e integrativa politica di sviluppo della città. Alla base di tutto questo c’è una nuova filosofia di sostegno. In un ampio principio di azione e sostegno , le risorse e le competenze coinvolte devono essere collegate , come per esempio il sostegno alla formazione e all’ occupazione, la qualifica dei giovani, il miglioramento delle infrastrutture sociali o ulteriori misure nell’ambito della politica delle famiglie e dei giovani. I programmi degli ambiti più diversi e separati, fino ad oggi scoordinati, e le corporazioni della zona, devono essere efficientemente e sensatamente integrati.

Il collegamento è il principio fondamentale anche del programma “Sviluppo e possibilità dei giovani nelle zone sociali cruciali”, che il ministero federale per i giovani ha iniziato a completare. Molte misure e strutture della politica giovanile verranno riassunte in un pacchetto generale, per colmare i vuoti della rete delle offerte. Si tratta di fare maggiormente attenzione alle prospettive sociali territoriali e di sviluppare un complessivo principio di assistenza dei minori, della scuola, dell’ amministrazione del lavoro,della pianificazione urbanistica, della politica sociale, sanitaria e culturale.

Il programma vive della disponibilità delle persone coinvolte, per portare aventi insieme il processo di sviluppo del quartiere. L’attivazione di iniziative proprie, del potenziale del privato, lo sviluppo di una coscienza comune e la stabilizzazione della rete di vicinanze sono elementi centrali del programma.”

(URL: www.sozialestadt.de/aktuell/presse/presse.shtml)

Il programma si riallaccia da un lato alle esperienze negli USA e nei vicini paesi europei, Olanda, Inghilterra e Francia, e dall’altro si basa sulle esperienze precedenti nelle regioni del Nordrhein-Westfalen, di Amburgo e di Berlino. Berlino può guardare a una lunga tradizione , che iniziò negli anni 70 con strategie di “cauto miglioramento della città” con la partecipazione attiva dei cittadini. Il “modello berlinese” ha giocato fino ad oggi un ruolo trainante nell’ambito del programma federale, non in ultimo a causa del suo ampio approccio multidisciplinare con lo stesso riguardo agli aspetti sociali, economici e ecologici dello sviluppo del quartiere.

Per il programma federale “La città sociale”, dal 2000 al 2003, sono a disposizione annua 150 Mio.di euro, in mezzi di sostegno della federazione, delle regioni e dei comuni. Il numero dei territori coinvolti nel programma per l’anno 2002 ammonta a 300 aree in 214 comuni, dei quali solo a Berlino 17. Si tratta delle parti della città con una maggiore concentrazione demografica, che mostrano rilevanti Deficit dal punto di vista della loro struttura sociale, dello stato architettonico, della offerta di posti di lavori, del livello della formazione, del rifornimento di sociali e culturali infrastrutture nonché della qualità delle abitazioni e dei loro dintorni e dell’ambiente. Si possono sostanzialmente distinguere due tipi di area:1) Quartieri urbani o centrali (vecchie costruzioni) e 2) insediamenti molto alti del dopoguerra,spesso situati in periferia. Per la realizzazione sul posto, vengono usati metodi per lo sviluppo della collettività, cioè del management del quartiere. Le misure del programma vengono valutate nel settore scientifico dall’ istituto tedesco per l’ Urbanistica.

Esperienze in altri paesi

I modelli e le esperienze pratiche con questa nuova variante del lavoro della collettività si trovano negli USA e in Olanda.Un esempio della variante americana è la rivitalizzazione del quartiere newyorkese Bronx. A causa del cambiamento della struttura, della disoccupazione e segregazione sociale, negli anni 70, quest’ area era ridotta in un modo inimmaginabile con le categorie europee. Senza rilevanti aiuti dall’esterno, nel momento peggiore dello sviluppo, alla fine degli anni 70, nella zona, nacquero iniziative dei cittadini (grassroots moovements) che, porta per parta, strada per strada, si battevano per una salvaguardia delle abitazioni già esistenti. Dalla unione di queste iniziative nelle cosiddette Community development corporations, sorse una rete estesa a tutta la zona di Organizzazioni-no-profit, che si assunsero, nelle zone più prossime, tutte le funzioni necessarie come la costruzione di appartamenti, asili a tempo pieno, mantenimento sanitario, istruzione per adulti, sviluppo economico.Un punto importante nell’influenza sulla politica cittadina fu l’ appello ai cittadini, che portò all’aumento della partecipazione al voto dal 23% al 54% e permise di raggiungere il sostegno dell’intera città alle attività della zona. Zimmermann, che accompagna questo processo da 14 anni, dal 1988 come direttore dell’ufficio per la pianificazione e lo sviluppo (Office of the Bronx Borrough president), descrive il suo lavoro come segue:

