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INNOVAZIONE E PACE, BINOMIO POSSIBILE La pace nel Mediterraneo, a due passi dall’angolo della nostra casa, può venire dalle nuove tecnologie? A questa domanda di Daniel Della Seta, giornalista e moderatore del dibattito di “Futurity” su “Prove tecniche di pace”, la risposta è stata positiva, sia pure con alcuni distinguo. “Sì, la tecnologia aiuta” – ha detto Federica Rossi del Marsec: pochi giorni fa a Benevento circa 30 giovani scienziati di diverse etnie hanno lavorato insieme a noi in pace e amicizia”. Sostanzialmente d’accordo si sono dichiarati, in collegamento telefonico, ELAZAR COEN, VICE AMBASCIATORE in Italia dello STATO DI ISRAELE, e HAMDI DARDIRI, MINISTRO degli AFFARI COMMERCIALI dell’AMBASCIATA DI EGITTO. Il primo ha sottolineato come proprio il Sannio, utilizzando tecnologie militari come quelle satellitari, per scopi civili abbia dimostrato come queste possano migliorare la qualità della vita. Il Ministro egiziano, pur evidenziando gli sforzi del suo Paese per garantire anche ai più poveri l’accesso alle conoscenze tecnologiche, ha detto che è urgente riprendere il dialogo tra palestinesi e tra questi e gli israeliani. Internet, però, ha ammonito Carmen Maffeo, presidente Comitato provinciale UNICEF Benevento, può essere pericolosissima per i bambini, vittime dei pedofili nel mondo; mentre Pasquale Grimaldi vice presidente della Provincia ha parlato di una nuova rete di solidarietà internazionale. Michele Capasso, della Fondazione Mediterraneo, ha invocato dall’Europa maggiore considerazione per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Caterina Arcidiacono, Psicologa delle Comunità, ha discusso sui fattori di divisione tra i popoli. Ha concluso l’algerina Wassyla Tamzari, Presidente della rete delle donne del Mediterraneo: “il vero problema degli Arabi – ha detto – è che hanno troppo petrolio e poche idee”. Alla fine della serata Maffeo ha consegnato al presidente della Provincia Carmine Nardone un attestato di benemerenza dell’UNICEF. Torna indietro |
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