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Intervento dell’On. Claudio Azzolini,
Vicepresidente dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa



Sessione inaugurale dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
Amman, Giordania, 10-11 settembre 2006

Signor Presidente, Eccellenze, Signore e Signori

E’ per me un grandissimo onore essere qui tra voi, oggi, in un’occasione solenne quale questa sessione inaugurale dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Rappresento l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, organo parlamentare dell’organizzazione paneuropea per eccellenza che, con i suoi 46 stati membri, riunisce praticamente tutti i Paesi d’Europa.

Sono particolarmente lieto del fatto che questo evento sia stato organizzato in stretta collaborazione con l’Unione Interparlamentare, con la quale l’Assemblea Parlamentare intrattiene da anni relazioni di grande vicinanza e cordialità.

In un certo senso, non è errato asserire che un’Assemblea parlamentare del Mediterraneo avrebbe dovuto essere istituita molto tempo fa. Personalmente, la ritengo il riflesso di una crescente esigenza di rappresentanza popolare dei paesi lambiti dal Mediterraneo.

Io provengo dall’Italia, un Paese mediterraneo che, nel corso della storia, ha attribuito diversi nomi a questo mare – uno dei quali fu, appunto, “Mediterraneus”, vale a dire “mare tra le terre”. In quanto Italiano, conosco sin troppo bene i molteplici problemi che affliggono non solo il mio Paese, ma tutti quelli della regione – problemi che non possono essere risolti da nessuno di noi individualmente, bensì soltanto creando una salda unione.

Io sono convinto che, attualmente, la democrazia stia guadagnando terreno, sia nel mondo che nel bacino mediterraneo. Iniziamo a prendere tutti coscienza, come prima di noi i nostri antenati dell’antichità – Greci, Fenici, Cartaginesi, Iberi, Egizi e molti altri – del fatto che il Mediterraneo dovrebbe costituire uno strumento di unione e non rappresentare un fossato tra i Paesi dei popoli rivieraschi ed i parlamentari, eletti dal popolo, dovrebbero indicare la via da seguire in questa direzione.

E’ quanto stiamo facendo sulla riva nord del Mediterraneo, in Europa. Lo sforzo di unificazione del nostro continente dura ormai da più di mezzo secolo e, grazie a questa iniziativa, abbiamo superato le numerose divisioni storiche che caratterizzavano l’Europa e supereremo gli ostacoli futuri. L’Assemblea parlamentare è stata e resta essenziale in questa impresa.

Sono certo che sia quanto si accinge a fare anche questa nuova Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Essa si è data l’ambiziosa missione di operare in collaborazione sempre più stretta all’interno dei confini di questa vasta regione. Sono particolarmente lieto del fatto che sia la Giordania ad ospitare, oggi, questa Sessione a testimonianza del suo impegno a favore della pace e della stabilità dell’area mediterranea. Ringrazio i nostri ospiti giordani per l’eccellente ospitalità.

Mentre preparavo il mio intervento, ho ritrovato una interessante raccomandazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa del 1979, dal titolo: “La situazione nella regione mediterranea”. In quel testo, che quasi trent’anni fa dava già prova di lungimiranza, si faceva cenno – e leggo testualmente – ai “legami geografici, storici, politici, economici e culturali che uniscono l’insieme dei Paesi europei a quelli dell’area mediterranea”.

La raccomandazione ricordava che la “la sicurezza, la cooperazione ed il benessere dell’insieme dei Paesi europei dipendono, in larga misura, dall’evoluzione della situazione nei Paesi del bacino del Mediterraneo”. Dichiarava, inoltre, che lo “sviluppo di relazioni di buon vicinato e comprensione reciproca tra i Paesi mediterranei si basa su una stretta collaborazione in tutti gli ambiti” e sollecitava una “cooperazione attiva tra i Paesi del Mediterraneo, istituendo tra questi una collaborazione paritaria, scevra da discriminazioni”. Essa rammentava altresì che una “stabilità politica duratura si fonda sulla stabilità e sul progresso economico e sociale, nonché sulla libertà e le regole della democrazia”. Infine, invitava i governi degli Stati membri del Consiglio d’Europa ad intensificare la “cooperazione tra i Paesi interessati, al fine di promuovere la pace e lo sviluppo economico e sociale”.

Nello stesso spirito di quel testo, il Consiglio d’Europa e la sua Assemblea parlamentare hanno fatto tutto quanto in loro potere per rafforzare i legami con l’intera area mediterranea – sia tramite il Centro Nord-Sud del Consiglio d’Europa di Lisbona, sia attraverso le iniziative volte a portare la pace in Medio Oriente, soprattutto tramite una partecipazione attiva delle parti coinvolte ai dibattiti politici della nostra Assemblea parlamentare.

Signor Presidente/Signora Presidente, desidererei concludere ricordando quanto ancora ci resta da fare in quest’area del mondo, collaborando, in una situazione da cui tutti hanno indubbiamente da guadagnare; in particolar modo, promuovere la protezione ambientale, agevolare gli scambi commerciali e gli investimenti, gestire i flussi migratori e contribuire ad attenuare le tensioni che ancora caratterizzano la regione.

E’ per questo che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, il cui Presidente, l’On. René Van der Linden mi ha pregato di trasmettervi il suo saluto, rende omaggio all’istituzione di questa Assemblea parlamentare del Mediterraneo. Riferirò all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa quanto appreso in questa sede e sono certo che, in futuro, le nostre due istituzioni instaureranno una stretta collaborazione.

Grazie per la cortese attenzione.


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