“Soprattutto vedemmo che le persone coinvolte, o meglio, la loro capacità di organizzazione e azione, rappresentavano nel vero senso della parola il nostro autentico capitale…Alla fine ci fu una nuova concezione della pianificazione, un altro concetto di pianificazione, un nuovo processo di pianificazione…Invece di definire scopi concreti, moderammo un processo, alla fine del quale soltanto i veri scopi si chiarirono …Tentammo di elaborare ciò con quelle forze della zona, con le quali tali scopi possono essere realizzati. A questo fine, però, si deve costruire uno stretto collegamento con queste forze e, cosa anche più importante, guadagnare la loro fiducia. D’altronde ciò è possibile solo se ci si tratta con lealtà, rispetto, democrazia (Intervista con B. Zimmermann, Stadtforum Berlin 1998)

In 10 anni poterono essere sanati o ricostruiti ca. 30.000 unità abitative. Nel frattempo il Bronx si è trasformato in una zona degna di essere vissuta e ricevette nel 1997 l’ “All America City Award”

Il modello olandese dei integrale sviluppo del quartiere - “Stedelijk Beheer” - risale alle esperienze di rinnovamento della città degli anni 70 e 80 ed è modellato su una tradizione di partecipazione dei cittadini nelle decisioni comunali, che risale fino al medioevo. Le precedenti misure per evitare la segregazione sociale (“Costruire per il quartiere”, collegate con le misure per la stbilizzazione sociale e i diritti di cogestione per le organizzazioni degli inquilini) ebbero , nella maggior parte dei casi, molto successo. Venne fuori tuttavia che le gli sviluppi economici dalla fine degli anni 80 annientarono questi successi. A Rotterdam, nel 1987 una commissione di scrutinio fu istituita, all’inizio per esperimento, in cinque zone un tempo rinnovate. Tale commissione è costituita da rappresentanti delle organizzazioni degli abitanti, degli esercenti, delle associazioni per la costruzione degli appartamenti, dell’ ufficio per lo sviluppo della città, della amministrazione sociale, della nettezza urbana, della polizia e di altri gruppi. Viene moderata da un coordinatore di quartieri urbani e deve adempiere ai seguenti compiti:

  • Consultazione e armonizzazione delle misure


  • Manutenzione della qualità del quartiere e in particolare degli spazi aperti


  • Segnalazione di inconvenienti e involuzioni


  • Coordinazione dei piani della manutenzione dei più diversi gestori


  • Chiusura di contratti per speciali progetti per il quartiere


Il concetto venne molto velocemente ripreso e esteso da altri comuni, dopo che si scoprì che anche altre aree, come grossi insediamenti di periferia, finirono in una negativa spirale di sviluppo. Pertanto fu necessario un ampliamento dello strumentario. A tal fine i comuni svilupparono molti sistemi di informazione e monitoraggio dei dati locali aggregati - la maggior parte sulla base del sistema di informazioni geografico (GIS) - che resero precocemente riconoscibili le involuzioni al livello del quartiere. Così può venire costituito un adeguato management del quartiere anche laddove i dati segnalano problematici sviluppi.

Il comune di Tilburg ha portato alle estreme conseguenze questo strumento di integrale controllo dello sviluppo della città. Il piano di sviluppo di Tilburg ha il vincolo giuridico di un generale piano della direzione della costruzione, ma abbraccia anche una politica economica, sociale, dell’ educazione, immobiliare e determina i confini a media scadenza per gli interventi mirati del management del quartiere. Le misure vengono definiti in un programma della città annualmente aggiornato.Il programma, paragonato ai tradizionali piani di bilancio cittadini, è più ampio, più integrativo e nomina misure concrete (inclusivo del finanziamento).

Il modello berlinese

La realizzazione del programma federale di sostegno “Quartieri con particolari bisogni di sviluppo - la città sociale” è collegato con una rivitalizzazione e uno sviluppo ulteriore di approcci del lavoro della comunità e una psicologia del comune sotto il concetto management del quartiere. Mentre i tradizionali programmi di sviluppo della città si sono concentrati sulle misure architettoniche, il management del quartiere rappresenta una integrativa strategia con lo stesso riguardo agli aspetti economici, sociali e ecologici. Scopo fondamentale è l’ empowerment (potenziamento) dei cittadini. Empowerment significa che gli abitanti sono messi in condizione e si danno loro le possibilità di collaborazione, così che possano sviluppare loro stessi un strategia per un miglioramento della qualità della vita nella loro zona.

Nella parola “Management del quartiere”diventa evidente un allargamento dell’approccio tradizionale del lavoro sociale: I manager del quartiere devono assumere non solo funzioni di coordinazione e collegamento, ma anche compiti imprenditoriali del sostegno economico locale. Questo allargamento diventa particolarmente evidente nei consigli per il management del quartiere , che vennero formulati nel 1998 in un allestimento del forum della città di Berlino “La città sociale”:

“La crescente disoccupazione, le sempre più distanti strutture del reddito, il crescente processo di segregazione, una criminalità in aumento portano alla polarizzazione del territorio urbano con la conseguenza di nuove sfide all’azione comunale, lo sviluppo della città deve soprattutto basarsi su strategie economiche e sociali, le quali, diversamente da prima, si concentrino sull’attivazione delle proprie energie degli abitanti del quartiere.

Bisogna riuscire a coordinare meglio i mezzi e le misure già esistenti per le aree più bisognose di intervento. A tal fine, ci vuole … una persona che ha “potere di coordinazione” nel quartiere.

Scopo primario di tutte le misure del management del quartiere deve essere l’ “empowerment” degli abitanti del luogo…Compito centrale del management del quartiere è l’attivazione delle forze della città, particolarmente delle imprese e dei circoli locali…I l management del quartiere deeve, in conclusione, accettare che spesso gli abitanti vogliono avere un quartiere funzionante in prima linea e che sono poco interessati a una partecipazione e collaborazione. A questo proposito i problemi dei cittadini del quartiere difficilmente integrabili devono essere apertamente affrontati e risolti (Hooligans, disturbatori della quiete pubblica, Vandalismo), per migliorare la qualità della vita del quartiere e occuparsi dei bisogni di sicurezza dei cittadini. L’ organizzazione del management del quartiere può essere prestabilito solo nei tratti fondamentali, perché deve potersi adattare alle particolarità e alle tradizioni locali…I manager di quartiere devono possedere particolarmente, accanto a un’alta competenza sociale e comunicativa, proprietà e capacità imprenditoriali.

Un efficiente management del quartiere è dipendente da una disponibilità di sezioni speciali a coordinare e collegare sul territorio le loro risorse in un nuovo modo…Il collegamento dei mezzi dei settori non sarà sufficiente da solo; il management del quartiere ha bisogno anche di un budget che superi i costi personali e generali.” (Stadtforum Berlin , 73. Seduta 1998)

I consigli rimandano alla necessità del management del quartiere come risposta ai problemi negativi causati dalla modernizzazione economica e dalla globalizzazione. Due realistiche valutazione sono importanti al proposito:

  • La partecpazione dei cittadini, in quanto lavoro, non è in nessun modo una risorsa sconfinata (e gratuita). Qui sono richieste le incentivazioni mirate all´ innalzamento dell´ attrattivvità della partecipazione attiva.


  • L’abbandono degli spazi pubblici, il vandalismo, la violenza, le droghe e la criminalità le cause fondamentali della perdita della qualità della vita nei quartieri con problemi, che mettono particolarmente in moto la spirale di decadenza della segregazione sociale. Il management del quartiere si basa qui non solo su sforzi di integrazione e mediazione di conflitti, ma anche su un nuovo “lavoro della polizia riferito alla comunità) (Community policing).



Gli scopi del programma dello sviluppo della città si riferiscono soprattutto a aspetti del processo:

  • Creare nella città equivalenti condizioni di vita


  • Fare della affabilità sociale un punto di riferimento dei progetti


  • Far partecipare gli abitanti allo sviluppo del quartiere come esperti


  • Sostenere l’integrazione sociale del quartiere


  • Creare più spazio per la formazione individuale dei vari mondi della vita


Allo scopo delle equivalenti condizioni di vita è scritto: “ La creazione di equivalenti condizioni di vita va oltre la sufficiente donazione materiale attraverso il potere pubblico. La programmazione dello sviluppo della città si deve orientare con più determinazione alle esigenze abitative, sociali e culturali, per ottenere una (ri-)creazione della possibilità della partecipazione alla vita urbana, alla formazione, ai contatti sociali, alla saluta, alla mobilità, al consumo, alla cultura e al tempo libero.

In occasione del bando di concorso del management del quartiere per i quartieri degradati, furono enunciate dal senato berlinese queste qualifiche per il manager (URL: www.sensut.berlin.de/SenSUT/entwicklung/quartier/right1.htm):

Richieste minime

Know-how economico-aziendale

Competenza sociale

Relazioni con il quartiere

infrastrutture tecnico-organizzative

Qualificazioni

Capacità di moderazione

Management/esperienza del conflitto

Metodi per la attivazione e la partecipazione degli abitanti

Relazioni con la stampa e pubbliche (ovvero Comunicazioni con l’esterno e con l’interno)

Esperienze nel management del progetto (sviluppo del progetto, pianificazione, finanziamento e controllo del successo)

Conoscenza e esperienza nell’economia sociale/ social marketing

Conoscenza e esperienza delle situazioni, delle strutture dei problemi e delle persone coinvolte sul luogo.

Conoscenze Conoscenza delle condizioni di base della politica sociale e del mercato del lavoro e degli strumenti del sostegno, degli strumenti del sostegno economico.

Visione generale dei principali programmi e possibilità di sostegno della regione, della federazione e della UE

Conoscenze nel diritto di pianificazione, di costruzione e di locazione
Richieste al manager del quartiere (Stadtforum Berlin 1998)



italiano



Sebbene la valutazione del programma non sia stata ancora completata, le seguenti linee direttive dell’azione si fanno derivare dalle esperienze nazionali e berlinesi:

  • Il “particolare bisogno di sviluppo” di alcuni quartieri necessita una decisione politicamente legittimata, che dovrebbe prendersi in armonizzazione con tutti i settori coinvolti


  • Le strategie orientate trasversalmente e collegate al quartiere devono tenere conto del riferimento all’ insieme cittadino


  • Sono da stabilire le strutture organizzative e manageriali adeguate al problema e al luogo


  • La realizzazione deve essere costituita come processo aperto e collettivo programma didattico per tutti i coinvolti


  • Il carattere integrativo del “ concetto di azione della politica dello sviluppo urbano” deve essere strutturato solidamente.


  • L’azione integrativa deve essere concepita come un obbligo alla cooperazione delle sezioni coinvolte e non come generale rilevamento di compiti da parte di alcune particolari di esse.


  • I problematici sviluppi del quartiere devono essere precocemente condizionati dal sistema di monitoraggio dell’ insieme della città, al fine di passare da un procedimento reattivo ad uno preventivo.



Prospettiva:Management del quartiere nel centro antico di Napoli?

La strategia del management del quartiere non dovrebbe essere limitata a quartieri degradati e a punti cardinali sociali; mi sembra che più grosse possibilità si trovino in un approccio preventivo, che è sempre efficace nei casi in cui è minacciata la qualità della vita dei cittadini di uno spazio sociale cittadino o regionale. Anche le conseguenze del turismo di massa rappresentano una minaccia per la qualità della vita urbana delle città europee, come quelle che si trovano nelle roccaforti del turismo tedesco, per esempio anche in alcuni quartieri berlinesi. Questo problema è molto più significativo per l’ Italia, tradizionale meta di turismo. La quotidiana quantità di turisti da mantenere nei centri turistici di Venezia, Firenze, Roma, Napoli e altre città italiane regala di certo ai comuni un irrinunciabile reddito e assicura il sostentamento della vita di molti cittadini, ma allo stesso tempo è collegata ai grandi problemi economici, ecologici e sociali per i quartieri storici e i loro abitanti: Alla continuamente crescente quantità dei visitatori, che di anno in anno vengono in pellegrinaggio nei centri storici cittadini e li trasformano in alcuni luoghi in una sorta di “centri di esperienza culturale”, contrasta una decrescente quantità di abitanti a causa di affitti troppo alti, del venir meno delle infrastrutture per il quotidiano bisogno dei cittadini e della perdita dei posti di lavoro come delle imprese artigianali tradizionali. Si osserva un impoverimento delle qualità urbane dei tradizionali nuclei storici negli esempi più evidenti dell’aggressivo turismo di massa e del consumo. Qui si trova un vasto campo per le applicazioni del management del quartiere , che devono essere adattate allo specifico contesto.

L’ esposizione “La città sociale . le esperienze di Berlino” nel centro antico di Napoli ha, in comune con l’ esposizione “Turismo e qualità della vita nel centro storico di Napoli”, lo scopo di stimolare gli spunti di riflessione per il discorso pubblico sugli attuali problemi della qualità della vita urbana nel centro storico di Napoli e i principi di soluzione, che mettono i cittadini al centro dell’ interesse. Il paragone interculturale tra due metropoli che hanno contribuito in modi e tempi diversi alla cultura della città europea, conferiscono ai progetti di esposizione una supplementare dimensione europea.

Letteratura

Trojan, A. & Legewie, H, (2001):

Nachhaltige Entwicklung und Gesundheit. Leitbilder, Politik und Praxis der Gestaltung gesundheitsfoerderlicher Lebensbedingungen.

Verlag fuer akademische Schriften: Frankfurt.

(Versione pubblicata di una perizia per il “Bundestag” – Parlamento della Repubblica Federale della Germania)





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